L’oggetto del contendere è un’indagine conoscitiva sull’autotrasporto e la logistica avviata il mese scorso dall’Autorità di regolazione dei trasporti. Ma è solo l’ultimo atto di una querelle che va avanti da anni. Per la precisione dal decreto Genova del 2018 che ha ricompreso autorasportatori e imprese della logistica tra gli operatori economici tenuti al versamento delle quote annuali all’Authority. E che però tra emergenza Covid e guerra in Ucraina ha subito diverse sospensive mentre nei tribunali si consumava una guerra di carte bollate per dichiarare illegittimo il contributo dello 0,6 per mille sul fatturato rilevante superiore a 5 milioni di euro. Ma andiamo per ordine.In una nota che sarà diramata nei prossimi giorni la Confederazione che riunisce 21 federazioni nazionali del settore punta i piedi e annuncia di aver inviato una lettera al presidente dell’Autorità Nicola Zaccheo comunicando la decisione di non rispondere al questionario inviato nel mese di maggio. «L’indagine non ha ragione di essere – chiosa il presidente della Confederazione Carlo De Ruvo – in quanto riguarda settori, quali quello dell’autotrasporto e della logistica, già liberalizzati e già compiutamente regolati a livello tanto europeo quanto nazionale e sui quali pertanto l’Autorità dei trasporti non può e né potrebbe adottare alcun atto di concreta regolazione». Inoltre sempre secondo De Ruvo «l’indagine non è stata preceduta da alcuna analisi preliminare e sembra finalizzata ad acquisire surrettiziamente elementi puramente formali di strumentalità regolatoria». Infine «i quesiti travalicano il perimetro delle competenze dell’Art invadendo quelle del Governo, del Parlamento o di altre Autorità indipendenti». Confetra lancia un appello alle istituzioni perché «sia promossa una profonda azione di revisione e delimitazione del ruolo dell’Art che non può pretendere di autoregolarsi imponendo oltretutto una contribuzione obbligatoria a operatori e settori economici che dovrebbero viceversa essere completamente esclusi in quanto né destinatari e né beneficiari della competenza regolatoria dell’Autorità». La questione del contributo annuale che De Ruvo definisce «tassazione occulta» è finita anche sui tavoli di Palazzo Chigi con una lettera inviata ad aprile alla premier Giorgia Meloni. Anche in questo caso Confetra si appella alle norme che prescrivono il pagamento del contributo alle imprese che operano nei settori sui quali l’Autorità abbia «concretamente avviato l’esercizio delle competenze o il compimento delle attività previste dalla legge nel mercato in cui esse operano». Di qui la richiesta di soppressione anche alla luce di un contenzioso pregresso con esiti non univoci tra Tar Piemonte e Consiglio di Stato.
Fonte Confetra