Continua a permanere molto elevato il numero dei camion vecchi e inquinanti in circolazione nel nostro Paese. L’avvertimento arriva come al solito da UNRAE che snocciola le cifre: su un totale di 725.000 veicoli medi e pesanti oltre le 3,5 tonnellate circolanti al 31.12.2022, quelli che rispondono a direttive di emissione ante Euro IV sono oltre la metà (il 50,4%). Si tratta cioè di veicoli immatricolati prima del 2006 e quindi inquinanti e lontani dai modelli di più recente produzione. I camion Euro IV, V e VI sono invece circa 355.000, e cioè il 49,6% del totale. L’età media dei veicoli industriali circolanti nel nostro Paese, sottolinea UNRAE, è persino più alta, anche se di poco, a quella registrata due anni fa. Se invece si prende in considerazione soltanto il parco circolante dei veicoli più pesanti, cioè quelli con oltre 16 tonnellate, le cose vanno appena un po’ meglio. Nelle 445.000 unità circolanti, la percentuale di veicoli ante Euro IV scende al 39% e l’età media si abbassa a 12,1 anni. E’ di tutta evidenza insomma che nel complesso la vetustà anagrafica del nostro circolante, oltre a pesare in termini di inquinamento, di sicurezza e di competitività, renda assai più complicato (e più costoso) il cammino verso la neutralità climatica che l’Unione europea vorrebbe raggiungere nei prossimi decenni, ma sulle cui date di scadenza, compresa la famosa tagliola del 2035, si torna in alto mare dopo la decisione di Italia e Germania di chiedere il rinvio del voto del Parlamento UE.
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