Il primo quadrimestre di quest’anno fa registrare ancora un cal0, ormai costante dal 2019, di nuove immatricolazioni di rimorchi e semirimorchi patri al 19,02%. Il dato, che registra una difficoltà del settore ormai stabilizzata, è stato diffuso da Unrae ed è riferito a mezzi con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate. Per quanto riguarda le cause di questo andamento di mercato che va di pari passo a quello dei veicoli industriali, il Centro di studi statistici Unrae sottolinea che le possibili cause di questo andamento sono da ricercarsi nello stretto legame che esiste tra la domanda e le disponibilità di sostegni agli investimenti delle imprese di autotrasporto indispensabili al rinnovo del parco mezzi. “Auspichiamo che il programma di contributi agli investimenti messo in atto fino al 2021 venga rinnovato anche per gli anni futuri – ha commentato a questo proposito Paolo Starace, presidente della sezione veicoli industriali di UNRAE – con una visione di medio lungo periodo e risorse certe per il rinnovo del parco veicoli trainati, la cui anzianità media è davvero eccessiva e compromette la sicurezza sulle strade. L’accento posto negli ultimi piani incentivanti del Governo sull’intermodalità è certamente una soluzione che porta il sistema trasportistico verso obiettivi di maggiore sostenibilità, ma non può essere l’unica via. Lo shift modale dalla strada alla combinazione strada-ferrovia comporta innanzitutto disponibilità di infrastrutture adeguate e l’elasticità che garantisce il trasporto su gomma è ad oggi l’unico vero strumento per soddisfare le esigenze del tessuto produttivo italiano”.