Il governo spagnolo, i sindacati e le organizzazioni datoriali hanno raggiunto un accordo per introdurre nel codice del lavoro una “presunzione di lavoro salariato” per i rider. Lo ha annunciato la ministra del Lavoro iberico Jolanda Diaz. Queste persone “ora sono dipendenti – ha sottolineato la ministra -e potranno beneficiare di tutte le tutele”. Il provvedimento obbliga le aziende a fornire informazioni ai comitati aziendali su “algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale” che influenzano le condizioni di lavoro. Si stabilisce poi che i distributori siano salariati delle piattaforme e non lavoratori autonomi. La nuova legge avrà un periodo di transizione di tre mesi per essere applicata. Il tempo giusto perché le aziende si adeguino alla nuova normativa. Anche le Istituzioni Comunitarie comunque si stanno muovendo in questa direzione. Il 20 Febbraio scorso infatti, la Commissione Europea ha avviato la prima fase di una consultazione delle parti sociali con cui intende affrontare il tema delle condizioni di questi nuovi lavoratori digitali. Bruxelles parte da una valutazione: oltre al fatto che in Ue il lavoro tramite piattaforme è in rapido sviluppo, a crescere è anche il numero di settori che lo utilizzano. Se da una parte, quindi, questa modalità può offrire maggiori flessibilità e opportunità di lavoro e di reddito aggiuntivo anche a chi ha difficoltà a entrare nei mercati tradizionali, dall’altra potrebbe portare anche nuova precarietà, soprattutto in quei settori dove mancano trasparenza e prevedibilità negli accordi contrattuali. La Commissione ritiene quindi che ci sia spazio per un’iniziativa dell’Ue per migliorare le loro condizioni di lavoro e promette di studiare l’intervento assieme alle parti sociali.