La campagna delle amministrazioni pubbliche nazionali e regionali (spesso anche provinciali), basata su incentivi corposi destinati ai giovani che vogliano intraprendere la professione di driver di mezzi pesanti, iniziata più di due anni fa senza grandi risultati, continua. E’ di poco tempo fa la notizia che l’Albo ha stanziato per questi contributi un milione di euro. Il ministero dei Trasporti da parte sua ha stanziato 1,3 milioni di euro per rinnovare 520 contributi già emessi ma non erogati per l’esaurimento dei fondi disponibili. Questa somma si aggiunge agli 863mila euro sbloccati nel 2022. I beneficiari riceveranno una comunicazione via mail a avranno 60 giorni per attivare il contributo presso una delle autoscuole accreditate. Alle Istituzioni centrali si sono aggiunte quelle regionali: in Sardegna, la Giunta regionale ha stanziato un milione di euro per coprire le spese per conseguire o rinnovare le patenti C, D ed E e le relative Cqc, con un contributo massimo di 3.500 euro per candidato. Il beneficiario del contributo avrà due modi per usarlo: fideiussione da presentare all’autoscuola abilitata al momento dell’iscrizione oppure rimborso delle spese dei corsi da chiedere all’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro. Lombardia, Ebrital e Cesvip hanno selezionato 19 candidati per un corso di formazione gratuito per conseguire le patenti C ed E e la Cqc, cui è abbinato un contratto di lavoro a tempo determinato (un anno) presso le imprese di autotrasporto che aderiscono all’iniziativa, che sono associate alla Fai. Gli studenti selezionati hanno un’età tra 23 e 54 anni e inizieranno i corsi il 6 novembre 2023 nella sede della Fai di Orio al Serio, in provincia di Bergamo.
Rassegna Stampa
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ott
Al traino dei servizi ovvero viaggi, pacchetti turistici, ticketing per l’acquisto di biglietti per l’aereo, bus, treno, nave oltre ai concerti ed eventi. Il valore dell’e-commerce in Italia quest’anno supererà i 54,2 miliardi, con un +13% sul 2022, grazie alla decisa ripresa dei servizi che ora valgono 19,2 miliardi della spesa, con una crescita di un quarto. Per l’acquisto di prodotti fisici invece sono stati spesi 35 miliardi (+8%), dato in linea con l’inflazione. Lo shopping online fa così un altro progresso e sul totale del retail vale il 13%, guadagnando un punto percentuale. È quanto rivela la 23esima edizione dell’Osservatorio e-commerce B2c della School of management del Politecnico di Milano e da Netcomm. «L’e-commerce B2c cresce più lentamente rispetto agli ultimi anni – segnala Alessandro Perego, Responsabile scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico -. Per chi vende la sfida è la flessibilità per rispondere ai cambiamenti nelle politiche monetarie, delle scelte dei consumatori e la sostenibilità». In termini di vendite le migliori performance sono ad appannaggio del turismo e trasporti (+30%) seguiti dagli eventi (+8%). «Per i prodotti sono allineati alla media o sopra beauty (+11%), l’informatica ed elettronica di consumo (+8%) e l’editoria (+8%)» aggiunge Riccardo Mangiaracina, Responsabile scientifico dell’Osservatorio. Nel post Covid fatica il food&grocery (-0,5%) che non sempre si rivela remunerativo per le insegne della Gdo. Tra i nuovi trend dell’online legati alla sostenibilità c’è quello dell’usato in particolare per l’abbigliamento, arredamento e gli oggetti per la casa. Da parte sua Valentina Pontiggia, direttrice dell’Osservatorio avverte: «Sebbene i numeri non evidenziano prospettive particolarmente rosee il digitale è ormai essenziale per il retail. Dell’e-commerce viene apprezzata la capacità di amplificare la relazione tra brand e consumatori ed estendere, in termini spazio-temporali, una visita occasionale e discontinua in negozio in una relazione potenzialmente continua». La scelta di acquistare online è ormai una abitudine di routine per 33 milioni di italiani, «clienti esigenti che chiedono un’offerta sempre più personalizzata» aggiunge Roberto Liscia, presidente di Netcomm. Da parte loro i venditori testano il ricorso all’intelligenza artificiale per personalizzare la customer experience in fase di navigazione, scelta e acquisto online, il provare virtualmente i capi d’abbigliamento o il trucco usando la camera dello smartphone o l’Extended Reality per simulare la fisicità della visita in negozio anche attraverso i canali digitali, per migliorare le attività di relazione con il consumatore e per ottimizzare i processi di back-end.
SOLE24ore
27
ott
I driver professionisti italiani evidenziano criticità superiori rispetto alla media europea. Se la sicurezza stradale, la congestione del traffico e la mancanza di parcheggi sono considerate sfide significative a livello europeo, in Italia sono vissute come particolarmente difficili. Questa la conclusione di una ricerca di Webfleet sui driver dei furgoni(corrieri in prevalenza) che denunciano,tra i problemi più urgenti, anche il rispetto delle tempistiche di consegna, la gestione a livello burocratico e la soddisfazione delle aspettative dei clienti finali. A questi elementi di criticità si aggiunge anche la comunicazione con i clienti e con l’ufficio è una sfida che in Italia è più sentita rispetto al dato europeo nel suo complesso. I driver intervistati da Webfleet inoltre, quando è stato chiesto loro cosa migliorerebbe il proprio lavoro, hanno forinto all’unisono una sola risposta:“una maggiore sicurezza stradale” è stata la risposta più comune tra i conducenti di furgoni europei. Altrove “tornare a casa sani e salvi” è stata considerata la seconda cosa più importante per i driver per ciò che riguarda il proprio lavoro. La congestione del traffico (i furgoni agisono per lo più in ambiti cittadini) secondo i driver è l’altra grande fonte di disagi. Nonostante tutta questa sfilza di importanti criticità,la buona notizia è tra i driverla soddisfazione lavorativa rimane elevata, con la stragrande maggioranza dei driver che dichiara di essere soddisfatta o estremamente soddisfatta del proprio lavoro. Il 48% degli autisti di furgoni afferma che “fare bene il proprio lavoro” è il fattore più importante per la propria attività, rendendolo quindi l’elemento più importante in generale. Percentuale che, nel caso italiano, raggiunge addirittura il 57% degli intervistati.
27
ott
La Commissione europea per l’ambiente ha proposto ieri una riduzione delle emissioni inquinanti del 45% per il periodo 2030-2034, del 70% per il periodo 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040; riduzione che alza le barriere inizialmente proposte e che mira a rafforzare la transizione forzata verso l’elettrico. In particolare, si parla di un -45% per il periodo 2030-2034, -70% per il periodo 2035-2039 (rispetto al 65% proposto dalla Commissione) e -90% a partire dal 2040. Altre restrizioni sono state proposte per le emissioni di particelle dei freni e il tasso di abrasione degli pneumatici; un passaporto ambientale aggiornato del veicolo contenente informazioni quali consumo di carburante, stato della batteria, limiti di emissioni, risultati delle ispezioni tecniche periodiche; requisiti di durata più severi per veicoli, motori e sistemi di controllo dell’inquinamento; obbligo di installare sistemi di bordo per il monitoraggio di diversi parametri, quali le emissioni di gas di scarico in eccesso, il consumo reale di carburante ed energia e lo stato di salute delle batterie di trazione; norme specifiche per i produttori di piccoli e piccolissimi volumi. Fin qui le proposte della Commissione parlamentare sulle quali dovrà esprimersi il Parlamento Europeo nel quale, come è noto, le Lobbies e i gruppi parlamentari hanno un peso maggiore. Intranto già si registrano le posizioni degli europarlamentari di Fratelli d’Italia Piero Fiocchi e Carlo Fidanza i quali, in una nota stampa, hanno lamentato che «il voto sul regolamento degli standard di emissione di CO2 per i veicoli pesanti rappresenta una nuova mazzata sul settore automotive, imponendo target irrealistici e una transizione impostata sul ‘tutto elettrico’ che viola il principio della neutralità tecnologica». La pronuncia negativa degli esponenti di Fratelli d’Italia come è ovvio anticipa la posizione del Governo Italiano che non sarà favorevole e che darà battaglia. Vedremo come andrà a finire anche se per gli Autotrasportatori e le flotte di autobus cittadini, il fatto che proposte del genere abbiano trovato una posizione maggioritaria nella commissione europarlamentare, non è una gran notizia.
27
ott
Eni Sustainable Mobility e Lannutti, gruppo specializzato nel settore del trasporto, delle spedizioni e della logistica integrata, hanno sottoscritto un accordo per alimentare la flotta di Lannutti con HVOlution, il diesel prodotto da Eni con 100% da materie prime rinnovabili. Attraverso questo accordo, un quinto della flotta di Lannutti – 300 unità su un parco mezzi totale a livello Europa di 1.500 unità, composta da varie tipologie di veicoli tutti di proprietà – sarà ora alimentata esclusivamente a HVO. La fornitura del biocarburante al Gruppo Lannutti è resa possibile dalla rete dei punti vendita Eni Sustainable Mobility: il prodotto oggi è disponibile in 550 stazioni di servizio in Italia . L’HVO sta generando un crescente interesse nel settore dei trasporti come alternativa ai combustibili tradizionali, dal momento che svolge un ruolo importante nel percorso verso la decarbonizzazione (può ridurre le emissioni di CO2 fino al 90%).
24
ott
L’Albo nazionale degli autotrasportatori non rinuncia a trovare soluzioni contro la carenza degli autisti nell’autotrasporto ed anzi rilancia con un nuovo provvedimento concordato in tandem con il Ministero della Pubblica Istruzione mirato ad incentivare il conseguimento della patente di guida di categoria C/CE e della patente professionale CQC per il trasporto di merci presso autoscuole o enti di formazione autorizzati. Il provvedimento, la cui pubblicazione è prevista a breve sul Portale dell’Albo, nei casi in cui gli studenti siano già titolari della patente di categoria C/CE, prevede che si possa accedere al solo corso per il conseguimento della CQC.
19
ott
I lavoratori coperti dal contratto nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni hanno un importante (e gratuito) supporto sanitario, ossia il fondo integrativo Sanilog, che offre numerose prestazioni legate alla salute. Per illustrare i suoi servizi e presentare studi e dati sulla prevenzione e la cura, Sanilog ha organizzato a Roma un convegno, che si svolgerà il 9 novembre 2023 a Palazzo Doria Pamphilj e sarà intitolato “Priorità salute. Il welfare sanitario integrativo della filiera logistica italiana”.
Durante il convegno parleranno quindici relatori in rappresentanza delle categorie a vario titolo coinvolte nella sanità integrativa della filiera logistica: dai vertici Sanilog a esponenti delle organizzazioni sindacali, dai vertici di UniSalute – Compagnia del Gruppo Unipol e prima assicurazione sanitaria in Italia per numero di clienti gestiti che per Sanilog eroga le prestazioni di natura generica (sanitarie e assistenziali) – a rappresentanti del mondo delle istituzioni a vario titolo coinvolte nel settore della sanità integrativa.
Valeria Contu, segretario generale di Sanilog, presenterà i risultati di un’inedita indagine realizzata dal fondo su un campione rappresentativo degli oltre 275mila iscritti, che ha lo scopo di conoscere meglio i loro stili di vita le prestazioni sanitarie più apprezzate e a identificare le aree di miglioramento dell’attuale piano sanitario. L’evento proseguirà con la tavola rotonda intitolata “Prevenzione e corretti stili di vita. Il patto di Sanilog per la salute dei lavoratori”, un momento di confronto dedicato alle migliori pratiche da adottare nell’ambito della prevenzione sanitaria e degli stili di vita e al ruolo che entrambi possono giocare nelle sfide che attendono la filiera logistica italiana.
Dopo una pausa, i lavori riprenderanno con un’intervista ad Antonella Viola, immunologa, docente e autrice di “La via dell’equilibrio, scienza dell’invecchiamento e della longevità”. Seguirà – dopo un monologo umoristico a cura del comedian, cantante e scrittore Alberto Patrucco – la seconda tavola rotonda intitolata “Evoluzione e prospettive del welfare sanitario integrativo in Italia” dedicata al presente e al futuro di quello che viene definito il “secondo pilastro socio-sanitario”.
Il presidente di Sanilog, Piero Lazzeri spiega che “il convegno che organizzeremo a Roma sarà il primo momento di studio, analisi e dibattito sulla sanità integrativa della filiera logistica nella storia di Sanilog e di questo non possiamo che essere orgogliosi. Questo appuntamento riunirà per la prima volta alcune delle figure di riferimento della sanità integrativa in Italia. Un panel di grande livello che si confronterà sul presente e sul futuro del nostro settore e, più in generale, sulle sfide e le opportunità per la sanità integrativa in un Paese, il nostro, dove le risorse pubbliche destinate al Servizio Sanitario Nazionale tendono a ridursi e la spesa sanitaria privata continua a crescere”.
19
ott
Il governo italiano ha confermato l’intenzione di citare in tribunale l’Austria per l’impasse del Brennero, che da molti anni paralizza il trasporto merci e gli utenti del trasporto stradale, ferroviario e combinato.L’IRU accoglie con favore la conferma da parte del governo italiano dell’intenzione di portare l’Austria in tribunale in un nuovo tentativo di sbloccare l’impasse del Brennero, dopo l’inerzia della Commissione Europea. La scorsa settimana l’IRU, insieme ad alcune associazioni nazionali, aveva nuovamente invitato la Commissione europea a rilanciare i negoziati bloccati tra Germania, Italia e Austria e, se necessario, ad avviare essa stessa un’azione legale. In qualità di custode del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e dei suoi principi chiave, inclusa la libera circolazione delle merci nel mercato interno, la Commissione europea avrebbe dovuto intraprendere tale azione, non l’Italia. Raluca Marian, direttrice dell’IRU EU Advocacy , ha dichiarato: “È chiaro che il governo italiano ha perso la pazienza sulla questione della rotta del Brennero. L’Italia ora intende intraprendere un’azione legale, cosa che la Commissione Europea avrebbe dovuto intraprendere diversi anni fa. È giunto il momento che la Commissione europea agisca”.
Fonte: IRU
19
ott
Torino consolida il suo ruolo di laboratorio di sperimentazione di tecnologie di frontiera applicate ai servizi per i cittadini con l’approvazione questa mattina da parte della Giunta Comunale, su proposta dell’assessora all’Innovazione Chiara Foglietta, dell’accordo di collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale per l’attuazione dei bandi di domanda pubblica intelligente, previsti all’interno del programma “Smarter Italy”. Il progetto – finanziato e promosso dal Ministero dello Sviluppo economico (MISE), dal Ministero dell’Università e della ricerca (MUR), dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione (MITD) – è partito con l’adesione di 23 Comuni selezionati di cui 11 città definite ‘Smart Cities’, 12 centri definiti “Borghi del futuro”, tra i 3mila e i 60mila abitanti, che diventeranno laboratori di appalti innovativi. A differenza degli appalti tradizionali, lo Stato non acquisterà prodotti o servizi standardizzati già disponibili sul mercato, ma stimolerà gli operatori e le imprese a creare soluzioni nuove per la mobilità, la cultura, il benessere e la cura della persona e la salvaguardia dell’ambiente basate su tecnologie emergenti specifiche. Le aziende vincitrici avranno a disposizione un importo complessivo di 90 milioni di euro. Ai bandi potranno partecipare imprese, start-up, università, centri di ricerca, enti del terzo settore e liberi professionisti che propongano progetti innovativi per rispondere alle esigenze indicate dai Comuni. L’ambito scelto per la collaborazione dalla Città di Torino è quello relativo alla ‘Smart Mobility’, per i quali sono già stati pubblicati due bandi per la mobilità integrata e lo spostamento delle merci, spesso realizzato con logiche non ispirate a una razionalizzazione degli spostamenti e delle risorse e con mezzi inquinanti e inefficienti. Alle consegne necessarie per le attività commerciali, negli ultimi anni si sono aggiunte, sempre più, quelle a domicilio per i privati che acquistano beni materiali on-line, ponendo nuove problematiche per arrivare al domicilio finale del cliente. Allo stesso modo raggiungere la propria destinazione è l’obiettivo di chi si sposta per motivi di lavoro e per esigenze personali, spesso integrando e combinando più mezzi di trasporto – treno, auto, metropolitana, bicicletta, piedi, motorino – organizzandoli al meglio e facendo combaciare gli orari di percorrenza degli stessi per limitare le perdite di tempo e producendo il minor impatto ambientale possibile, principalmente in termini di emissioni di CO2. E’ sicuramente un proposito nobile ma non è sempre facile realizzarlo. “L’obiettivo – spiega l’assessora all’Innovazione Chiara Foglietta – è trovare soluzioni innovative in tema di mobilità e logistica potenzialmente replicabili in altre città italiane. Un supporto in tal senso può arrivare dalle tecnologie emergenti e il miglioramento nella gestione dei flussi di traffico di persone – attraverso mobilità intelligente, autonoma e connessa – e beni – con lo sviluppo di nuove iniziative commerciali, la razionalizzazione degli spostamenti e l’ottimizzazione dei trasporti – avrà ricadute positive sia per la vita quotidiana dei cittadini, in particolare nei centri urbani, sia per il tessuto produttivo, garantendo quantità e tempi di consegna e sostenibilità dal punto di vista economico e ambientale”.
Fonte: TORINOCLICK
18
ott
La battaglia che sta conducendo l’Authority contro l’abolizione del contributo ART a carico dell’autotrasporto da ieri non ha più alcuna possibilità di prevalere. La conversione in Legge del D.L. 104, confermato l’esclusione degli operatori economici del settore Autotrasporto merci dalle competenze dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti e, di conseguenza , dall’onere del pagamento del relativo contributo per il funzionamento dell’Autorità medesima. E’ opportuno sottolineare però che agli effetti pratici, l’esclusione è valida dal il 10 agosto scorso quando fu emanato il decreto convertito ieri e quindi si apre la questione di quanto già avvenuto per quel che riguarda i versamenti effettuati dalle imprese alla medesima data. Lo stesso decreto convertito in legge ieri porta con se anche il recupero dello stanziamento dei 37 milioni di euro destinati al pagamento degli “Investimenti” effettuati dalle imprese di autotrasporto nel biennio 2020-2021. Questi fondi erano stati decurtati dallo stanziamento complessivo di 122.225.624 euro in occasione della spending review avviata dal MEF lo scorso mese di settembre.
17
ott
Il Consiglio dei Ministri, dopo aver più volte evocato la possibilità di mettere in moto la procedura prevista dall’art.259 del Trattato UE contro i divieti austriaci al Brennero, ha formalmente deciso di passare ai fatti:”È la prima volta che l’Italia ricorre direttamente alla Corte di Giustizia contro un altro Stato Membro per violazione del diritto europeo. Si tratta – ha precisato il vicepresidente del Consiglio e ministro Matteo Salvini – di una scelta difficile ma obbligata a fronte della posizione attendista assunta dalla Commissione ed all’impossibilità di raggiungere una soluzione negoziata. Spetterà quindi alla Corte di Giustizia chiarire se i divieti austriaci al traffico pesante siano legittimi o se debba prevalere il principio della libera circolazione di merci e persone sancito dai Trattati”.
“La decisione che il Governo ha assunto per la prima volta da quando sono stati firmati i trattati europei- ha commentato Alfredo D’Ascoli, Segretario Generale della Fedit “arriva dopo che il Ministro Salvini, insieme con la Germania all’inizio di questa vicenda ma ora più defilata, avevano tentato in tutti modi di indurre il Governo austriaco a più miti consigli. Ci auguriamo tuttavia che, di fronte ad una decisione così importante, le autorità comunitarie sappiano mettere in moto le giuste azioni per trovare una soluzione che ripristini il diritto di libera circolazione dei mezzi nel rispetto delle regole di tutela ambientale del Tirolo e delle sue popolazioni”.
16
ott
Il ministro dei Trasporti austriaco Leonore Gewessler ha proposto di aumentare in modo progressivo dal 2024 al 2026 il pedaggio per i veicoli industriali che viaggiano lungo l’asse del Brennero. Vienna inoltre vuole adottare le nuove norme comunitarie sui costi delle infrastrutture, che prevede di considerare anche le emissioni di CO2. E non finisce qui: il Governo austriaco intende applicare in futuro questo pedaggio a tutti i veicoli con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate. Considerato lo stato dei rapporti fra Italia ed Austria, la nuova decisione del Governo austriaco non potrà che aggravare i rapporti fra questi Paesi ed allontanare il momento di un accordo che, già complicato, diverrebbe un vero rimpicapo.
16
ott
Il Parlamento Europeo, nell’accettare le proposte euro 7 sui nuovi livelli di emissioni inquinanti per gli autoveicoli, ha chiesto modifiche per i veicoli commerciali e quelli industriali. Per i veicoli commerciali, propone una divisione in tre categorie, ciascuna con i propri limiti, mentre per quelli pesanti chiede valori di emissioni minori rispetto a quelli presentati dalla Commissione. In compenso posticipa l’entrata in vigore dell’Euro 7: 1° luglio 2030 per auto e furgoni, e il 1° luglio 2031 per autobus e veicoli industriali (rispetto rispettivamente al 2025 e 2027 come proposto dalla Commissione).La relazione della Commissione Envi dovrebbe essere discussa e votata durante le sessione plenaria del Parlamento di novembre 2023 e se approvata costituirà la posizione negoziale del Parlamento con i Governi dell’UE sulla forma finale della legislazione.
13
ott
L’unione internazionale dell’autotrasporto Iru richiama la Commissione Europea ad affrontare in modo deciso la questione dei limiti e divieti austriaci al transito dei veicoli industriali lungo l’asse del Brennero. L’IRU lo ha fatto ufficialmente ieri inviando con una lettera nella quale si chiede alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di avviare un nuovo ciclo di negoziati tra Germania, Italia e Austria. La presidente a questo proposito affermò nello scorso luglio che bisognava trovare una soluzione urgente, è calato il silenzio della Commissione, che non ha intrapreso alcun passo. “Abbiamo tra le mani un problema estremamente serio con l’impasse del Brennero”, spiega Raluca Marian, direttrice dell’Iru EU Advocacy. “Vi è una carenza di capacità nel trasporto ferroviario di merci e nel trasporto combinato. Gli autotrasportatori che desiderano utilizzare il trasporto combinato devono affrontare una situazione impossibile”. Il segnale più recente è emerso il 3 ottobre, quando a causa della festività nazionale in Germania si è creata sull’autostrada italiana A22 una fila di veicoli industriali lunga fino a ottanta chilometri. “Un nuovo ciclo di negoziati deve essere organizzato senza ulteriori ritardi. Se fallirà, la Commissione Europea dovrà agire in tribunale”.
13
ott
La questione carburanti il cui prezzo è nuovamente in tensione dopo gli eventi in medioriente è stato uno dei temi più importanti dell’incontro svoltosi ieri tra le Associazioni dell’Autotrasporto ed il viceministro del MIT Rixi che ha detto che con molta probabilità ci saranno risorse residuali per la categoria da utilizzare sempre come credito d’imposta e un ulteriore stanziamento di somme per mitigare gli effetti degli aumenti del costo del gasolio; il MIT a questo proposito starebbe già dialogando con il Ministero dell’Economia per trovare nuovi fondi. Sono state inoltre fornite assicurazioni che al più presto si procederà con il pagamento delle somme dovute alle imprese che hanno utilizzato il GNL: le risorse che mancavano in cassa sono state infatti reperite, così come sono stati recuperati i 37 milioni di euro destinati agli incentivi per la sostituzione e il rinnovo del parco veicolare relativo all’annualità 2021, che erano stati decurtati dal MEF. Il Ministero a questo proposito punta ad intervenire a favore del settore anche con nuovi incentivi per il rinnovo del parco veicolare. Rixi ha spiegato che l’intenzione è quella di realizzare un fondo omnicomprensivo sul tema della mobilità sostenibile che si andrebbe ad aggiungere al fondo di 25 milioni di euro già presente per gli investimenti. Saranno infine replicati i voucher patenti, per contrastare la penuria di nuovi driver, mentre a breve è previsto l’aggiornamento dei valori minimi di riferimento per il settore. È stata annunciata, infine, l’apertura di un tavolo dedicato ai trasporti eccezionali.
12
ott
L’UE ha stanziato 7 miliardi di euro circa per progetti che puntano a realizzare gli obiettivi climatici Ue, rafforzare le corsie di solidarietà Ue-Ucraina e migliorare la resilienza delle infrastrutture di trasporto contro le catastrofi naturali. Il fondo finanzia una nuova call for proposal lanciata dalla Commissione europea per il Meccanismo per Collegare l’Europa (Connecting Europe Facility), l’iniziativa Ue per la realizzazione o il miglioramento delle infrastrutture di trasporto sulla rete transeuropea dei trasporti (Ten-T), che coinvolge ferrovie, vie navigabili interne, porti marittimi o interni o strade. La buona notizia per gli autotrasportatori italiani è che una quota sarà destinata anche alla creazione di aree di sosta sicure che nel nostro Paese sono sono assai rare. Problema quest’ultimo che sarà ampiamente documentato nel prossimo numero del mensile dell’Albo dei Trasporti in uscita prossimamente. Le proposte devono essere presentate entro il 30 gennaio 2024 per poi essere trasferite alla Commissione europea previo accordo degli Stati membri interessati. Il termine ultimo di presentazione al MIT è fissato per il 9 gennaio 2024.
11
ott
La riunione tra le associazioni di categoria dell’autotrasporto e il Viceministro Edoardo Rixi è stato posticipato tutto a domani 12 ottobre alle ore 14.00. L’agenda prevede per primo il problema del caro carburanti, che ha visto un prezzo crescere in modo importante nell’ultimo periodo e che sarà vieppiù influenzato dagli eventi bellici in medioriente, per poi affrontare la questione dei valichi alpini primo fra tutti il Brennero per il quale si attendono maggiori notizie dopo la visita sul valico del Ministro Salvini.
10
ott
L’Italia non ha intenzioni per così dire belliche contro l’Austria, ma rivendicare il diritto, la libera circolazione di uomini e merci, è sacrosanto. Questo in sintesi il succo del preannunciato intervento del ministro Salvini al confine sul Brennero:”E’ come se domani il Governo italiano decidesse che il sabato, e la domenica di notte, nessuno entra a Ventimiglia, nessuno entra a Trieste, nessuno entra al Brennero e nessuno sbarca nei porti siciliani: io penso che nell’arco di un minuto, non solo ci sarebbe un’infrazione europea, ma arriverebbero i caschi blu dell’Onu”. Salvini ha poi velatamente evocato (ritorsione?”) l’ipotesi di attuare controlli sui mezzi pesanti con targa austriaca in ingresso in Italia. Ancora schermaglie insomma. Forse qualche chiarimento arriverà dall’incontro con il Ministri degli Interni, ma tra annunciati ricorsi alla Corte Europea ed altre ipotesi, per ora di fatto non c’è nulla sul tavolo di concreto.
9
ott
L’Autorità di Regolazione nella sua Relazione Annuale, torna a criticare nuovamente (ed implicitamente) l’esenzione dal contributo ART decisa nei mesi scorsi dal MIT, sostenendo la tesi che tale esenzione a conti fatti danneggia del comparto ferroviario merci (cioè del trasporto pubblico). L’Autorità a questo proposito conclude la sua relazione sostenendo che: “Il consistente flusso di risorse pubbliche si è riflesso nei conti economici degli operatori, che mostrano valori di margine operativo (Ebidta margin) e redditività del capitale investito (Return on Investment – Roi) anche più elevati rispetto alle imprese concorrenti sulla media-lunga percorrenza rappresentate dal comparto ferroviario merci”.
7
ott
Lunedì prossimo il ministro dei Trasporti Matteo Salvini si recherà al passo del Brennero per protestare contro i provvedimenti austriaci che di fatto bloccano, ritardano e rendono arduo il traffico su quello che è uno dei più importanti valichi UE. Salvini a giugno aveva chiesto l’intervento della Commissione europea, sottolineando che:”l’Austria sta infrangendo normative, regolamenti e trattati per fare concorrenza sleale”. Da allora non si sono registrati passi in avanti l’Austria continua a sostenere che la regolazione del traffico sul valico serve a preservare l’ambiente. Tra l’altro, la Germania che era stata a fianco dell’Italia nella denuncia alle autorità Ue, nell’ultimo blocco che ha causato 80 km di fila, è stata a fianco dell’ASustria poichè il provvedimento era giustificato da ricorrenze storiche.