“Il cambio di nome corrisponde ad una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation EU . L’obiettivo è promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato dal Presidente Draghi, che ringrazio per aver sostenuto la proposta di modifica del nome del Ministero. Investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. Il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità”. Questo l’incipit di una lunga dichiarazione con la quale il nuovo Ministro Giovannini spiega perché il dicastero di Porta Pia non si chiamerà più Ministero dei Trasporti ma “Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile”“. Il Ministero– ha sottolineato il Ministro – aprirà un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle politiche europee in materia”. Fin qui la precisazione del nuovo responsabile del dicastero che in ogni caso non fuga le perplessità delle associazioni dell’autotrasporto già manifestata da aclune di esse all’annuncio del nuovo nome. La palla comunque passa ora al nuovo Ministro dal quale si attende quanto prima la promessa convocazione degli attori del comparto.