La prudenza è d’obbligo, ma sembra ormai fatto l’accordo per cedere in affitto alla Fercam alcuni rami di azienda della Artoni ormai in crisi irreversibile. Secondo le informazioni trapelate il rappresentante della Artoni, i sindacati confederali e la Fercam, quest’ultima si impegna a rilevare quattordici rami d’azienda dal 1° aprile 2017 al 31 marzo 2018, mantenendo con i dipendenti l’attuale rapporto di lavoro subordinato. Di questi lavoratori, restano a carico di Artoni tutti i crediti maturati fino al 31 marzo 2017, come per esempio retribuzioni arretrate, quote di 13a e 14a, di ferie, di rol, ex festività e tfr. Nel passaggio, i lavoratori manterranno il CCNL Trasporto Merci e Logistica e del contratto di secondo livello, compreso il ticket mensa da 1,5 euro. Il testo prevede anche che resteranno immutate le sedi di lavoro, ma sarà possibile l’uso del distacco temporaneo. Se Fercam vorrà ampliare il numero dei lavoratori dovrà dare la precedenza a quelli in forza ad Artoni. attività dei rami d’azienda affittati “avanzino pretese di trasferimento”.
Quanto al tresto dei lavoratori Artoni le organizzazioni sindacali hanno chiesto che siano attivate azioni per salvaguardare l’occupazione di tutti i lavoratori coinvolti, diretti e indiretti, anche tramite la continuità delle attività aziendali non rilevate da Fercam. Per i lavoratori di queste ultime, i sindacati chiedono l’avvio della cassa integrazione straordinaria (per cui avverrà una riunione il 29 marzo al ministero del Lavoro).