Gli incentivi per l’acquisto di veicoli per il 2024 sarà esteso, previa rottamazione, anche ai veicoli commerciali di categoria N1 e N2 ( veicoli per il trasporto di merci con massa massima non superiore a 3,5 tonnellate e quelli con massa superiore a 3,5 tonnellate ma inferiore a 12 tonnellate) ad alimentazione alternativa (gas naturale compresso – gpl, mono e bifuel o ibrido) tradizionale, senza l’obbligo di acquisto di un mezzo elettrico, applicando gli stessi criteri di accesso all’ecobonus previsti per i veicoli privati. Lo ha confermato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo agli assessori regionali all’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto cghe avevano chiesto chiarimenti in proposito. Il riconoscimento sarà inserito nel Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di prossima emanazione. Lo scorso 27 novembre era infatti emersa la necessità di rivedere l’accesso all’ecobonus mobilità per quelle specifiche categorie di veicoli commerciali, che prevedeva solo l’erogazione del bonus in caso di acquisto di un mezzo elettrico. La richiesta era nata in relazione sia alle difficoltà legate alla non facile reperibilità di veicoli N1 e N2 elettrici che al loro costo.
Notizie
Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.Il MIT ha convocato le Associazioni dell’Autotrasporto per lunedi 29 Gennaio nei locali del Ministero di Porta Pia per un aggiornamento sui tempi dell’erogazione del crediti d’imposta relativi al 2 semestre 2022 Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con particolare riguardo sui tempi di erogazione dei crediti d’imposta relativi al 2° trimestre 2022.
I veicoli a motore azionato esclusivamente da una forza meccanica che circola sul suolo con una velocità di progetto massima superiore a 25 km/h, con un peso netto massimo superiore a 25 kg e una velocità di progetto massima superiore a 14 km/h; i rimorchi destinati ad essere utilizzati con un veicolo, a prescindere che sia ad esso agganciato o meno; i veicoli elettrici leggeri sia che siano fermi (questa è la novità) o in movimento; per effetto del Decreto Legislativo pubblicato nella G.U n° 290 del 13 Dicembre 2023, sono soggetti all’obbligo di assicurazione civile verso terzi. Il principio, come sottolineato sopra, si applica sia che il veicolo sia fermo sia, come è ovvio, sia in movimento. Il provvedimento in questione riguarda anche i veicoli utilizzati esclusivamente in zone il cui accesso è soggetto a restrizioni e ammette la possibilità di stipulare da parte di soggetti pubblici o privati, polizze che coprano il rischio di una pluralità di veicoli, secondo la prassi contrattuale in uso, quando utilizzati per le attività proprie di tali soggetti e sempre che i veicoli siano analiticamente individuati nelle polizze. A coloro che non ottempereranno a questa disposizione verrà elevta una sanzione amministrativa che oscillerà tra gli 886 cento euro e i 3,464. La sanzione amministrativa è altresì ridotta ad un quarto quando l’interessato entro 30 giorni dalla contestazione della violazione esprime la volontà e provvede alla demolizione e alle formalità di radiazione del veicolo. A questa regola generale sono state stabilite alcune deroghe per: veicoli formalmente ritirati dalla circolazione nonché quelli il cui uso è vietato, in via temporanea o permanente, in forza di una misura adottata dall’autorità competente conformemente alla normativa vigente, non sono soggetti all’obbligo di assicurazione; quando il veicolo non è idoneo all’uso come mezzo di trasporto; quando l’utilizzo del veicolo è stato volontariamente sospeso per effetto di una formale comunicazione all’impresa di assicurazione. Il termine di sospensione, inizialmente comunicato dal soggetto legittimato, può essere prorogato più volte, previa formale comunicazione all’impresa di assicurazione da effettuarsi entro dieci giorni prima della scadenza del periodo di sospensione in corso e non può avere una durata superiore a dieci mesi, rispetto all’annualità.
18/01/2024.
Il decreto che stanzia 25 milioni di euro per incentivare l’acquisto di mezzi ecologici e tecnologicamente avanzati, che nelle intenzioni del Governo dovrebbe dare una spinta al rinnovo del parco veicolare con finalità no carb, è stato pubblicato in n.14 del 18/01/2024 il D.M. n. 196 del 1 dicembre 2023; ne beneficieranno le imprese di autotrasporto merci in regola con i requisiti di iscrizione al Registro Elettronico Nazionale (REN) e all’Albo degli Autotrasportatori. La suddivisione delle risorse per settore prevede lo stanziamento di 2,5 milioni per l’acquisto di automezzi ecologici nuovi, adibiti al trasporto merci di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 tonnellate; 15 milioni per la rottamazione (con contestuale acquisizione); 7,5 milioni per acquisizione di rimorchi o semi rimorchi adibiti al trasporto combinato ferroviario o dotati di ganci nave per il trasporto combinato marittimo. Gli investimenti finanziabili, solo per gli acquisti di mezzi effettuati a partire dal 18 Gennaio 2024 sono destinati a:
- acquisto di veicoli diesel Euro 6 solo a fronte di una contestuale rottamazione di automezzi commerciali vecchi pari o superiore a 7 tonnellate (da un minimo di 7.000 euro a un massimo di 15.000 euro)
2) veicoli commerciali leggeri Euro 6 step E ed Euro 6 E di massa complessiva a pieno carico pari o superiore alle 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate, con contestuale rottamazione dei veicoli della medesima tipologia (3.000 euro)
3) veicoli a trazione alternativa ibridi, elettrici, CNG e LNG (da un minimo di 4.000 a un massimo di 24.000 euro, a cui si aggiungono 1.000 euro in caso di rottamazione contestuale di un mezzo obsoleto)
4) acquisto di rimorchi e semirimorchi adibiti al trasporto combinato ferroviario o marittimo
5) acquisizione di rimorchi, semirimorchi e equipaggiamento per autoveicoli speciali superiori alle 7 tonnellate allestiti per trasporti ATP e sostituzione delle unità frigorifere/calorifere
E’ ammessa una sola domanda relativa a ciascun periodo diretta ai diversi tipi d’investimento nel limite massimo finanziabile fissato complessivamente in 550.000 euro per azienda. L’importo massimo ammissibile è omnicomprensivo per la totalità dei veicoli acquisiti dall’impresa che richiede il beneficio. e modalità di presentazione delle domande da parte delle imprese aventi diritto saranno rese note dal MIT entro 30 giorni dalla data di pubblicazione sulla G.U.
Accordo tra le istituzioni Ue sul regolamento sulle emissioni di CO2 per i mezzi pesanti nuovi, uno degli ultimi dossier del Green Deal ancora aperti. Gli obiettivi concordati prevedono una riduzione del 45% delle emissioni al 2030, del 65% al 2035, e del 90% al 2040, oltre al target del 15% al 2025 già previsto dalla normativa vigente. I target si applicheranno ai veicoli pesanti superiori alle 7,5 tonnellate e agli autobus. Per i nuovi bus cittadini è previsto un taglio delle emissioni del 90% entro il 2030, per poi raggiungere le zero emissioni entro il 2035. Nel 2027 l’Ue condurrà una valutazione intermedia degli obiettivi.
L’IRU, l’organizzazione mondiale dei trasporti stradali, ha invitato gli Stati membri dell’UE a respingere fermamente la proposta del Parlamento europeo di imporre obiettivi di acquisto obbligatori per i veicoli pesanti a emissioni zero agli operatori dei trasporti. In una lettera inviata agli Stati membri , l’IRU ha esortato i paesi dell’UE a respingere gli obiettivi di acquisto obbligatori per i veicoli pesanti a emissioni zero (HDV) da parte degli operatori dei trasporti, come proposto dal Parlamento europeo nell’ambito della revisione degli standard sulle emissioni di CO 2 per i veicoli pesanti. Nel novembre 2023, il Parlamento ha adottato la sua posizione negoziale sulla proposta della Commissione europea sugli standard di CO2 per i veicoli pesanti, introducendo un nuovo articolo che darebbe mandato alla Commissione di presentare una proposta legislativa per aumentare la quota di veicoli a motore pesanti a emissioni zero di proprietà o noleggiati da grandi operatori di flotte. Raluca Marian, direttrice dell’IRU per l’advocacy dell’UE , ha affermato: “Imporre obiettivi di acquisto obbligatori per veicoli a emissioni zero agli operatori privati sarebbe in contrasto con i diritti fondamentali garantiti dalla Carta dell’UE.“L’obbligo di acquistare veicoli a emissioni zero potrebbe non solo violare il diritto di proprietà e il diritto di svolgere attività imprenditoriali, ma potrebbe anche portare a distorsioni del mercato poiché la versione del Parlamento prevede che tali restrizioni sull’utilizzo del capitale si applichino solo ai grandi operatori.“Sia gli operatori di trasporto più grandi che quelli più piccoli hanno margini ridottissimi. L’obbligo di acquistare veicoli potenzialmente non adatti al loro tipo di operazioni e che sono due o tre volte più costosi porrebbe inevitabilmente alcuni attori in una posizione di svantaggio competitivo”.Inoltre, attualmente esiste una significativa mancanza di infrastrutture per i combustibili alternativi in tutta l’UE e il regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi diventerà applicabile solo a partire da quest’anno.
FONTE Comunicato IRU
Artusi sulla Transizione green: “Ci aspettiamo risposte dalla politica italiana a da quella europea”
«L’anno appena cominciato è denso di sfide che segneranno il futuro del settore dei veicoli commerciali, ma tali sfide sono condizionate, in un modo o nell’altro, dalle decisioni che la politica – europea e nazionale – assumerà per favorire la transizione green. Soprattutto dalle istituzioni europee, ma anche dal governo italiano, ci aspettiamo risposte non più ideologiche e teoriche, ma realistiche, concrete e tempestive, con misure in grado di far raggiungere la sostenibilità ambientale, economica e sociale a un settore vitale come quello dell’autotrasporto». Lo ha dichiarato Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto con delega a Truck&Van e componente del Board dell’associazione dei dealer europei AECDR. «In questo senso, le prossime settimane saranno determinanti», ha continuato Artusi. «Da una parte, il Trilogo europeo sui Target CO2 per gli heavy duty, che sarà avviato a partire dal 18 gennaio, permetterà di riaprire il dibattito sull’introduzione del Carbon Correction Factor (CCF), la cui adozione – solo timidamente sostenuta dal Consiglio e respinta dal Parlamento – consentirebbe di valorizzare l’impiego dei biocarburanti carbon neutral, soluzione che è indicata come strategica per la decarbonizzazione sia dalla Direttiva RED III che dal Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC), utilizzandoli fin da ora con evidenti benefici per l’ambiente e per il clima. Dall’altra, vi è l’annunciato rilancio dell’ “Ecobonus” da parte del nostro governo, teso ad incentivare il ricambio del parco dei veicoli commerciali leggeri anche con carburanti tradizionali su veicoli di ultima generazione, dall’altra c’è l’impegno dell’intera filiera dell’autotrasporto e dell’automotive che si sta attivando unitariamente per ottenere a breve un Piano incentivi dotato di uno stanziamento più ampio di quello accordato finora, da erogare con criteri di selettività, rapidità e semplicità, per accelerare il ricambio del parco veicoli delle imprese in Conto Terzi, che sono tra i più vetusti d’Europa». «Stona, perciò, in questo ambito», ha aggiunto il vicepresidente di Federauto, «il ritardo che ancora una volta sta subendo l’iter del Fondo Investimenti strutturale da 25 milioni per il 2023, anch’esso destinato proprio al rinnovo del parco camion. Da tempo approvato con un apposito decreto interministeriale, ha dovuto attendere per mesi il decreto del MIT che al momento deve ancora passare l’esame della Corte dei Conti ed essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ritardando ulteriormente l’effettiva entrata in vigore della misura che necessita di un decreto direttoriale che può richiedere molto altro tempo prima di giungere finalmente al “click-day” per le prenotazioni da parte delle imprese».«Ciò vuol dire che in questo momento sono le imprese di autotrasporto a farsi direttamente carico del rinnovamento del parco», ha proseguito Artusi, «confidando in un’attenzione del governo che – in un futuro il più possibile immediato – si traduca in sostegno economico e indirizzo politico».«Perché la transizione verso un trasporto merci sostenibile e più sicuro sulle strade», ha concluso Artusi, «non può avvenire per legge da un giorno all’altro, ma deve essere governata mediante un sostegno continuo e coerente alle imprese per avvicinarsi agli obiettivi di decarbonizzazione, cominciando fin da ora a migliorare la qualità ambientale del parco dei veicoli commerciali leggeri e pesanti che circolano nel nostro Paese».
COMUNICATO FEDERAUTO
Le dinamiche concorrenziali globali rendono sempre più evidente la forte esigenza di aumentare la complementarità tra logistica e produzione.Trasporto e logistica rappresentano leve di competitività per l’industria nazionale e settori strategici in un’economia fortemente orientata all’export, in una prospettiva di rafforzamento delle connessioni europee e di affermazione di un nuovo ruolo dell’Italia come ponte tra il Nord Europa e il Mediterraneo.Lo sviluppo di un Paese è fortemente condizionato dalla quantità e dalla qualità delle connessioni di trasporto e logistica, che uniscono i diversi anelli delle filiere di produzione e consumo e, proprio in questo momento storico di rilancio dell’economia e di riforme per l’Italia, è fondamentale puntare su una logistica efficiente ed infrastrutture all’avanguardia per traguardare le sfide attuali e del futuro. Il valore totale delle attività logistiche in Italia è di 135,4 miliardi di euro, corrispondente all’8.2% del PIL. E secondo le previsioni più accreditate, il settore registrerà una decisa crescita del fatturato anche nel biennio 2023-2024. Se consideriamo che al forte peso del Nord Italia in termini di PIL (56,6%), di imprese attive (46%) e di export (69%) non sempre risponde un’offerta infrastrutturale e logistica adeguata nonché un semplice attraversamento dei valichi alpini, è possibile immaginare che ci siano ampi margini di miglioramento. Confindustria, consapevole della necessità di strutturare un dialogo sempre più efficace tra istituzioni, industria e logistica, ha ritenuto assumere un ruolo attivo nella promozione di iniziative che possano portare ad integrare in modo efficace domanda e offerta logistica e, insieme al Sistema associativo dopo un lavoro di studio e approfondimento, ha definito il documento “Industria, Trasporti, Logistica e Infrastrutture: INSIEME per le competitività del Paese”. La ricerca di una visione unitaria, sistemica e integrata tra industria e logistica con l’intento di individuare una strategia in favore dell’accessibilità e dei collegamenti, della “sostenibilità equilibrata” dei trasporti dal punto di vista ambientale, economico e sociale, la piena realizzazione delle reti di trasporto TEN- T, il superamento delle criticità ai valichi alpini verso la totale permeabilità delle Alpi, lo sviluppo del trasporto combinato e intermodale
Fonte: Comunicato Stampa Confindustria
Dall’indagine sulle aspettative e crescita nel quarto trimestre della Banca d’Italia emerge che le aspettative sull’inflazione al consumo tra le imprese italiane si sono nettamente ridotte su tutti gli orizzonti, riportandosi sui livelli della seconda metà del 2021 e poco al di sopra del 2%. Il tasso atteso di inflazione al consumo è sceso, in media, al 2,4 per cento tra 6 mesi (da 5,1 nella precedente indagine), al 2,3 tra 12 mesi (da 4,7), al 2,1 tra 2 anni (da 4,2) e al 2,1 su un orizzonte compreso tra i 3 e i 5 anni.
Per il primo trimestre del 2024 inoltre le imprese italiane prevedono un proseguimento dell’espansione dell’occupazione. L’indagine della Banca d’Italia rileva che il divario tra la quota di aziende che prevedono di espandere il numero di addetti e la quota di quelle che si aspettano di ridurlo è leggermente aumentato rispetto alla scorsa rilevazione (a 11 punti percentuali da 8).
Le attese restano più favorevoli nel settore delle costruzioni, con un saldo di 23 punti percentuali, stabile rispetto al terzo trimestre.
Più in generale nel quarto trimestre del 2023 la quota delle imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti che segnalano un peggioramento della situazione economica generale del Paese è scesa al 29 per cento, dal 37 della scorsa rilevazione, mentre è lievemente salita, dal 4 all’8 per cento, quella delle aziende che riportano giudizi più favorevoli. La percentuale di imprese che ritiene nulla o bassa la probabilità di un miglioramento della situazione economica generale nei successivi tre mesi resta ampiamente maggioritaria e su livelli pressoché invariati rispetto al trimestre precedente. La domanda interna rimane debole, ma mostra segnali di ripresa. Il saldo tra la quota di imprese che hanno riportato un aumento delle vendite nel quarto trimestre del 2023 e quelle che ne hanno segnalato una diminuzione è infatti migliorato in tutti i settori grazie alla domanda interna, mentre quella estera rimane debole. Le attese per il primo trimestre 2024 sulla domanda totale ed estera sono favorevoli e in lieve miglioramento rispetto alla scorsa rilevazione. Quanto all’accesso al credito, le valutazioni sono migliorate per tutti i settori, ma rimangono più negative per le imprese delle costruzioni. Resta superiore al 90 per cento la quota di imprese che considerano le proprie condizioni di liquidità almeno sufficienti. Il saldo dei giudizi sulle condizioni per investire, pur rimanendo negativo, è migliorato. Al netto delle costruzioni, il divario tra la quota di imprese che prefigurano un aumento della spesa per accumulazione di capitale e quelle che ne prevedono una riduzione nel primo semestre del 2024 rispetto al secondo semestre del 2023 è positivo e in lieve aumento rispetto alla scorsa rilevazione, a seguito del rialzo nei servizi e della sostanziale stazionarietà nell’industria. Il saldo si conferma positivo anche per l’intero 2024.
Decisamente più fosco era lo scenario dell’indagine resa nota a metà ottobre (eseguita a cavallo tra agosto e settembre): allora le valutazioni sulla situazione economica generale del Paese, così come le attese sulle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, erano risultate «significativamente peggiorate» rispetto a quelle rilevate nel trimestre precedente, sebbene le difficoltà legate al costo dei beni energetici si fossero nel frattempo ulteriormente attenuate.
Il ministero della Mobilità del governo di Vienna ha aggiunto un altro divieto ai transiti verso la Germania e destinazioni successive su quella direttrice. Il divieto entra in vigore da oggi per tutti i sabati fino al 9 marzo, dalle ore 7:00 alle ore 15:00. In Austria esiste già un divieto che si applica ai camion e interessa, nel corso del fine settimana dalle 15 del sabato alle 22 della domenica, l’intero territorio nazionale. Adesso, tramite Regolamento n. 2/24 dell’8 gennaio 2024. Questo divieto integrativo si applica a tutti gli autocarri di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate sulle autostrade A/12 e A/13 in Tirolo, per i veicoli che devono raggiungere l’Italia o la Germania ed altre destinazioni su quella direttrice. Sono infine previste deroghe per i veicoli impegnati in missioni di trasporto combinato.
Il termine per l’iscrizione al Ren slitta da ieri 15 gennaio alla prossima estate.
La circolazione Autostradale del Frejus, per lavori di manutenzione sarà totalmente interrotta in entrambe le direzioni dalle ore 22.00 del 26 fino alle ore 6.00 del 29 gennaio. Lo ha comunicato la Sitaf – Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus SpA. Dall’inizio del corrente mese infine sono in vigore anche i controflussi notturni dal martedì alla domenica.
ROMA – “La campagna di ampliamento e consolidamento del FLC raggiunge un importante traguardo con l’ingresso di Intesa Sanpaolo Innovation Center, centro di competenza del Gruppo bancario a supporto dello sviluppo delle startup e dell’ecosistema dell’innovazione, tra i propri soci. La presenza di questo centro di innovazione della principale banca italiana testimonia l’attenzione che il sistema finanziario sta dedicando al settore della logistica, sia fisica che digitale. Il FLC si distingue per la creazione di un ecosistema multimodale, multilivello e multi-attore, contrapponendosi alle rivendicazioni legate esclusivamente a modalità specifiche di trasporto. La collaborazione di Intesa Sanpaolo Innovation Center con i principali attori del settore sarà fonte di ispirazione per soci e stakeholder, promuovendo la logistica sostenibile all’interno di un ecosistema virtuoso che contribuirà attivamente all’aumento del PIL nazionale e alla modernizzazione dei servizi di trasporto e logistica.” È quanto dichiara Il presidente del Freight Leaders Council, Massimo Marciani, in merito all’adesione di un nuovo prestigioso membro nella compagine associativa: Intesa Sanpaolo Innovation Center. Il Gruppo Intesa Sanpaolo è il precursore nella diffusione in Italia e a livello internazionale dei valori e della cultura dell’economia circolare. Dal 2016 Intesa Sanpaolo è stata la prima istituzione finanziaria al mondo a divenire Strategic Partner della Ellen MacArthur Foundation, il più importante e autorevole think-tank impegnato nel promuovere l’accelerazione della transizione sistemica verso la circular economy. Il Gruppo esplica il proprio impegno sui temi di economia circolare tramite Intesa Sanpaolo Innovation Center, la società del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata alla frontiera dell’innovazione, che esplora scenari e tendenze future, sviluppa progetti di ricerca applicata, supporta startup ad alto potenziale e accelera la trasformazione delle imprese secondo i criteri dell’open innovation e dell’economia circolare, per fare di Intesa Sanpaolo la forza trainante di un’economia più consapevole, inclusiva e sostenibile, a prova di futuro. “Trasporti e logistica sono settori trasversali di fondamentale importanza per la transizione verso l’economia circolare, che mira a slegare lo sviluppo economico dallo sfruttamento delle risorse naturali esauribili e a ridisegnare il sistema industriale, ed è per questo motivo che Intesa Sanpaolo Innovation Center, a cui la banca capogruppo ha affidato il compito di diffondere il nuovo modello economico-produttivo, ha deciso di aderire al Freight Leader Council mettendo a disposizione know-how ed esperienze” – afferma Luigi Ruggerone, Senior Director Business and Innovation Research di Intesa Sanpaolo Innovation Center.
Comunicato stampa Freight Leaders Council
Nel mese di dicembre il mercato dei veicoli industriali registra una brusca frenata, con le immatricolazioni ferme a 1.851 unità rispetto alle 2.587 del 2022 (-28,5%). Tutte le categorie di peso chiudono l’ultimo mese dell’anno in negativo: il comparto dei veicoli pesanti con massa uguale o superiore a 16 t registra il calo più consistente del 30,8%, seguito dal segmento dei veicoli leggeri fino a 6 t che mostra un disavanzo del 23,1%, mentre i veicoli medio-leggeri nella fascia tra le 6,01 t e le 15,99 t segnano una flessione a doppia cifra del 13,3%. Ad ogni modo, nel corso dei dodici mesi del 2023, il dato consolidato riflette la crescita migliore dal 2008, con il +12,2% (+12,6% per i veicoli pesanti, +15,8% del comparto medio-leggeri, -11,1% per la fascia dei leggeri) e oltre 3.000 unità immatricolate in più rispetto al 2022. Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, commenta così i dati del mercato: “Valutiamo postivamente l’andamento complessivo dell’anno, a riprova della dinamicità del settore dei veicoli industriali, che rappresenta notoriamente la cartina di tornasole dello stato di salute dell’economia del nostro Paese. Ciononostante, il dato registrato a dicembre (-28,5%), unitamente al calo della domanda già in corso da mesi, lascia presagire una contrazione del mercato nel 2024”. “Accogliamo, quindi, con favore l’intervento del Governo relativo al contributo maggiorato per la c.d. Sabatini Green, che sostiene gli investimenti in veicoli a basso impatto ambientale compatibili con l’uso dell’HVO. Tuttavia, non possiamo non esprimere il nostro rammarico per non aver colto l’opportunità di parametrare l’aumento delle tariffe autostradali nel 2024 in base alla classe di emissione, cominciando così ad introdurre in maniera fattiva il principio «chi più inquina più paga»”, sottolinea Starace. “Coerentemente con gli obiettivi di decarbonizzazione che i Costruttori hanno già da tempo abbracciato ed in ragione degli stringenti nonché prossimi target europei, risulta ormai improrogabile un intervento dell’Esecutivo, già a più riprese sollecitato, che preveda l’istituzione di un Fondo ad hoc a sostegno degli investimenti in veicoli e infrastrutture di ultima generazione, al fine di svecchiare il parco circolante e sostenere la competitività dell’autotrasporto italiano”, conclude il Presidente Starace.
La Roadpol, rete di cooperazione tra le Polizie Stradali europee, ha pubblicato il calendario delle attività finalizzate ad aumentare la sicurezza sulle strade, previste per il nuovo anno, in cui saranno previsti controlli mirati sui mezzi pesanti. Le settimane di Truck and Bus per il 2024 si svolgeranno in tre diversi momenti: febbraio, 19 al 25; aprile, dal 13 al 19;novembre, dall’11 al 17. Le iniziative si svolgeranno nel mese di febbraio e di novembre, con la partecipazione anche l’Autorità europea del lavoro (ELA).
Dal primo gennaio 2024 le tariffe per i mezzi leggeri e pesanti subiranno un incremento del 5,1%. Lo ha comunicato nei giorni scorsi la Commissione Intergovernativa del Traforo del Monte Bianco, sulla base del tasso medio di inflazione maturato in Italia e in Francia.
Pedaggi autostradali più costosi: nel prossimo anno subiranno un incremento del 2,3%, corrispondente all’indice d’inflazione prevista per l’anno prossimo.
La disposizione è contenuta nel decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri, si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore.
Agenzia Dogane e Monopoli ha messo a disposizione il software per la compilazione e la stampa delle dichiarazioni dei consumi di gasolio e HVO da parte delle imprese di autotrasporto merci per il recupero accise del quarto trimestre 2023, per richiedere le quali i termini restano aperti dall’1 al 31 gennaio 2024. Per poter fruire del rimborso è obbligatoria l’indicazione, nella fattura elettronica, della targa del veicolo rifornito da impianti di distribuzione carburanti. Le dichiarazioni debbono essere trasmesse tramite il Servizio Telematico Doganale – EDI da parte dei soggetti abilitati. Ma si può anche presentare la dichiarazione cartacea unitamente alla sua riproduzione su supporto informatico (CD-rom, DVD, pen drive USB) presso l’ufficio doganale competente in base alla sede dell’aziende. Le istanze di rimborso devono riferirsi alle fatture per rifornimento di gasolio aventi data dall’1 ottobre al 31 dicembre 2023; eventuali consumi non risultanti dalle fatture non sono ammessi al beneficio. Sono ammessi al rimborso esclusivamente i consumi relativi ai veicoli di peso pari e superiore a 7,5 tonnellate e di classe ecologica Euro 5 e superiori. Il rimborso è stato esteso al 2023 per l’acquisto dei gasoli paraffinici ottenuti da sintesi o da idrotrattamento (biocarburanti quali HVO e GTL). L’entità del rimborso per il quarto trimestre 2023 è pari a 214,18 euro per ogni mille litri di prodotto. Il limite quantitativo di consumo massimo di gasolio è pari a 1 litro per ogni chilometro percorso (art.8 DL n.124/2019). Non saranno accettate dichiarazioni con l’indicazione di litri consumati maggiori dei chilometri percorsi. Il rimborso può essere usufruito in compensazione tramite il modello F24, decorsi 60 giorni dalla presentazione della dichiarazione senza che l’ufficio doganale abbia sollevato eccezioni; il codice tributo è 6740. La disposizione prevede che è possibile chiedere il rimborso in denaro che, nel caso di compensazione, non è soggetta ad alcun limite di importo nel corso dell’anno e può essere effettuata fino alla fine dell’anno successivo a quello in cui è sorto il credito d’imposta; eventuali eccedenze non compensate dovranno essere chieste a rimborso entro i successivi sei mesi.
La Camera dei Deputati, in sede di approvazione (oggi è definitiva) della legge finanziaria, ha approvato lo stanziamento di 20 milioni a favore dell’autotrasporto per le spese di acquisto di autogasolio sostenute nel luglio 2022. Per le aziende si tratta di un credito d’imposta pari al 12% delle spese di gasolio effettuate. Le imprese dovranno richiedere espressamente il contributo; dopo l’accertamento, potranno portare il credito in compensazione da imposte, tasse e contributi da pagare entro il 30 giugno 2024.
Il bonus gasolio autotrasporto, rimborsato come credito d’imposta per le spese di acquisto di gasolio sostenute nel II° semestre 2022, a valere suol fondo di 300 milioni stanziati dal Governo , deve essere richiesto entro il 31 dicembre 2023. A tal fine Agenzia delle Entrate istituito il seguente codice tributo “7056” denominato “credito d’imposta per l’acquisto del gasolio a favore delle imprese esercenti le attività di trasporto di merci in conto proprio