Le ipotesi sul ritorno alla normalità dell’economia mondiale, fioriscono ormai tutti i giorni sulla stampa nazionale ed internazionale che riportano scenari e valutazioni finora basati su previsioni gravate da punti interrogativi legati all’andamento dell’epidemia la cui fine nessuno si azzarda a prevedere.
Roma 25 Febbraio: Tuttavia, se, come dicono gli esperti l’andamento sarà simile a quello delle classiche influenze stagionali, è ragionevole prevedere un rallentamento significativo per la fine di aprile cui dovrebbe seguire un contraccolpo positivo. Purtroppo, come rilevano molti osservatori in tutto il mondo, il blocco che hanno subito gli stabilimenti industriali, i porti, il traffico container, le quarantene e quant’altro, rendono assai problematica la possibilità di un contraccolpo positivo immediato, per optare molto più verosimilmente per una ripresa più lenta e frazionata per aree. In Europa per esempio (l’Italia purtroppo sta diventando un caso a se) molti distretti europei che si alimentano di componentistica prodotta in Cina sono fortemente in crisi. ; le attività logistiche sostenute da flussi in arrivo o in partenza dai porti cinesi sono molto rallentate. Molte merci spedite prima dell’epidemia stanno arrivando ora ma prima di essere smistate saranno sottoposte a lunghi controlli. Si cominciano anche a sentire gli effetti di una riduzione dei container indotta dal rallentamento produttivo. In più non bisogna dimenticarsi di una cosa: il coronavirus, per quanto riguarda il traffico container, già subiva le tensioni commerciali tra Usa e Cina. Quanto costi tutta questa somma di fattori di crisi è impossibile da calcolare e chi lo fa prendendo come termine di paragone sa di doversi aggrappare ad un precedente molto limitato. Stessa nebulosa per quanto riguarda il conto che pagherà l’Italia in isolamento, ma a parte le ipotesi che si fanno, se Lombardia e Veneto sono più del 30% del Pil italiano e il 40% delle aree di esportazione, di allegria ne gira poca, perché all’appello alla fine potrebbero mancare circa 40 miliardi di euro rispetto a un Pil che complessivamente ne sviluppa 2.000.