I dieci milioni di euro della seconda tranche dei 50 messi a disposizione dal Governo due anni fa per l’acquisto di mezzi ad elevata sostenibilità ecologica e ad alimentazione alternativa nel quadro di un processo di rinnovo e di adeguamento tecnologico del parco veicolare delle imprese di autotrasporto. L’istanza per ottenere gli incentivi potrà essere presentata dalle ore 10,00 del 15 marzo fino alle ore 16 del 28 aprile 2023. Le domande andranno presentate esclusivamente tramite posta elettronica certificata dell’impresa richiedente e indirizzate a ram.
Rassegna Stampa
Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.“Una immediata convocazione da parte del Ministero dei Trasporti, che coinvolga gli altri Ministeri competenti, le associazioni datoriali di categoria e le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale di settore per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro nel trasporto merci su gomma”. E’ quanto chiedono unitariamente a seguito dell’incidente sull’A1 vicino a Firenze, dove è morto il conducente del Tir precipitato da un viadotto e andato in fiamme, sottolineando che “questo infortunio mortale sul lavoro è l’ennesimo tragico avvenimento che si aggiunge alla drammatica conta di lavoratori deceduti in incidenti sul lavoro”.
“Non si possono più archiviare queste morti sul lavoro – proseguono le tre organizzazioni sindacali – solamente come tragedie individuali, che gettano nel dolore i famigliari e gli amici. Occorre dare una risposta nazionale al tema della sicurezza del lavoro, della prevenzione e alle infinite tragedie delle morti sul lavoro. Tutte le istituzioni, da chi controlla a chi ha il dovere di operare per far aumentare gli standard della sicurezza come il Governo ed i Ministeri, dai Trasporto a quello del Lavoro devono rendere operativi gli investimenti per migliorare la prevenzione della sicurezza, utilizzando anche i fondi previsti dal Pnrr, passando dalle parole ai fatti”.
“Da Governo e imprese del settore – affermano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – rivendichiamo autostrade e strade con alti standard di sicurezza, mezzi dotati delle ultime tecnologie in tema di sicurezza, aree di sosta dedicate e il rispetto degli orari, dei ritmi e dei carichi di lavoro”.
Ma davvero non ci sono più persone disposte a guidare i mezzi pesanti? Da quello che è accaduto a Bergamo sembrerebbe di no. Lo scorso mese il Gruppo Mascio di Calcinate (Bergamo) ha pubblicato una richiesta di una novantina di autisti di veicoli industriali e una decina di meccanici, come dire “andar a cercare Maria pe’Roma” visti i tempi da almeno due anni segnalano una cronica mancanza di conducenti di mezzi pesanti e invece il Gruppo Calcinate ha già ricevuto quattrocento candidature, dai giovani senza patente a conducenti esperti che lavorano in altre imprese.
Torna in primo piano la questione delle limitazioni di traffico sul Brennero che verrà discusso è al Consiglio informale dei ministri dei trasporti Ue che si terrà oggi a Stoccolma presente per il nostro Paese il vicepremier e ministro Matteo Salvini il quale, all’accusa della ministra Austriaca che rimprovera all’Italia di:”…annunciare misure che poi non vengono mai rispettate…”, ha replicato che:”l’Italia chiede semplicemente il rispetto dei Trattati Europei. Il nostro Paese, non nega il problema di traffico al Brennero e infatti sta investendo risorse significative per il tunnel ferroviario. Infine, è opportuno evidenziare che i blocchi unilaterali di Vienna (che risalgono addirittura al 2003) non hanno ridotto la circolazione dei mezzi e che, nonostante l’aumento consistente del traffico, i rilevamenti della qualità dell’aria continuano a migliorare grazie allo sforzo degli autotrasportatori che hanno investito sul parco mezzi. L’Italia ha arterie stradali molto più trafficate rispetto al Brennero”. Come dire che, da quanto si evince dai toni polemici, non si iontravede alcunché di positivo.
Le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, iscritte al Registro elettronico nazionale (R.E.N.) e all’Albo degli autotrasportatori di cose per conto terzi con mezzi di trasporto ad elevata sostenibilità ad alimentazione alternativa a metano liquefatto; potranno finalmente accedere al fondo di 25 milioni stanziato dal Governo con decreto e ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. I 25 milioni saranno assegnati alle imprese sotto forma di credito d’imposta nella misura pari al 20 per cento delle spese sostenute a partire dal 1° febbraio 2022 e per tutto l’anno 2022, al netto dell’imposta sul valore aggiunto, per l’acquisto del gas naturale liquefatto. Il periodo non comprende l’intero anno solare poiché l’autorizzazione per ottenere l’agevolazione da parte della Commissione europea decorre dal 1° febbraio 2022. In aggiunta, l’Europea ha fissato il limite massimo del credito d’imposta concedibile nel 50% dei costi ammissibili, vale a dire fino ad un massimo di 4 milioni di euro per ciascuna impresa. Precisiamo che per costo ammissibile, la Commissione Europea intende la differenza tra il prezzo medio di acquisto del GNL da parte dell’impresa nel 2022 e quello dell’anno 2021 moltiplicato per 1,5. Come per il recupero del credito di imposta sul gasolio e Adblue, anche in questo caso le domande per ottenere il beneficio dovranno essere presentate dalle imprese tramite una specifica piattaforma dell’Agenzia delle Accise, dogane e monopoli che verrà aperta nelle modalità e tempi definiti da uno specifico decreto dirigenziale attuativo.
Riprende giovedi 16 Marzo prossimo il confronto tra il Governo e le Associazioni dell’autotrasporto sulle principali criticità del settore. Va da se che il focus più importante sarà quello dei 310 milioni milioni di aiuti alle imprese previsto dalla legge di Bilancio approvata alla fine dello scorso anno.
Il primo diesel di Eni prodotto con 100% di materie prime rinnovabili si chiama “HVOlution” e sarà in vendita in 150 stazioni di servizio Eni entro marzo 2023 (attualmente, però, è già in vendita in 50 stazioni). HVOlution è un biocarburante che viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, nonché da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. “HVOlution può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenuto conto delle emissioni allo scarico, perché utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate” spiega Eni. Questo biodiesel HVO – acronimo di “Hydrotreated Vegetable Oil”, ovvero olio vegetale idrogenato – deriva da materie prime vegetali di scarto e olii non edibili. Inoltre, addizionato al gasolio, dal 2016 il biocarburante HVO è presente al 15% nel prodotto Eni Diesel +, disponibile in oltre 3.500 stazioni di servizio in Italia. “Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante”, spiega in una nota ufficiale Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility: “L’obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale”. Eni ha siglato accordi e partnership che permettono di valorizzare gli scarti e i rifiuti utilizzandoli come feedstock per la produzione di biocarburanti come HVOlution. In diversi paesi dell’Africa tra i quali Kenya, Mozambico e Congo, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate e non in competizione con la filiera alimentare e, al tempo stesso, di creare opportunità di lavoro sul territorio. “Recentemente, dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni”, spiega Eni, mentre nella bioraffineria di Venezia “è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025”.
L’associazione tedesca dell’autotrasporto Güterkraftverkehr Logistik und Entsorgung (BGL) ha nuovamente denunciato le difficoltà ai collegamenti tra il nord e il sud dell’Europa causati dai divieti al transito sul territorio del Tirolo austriaco di determinate categorie di veicoli pesanti e in determinati giorni e orari che sono imposti dal governo di Vienna. Ieri, in occasione di una visita al confine austro-tedesco per valutare l’efficacia del sistema di dosaggio del traffico pesante transfrontaliero, l’eurodeputato tedesco Markus Ferber (Csu) ha evidenziato che «l’UE non può continuare ad accettare queste gravi restrizioni alla libera circolazione di persone e merci che sono in vigore da molti anni. Non può essere – ha denunciato – che una delle principali direttrici di traffico per il collegamento fra il nord e il sud dell’Europa diventi il collo di bottiglia della regione. La Commissione UE, in quanto custode dei Trattati, dovrebbe intervenire urgentemente e rimpiazzare l’unilaterale azione tirolese con una soluzione paneuropea». «La gestione dei blocchi – ha specificato il direttore della BGL, Dirk Engelhardt – costituisce una sola parte della politica anti-transiti tirolese sul più importante collegamento stradale fra la Germania e l’Italia. Ci sono anche altre restrizioni che violano il diritto dell’UE, come il divieto di circolazione settoriale, il divieto di circolazione notturna e il doppio pedaggio notturno. Chiediamo pertanto alla Commissione Europea di intraprendere finalmente un’azione legale contro le misure anti-transito tirolesi».
fonte: INFORMARE
Prosegue molto a rilento l’acquisto dei veicoli commerciali leggeri con motore elettrico: solo quattromila dei 150mila veicoli commerciali leggeri immatricolati nel 2022 in Italia, è elettrico a batteria (BEV). Questo quanto si evince dal report di Kyoto club e Motus-e secondo il quale, di positivo, soprattutto in vista degli obiettivi no carbon Ue, c’è da rilevare che le immatricolazioni di veicoli elettrici nella categoria N1 stanno aumentando costantemente: nel 2022 sono stati oltre 4.000, rispetto ai 640 del 2018 e alle 1.014 del 2019. Il report sottolinea l’importanza di investire nel settore, che potrebbe mobilitare fino a 10 miliardi di euro entro il 2030. Per favorire la diffusione dei veicoli elettrici nel trasporto merci, il report propone una serie di misure che coinvolgono Comuni, operatori di ricarica, fondi immobiliari, banche e operatori della logistica. Tra le misure, si propone di abilitare l’installazione di punti di ricarica di media potenza nei parcheggi di carico e scarico su strada, di riqualificare aree comunali per nodi di ricarica lungo il percorso in ambito urbano e di applicare scontistiche sulla ricarica. Il Report suggerisce infine di fornire servizi di sharing di veicoli commerciali elettrici e di creare hub di ricarica in aree industriali dismesse. L’obiettivo è quello di abbattere i costi operativi dei veicoli e aumentare il tasso di utilizzo delle infrastrutture di ricarica, promuovendo così una maggiore diffusione dei veicoli elettrici nel settore del trasporto merci.
Il 2022 del Gruppo Sailpost si chiude in crescita in termini di fatturato pari a 65 milioni di euro e di posizionamento: secondo solo a Poste Italiane. La capofila Sailpost, in particolare, ha superato i 50 milioni di fatturato. “Siamo ancor più orgogliosi dei risultati ottenuti nel 2022:” ha dichiarato il presidente del Gruppo Sailpost, Valterio Castelli” un anno in cui abbiamo rinsaldato il nostro ruolo di secondo operatore postale in Italia e alternativa a Poste Italiane. L’obiettivo per il 2023 è un aumento di fatturato del 25%, ma possiamo dire che la stima è probabilmente fin troppo cautelativa. Grazie ad alcune importanti gare vinte, infatti, già in questo primo trimestre dell’anno siamo vicini al target di crescita, ragion per cui guardiamo al prosieguo dell’anno con rinnovato entusiasmo e ambizioni”.
Il decreto 30 settembre 2022 del MIMS in favore dell’autotrasporto su strada di merci per conto terzi sull’acquisto del componente Ad blue per l’alimentazione dei veicoli Euro V e superiori, approda finalmente sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 2023. Il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, è concesso, nel rispetto del limite di spesa, in misura pari al 15 per cento delle spese sostenute nell’anno 2022, al netto dell’imposta sul valore aggiunto, per l’acquisto del componente Ad blue necessario per la trazione dei mezzi di trasporto utilizzati per l’esercizio delle attività indicate, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto. Il credito d’imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione presentando il modello F24. Le disposizioni del decreto, in particolare, definiscono i criteri e le modalità di attuazione della disciplina del contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, finalizzato a mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi del componente Ad blue, con particolare riguardo alle procedure di concessione, nel rispetto del limite complessivo di spesa pari ad euro 29.600.000,00 per l’anno 2022, nonché alla documentazione richiesta, alle condizioni di revoca e all’effettuazione dei controlli.
Le spese di riparazione di una vettura elettrica di nuova generazione potrebbero essere fino al 46% più elevate rispetto ad una auto a benzina. E’ quanto si apprende dalla pubblicazione di un studio condotto da Federcarrozzieri in vista dello stop alle auto diesel e benzina dal 2035, per capire come cambiano le spese di riparazione in base alla tipologia di automobili.Mettendo a confronto due auto della stessa marca, una a benzina de una elettrica che hanno subito lo stesso danno da impatto frontale, si scopre che per riparare una Golf del 2020 si spendono in media in Italia 5298 Euro (di cui 2785 Euro per i ricambi, 1891 per costi di manodopera). Invece, le spese per la riparazione del modello elettrico (ID.3) ammontano a 7732 Euro (5105 Euro per i ricambi, 1961 Euro per la manodopera), il 46% in più rispetto ad una automobile tradizionale. La principale differenza tra le due auto sta nella struttura del telaio: nel caso della Golf, il motore frontale funge anche da protezione in caso di urti, mentre nella vettura elettrica devono essere sostituiti i telai e le traverse in caso di urto anteriore. Inoltre, nelle auto elettriche è presente una maggiore quantità di elementi elettronici, come sensori, radar e telecamere, che devono essere sostituiti in caso di danno.Considerando che le auto elettriche stanno diventando sempre più diffuse, Federcarrozzieri sottolinea che l’industria deve essere preparata a questo cambiamento tecnologico. Sarà necessario aggiornare le competenze e le attrezzature dei meccanici per poter riparare correttamente le vetture elettriche, e ci sarà bisogno di un maggiore investimento in tecnologia per garantire la sicurezza degli utenti.
fonte mobility news
In Italia, anche a seguito della decisione dell’Unione europea di vietare l’utilizzo di auto a benzina e diesel dal 2035, il mercato dei mezzi elettrici non riesce a decollare. A questa conclusione è arrivato il Codacons, che sostioene di aver effettuato una ricerca sui prezzi applicati dalle principali case automobilistiche per le vetture a benzina e quelle elettriche. Dai dati raccolti emerge che per una citycar a benzina si spendono mediamente tra i 14.750 ed i 16.800 Euro, mentre per una utilitaria dai 16.870 ai 27.300 Euro. Una cifra ben più alta è richiesta per le stesse tipologie di vetture a trazione elettrica, con prezzi compresi tra i 23 mila ed i 30 mila per le citycar e tra i 30 mila ed i 37 mila per le utilitarie. Se poi ci si orienta verso un’auto di lusso o una sportiva elettrica, i prezzi possono facilmente raggiungere i 200 mila Euro. Queste cifre, in linea con quelle praticate in tutta Europa, sono troppo elevate per quanto riguarda il nostro Paese, che risulta essere l’unico in cui la penetrazione delle Bev (auto elettriche) sul totale delle nuove immatricolazioni scende al 3,7%, contro una media europea del 12,1%.
Infine, Stati quali Norvegia, Svezia ed Olanda sono estremamente avanti in questo settore, tanto che in Norvegia le auto elettriche rappresentano addirittura il 79% del mercato. Proprio per questo, il Codacons invita a prendere provvedimenti in tempi rapidi per incentivare l’acquisto di vetture elettriche in Italia. Per far ciò sarà necessario introdurre delle politiche di agevolazione che permettano di abbassare i prezzi delle auto elettriche, rendendo così l’acquisto di queste ultime più accessibile alla stragrande maggioranza dei consumatori.
fonte mobilita news
La casa automobilistica tedesca Volkswagen ed il marchio cinese Saic Motor hanno nominato Jia Jianxu, come nuovo direttore generale della società Saic-Vw, una joint-venture tra due compagnie, che detengono entrambe una quota del 50%. L’esperto, classe 1978, ha più di 20 anni di esperienza nell’industria automotive ed è responsabile dell’espansione dei cinesi nel mercato europeo. La nomina di Jianxu, manager di lungo corso della casa automobilistica cinese di proprietà statale, arriva in un momento in cui Volkswagen sta intensificando i propri sforzi nel settore dei veicoli elettrici nel Paese del Dragone, con la serie di vetture “ID” che mira a competere con il marchio statunitense Tesla nel più grande mercato dell’auto a batteria del mondo.
Il giudice di pace di Firenze, sulla base di una sentenza della Cassazione, ha stabilito che per provare una violazione al Codice della strada non basta che la Prefettura spedisca la documentazione per Posta Elettronica Certificata, costituendosi inoltre attraverso la stessa PEC. In tal caso infatti i documenti accusatori sono da considerarsi inesistenti e di conseguenza la violazione e la multa.
Il traffico merci attraverso il Brennero registra un leggero aumento del trasporto merci su rotaia. Questo quanto si apprende dal rapporto annuale 2022 di «iMonitraf!» sui dati di traffico e sull’ambiente di otto corridoi transalpini, compreso quello del Brennero. L’anno di riferimento è il 2021 e quindi è probabile, data la forte contrazione sul Brennero decisa dalle autorità austriache, che il divario a favore del trasporto su rotatia sia aumentato.
La distribuzione delle tonnellate di merci trasportate tra le modalità di trasporto stradale e ferroviario èleggermente aumentata a favore del trasporto merci su rotaia dal 2019 (26%) al 2021 (27%). Secondo il rapporto, sulla tratta del Brennero si è registrata una forte diminuzione del traffico automobilistico privato (meno 29,7%) dal 2019 (24.998 auto al giorno) al 2021 (24.627 auto al giorno). In termini di traffico pesante, invece, il 2021 (7.066 camion al giorno) ha quasi raggiunto nuovamente il numero del 2019 (7.377 camion al giorno).
Nel 2021, il volume di traffico giornaliero (cioè traffico leggero e pesante) di 32.275 veicoli al giorno sul corridoio del Brennero era ancora inferiore al livello del 2019 (24.627 veicoli al giorno). Nel 2021, il valore delle tonnellate di merci trasportate sull’asse del Brennero nel suo complesso (strada e ferrovia) è aumentato rispetto al 2019, passando da 53,7 milioni di tonnellate a 54,5 milioni di tonnellate.
«In generale, si tratta di trovare insieme soluzioni efficaci e coordinate, sia per spostare il traffico dalla strada alla ferrovia, sia per posizionare la regione alpina come area modello per la decarbonizzazione del traffico stradale – commenta l’assessore alla mobilità della Provincia di Bolzano, Daniel Alfreider – iMonitraf! fornisce dati importanti per affrontare soluzioni di transito basate su fatti e cifre. Solo con dati e fatti sufficienti è possibile pianificare le misure giuste sul corridoio. Vogliamo individuare soluzioni per gestire congiuntamente il traffico sulle infrastrutture ferroviarie e stradali».
Fonte: L’ADIGE.IT
Le case costruttrici sono pronte ad affrontare la sfida della riduzione delle emissioni grazie agli ingenti investimenti fatti in tecnologie sempre più rispettose dell’ambiente e sicure, ma gli obiettivi fisssati dalla Unione Europea , secondo il Presidente di UNRAE Starace, appaiono molto ambiziosi e tali da mettere in difficoltà le case costruttrici le quali, in caso di macata osservanza nei tempi staliti, incorrerebbero in ingenti sanzioni. Secondo il Presidente di UNRAE, gli stessi obiettivi potrebbero essere raggiunti ricorrendo ad un mix di soluzioni tecnologiche come le motorizzazioni elettriche, a idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici Euro 6/VI in circolazione. Per quel che riguarda l’Italia in particolare, UNRAE ritiene che l’obiettivo UE sarebbe anche più arduo da raggiungere senza una politica pubblica di incentivi che aiuti a svecchiare il parco circolante la cui età media è di circa 14,3 anni. Più in generale infine Starace ha auspicato un’accelerazione delle politiche italiane a sostegno della transizione energetica del comparto, per non vanificare gli sforzi profusi dai costruttori e per evitare che gli autotrasportatori nazionali siano relegati a un ruolo marginale nella movimentazione internazionale delle merci.
Gli ambiziosi obiettivi fissati dalla nuova proposta della Commissione Europea per le emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti richiede la creazione di un ambiente normativo e operativo praticabile e favorevole per gli autotrasportatori, garantendo il mix energetico e la neutralità tecnologica dell’UE. E’ quanto sostiene l’UETR secondo il quale Il sostegno finanziario e le misure di accompagnamento alle MPMI del trasporto su strada, sia in termini di veicoli che di prodotti energetici, saranno fondamentali. Un quadro europeo comune, che includa linee guida per gli Stati membri e aiuti di Stato per agevolazioni fiscali, riduzione dei costi di produzione e incentivi all’acquisto, può creare un ambiente favorevole. La nuova proposta richiede a tutti i responsabili politici dell’UE di garantire al più presto il pieno sviluppo in tutta l’UE di una rete di infrastrutture per i combustibili alternativi a un costo accessibile per i piccoli trasportatori. Insieme agli obiettivi e ai requisiti per i punti di ricarica nello sviluppo della rete transeuropea di trasporto (TEN-T), sarebbero necessari anche incentivi per gli investimenti in stazioni di ricarica private nei centri logistici e nei magazzini. Affrontare con successo la crisi dei prezzi dell’energia è necessario anche per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal dell’UE da parte degli operatori dei trasporti.
Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta a favore delle imprese a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale nel primo trimestre 2023.
La legge di Bilancio 2023 ha esteso al primo trimestre 2023 il credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore, nonché per quelle non energivore e non gasivore definendo le seguenti percentuali:
- Per le imprese energivore, una percentuale pari al 45% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica, una percentuale pari al 35% della spesa sostenuta per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023.
Come stabilito dalla norma di riferimento, i crediti possono essere utilizzati in compensazione entro il 31 dicembre 2023 mediante modello F24, tramite l’utilizzo dei seguenti codici tributo:
- “7010” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese energivore (primo trimestre 2023)
- “7011” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese non energivore (primo trimestre 2023)
- 7012” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023);
- “7013” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023). L’Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta a favore delle imprese a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale nel primo trimestre 2023.
- Lo ha comunicato l’associazione Anita.
- La legge di Bilancio 2023 ha esteso al primo trimestre 2023 il credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore, nonché per quelle non energivore e non gasivore definendo le seguenti percentuali:
- Per le imprese energivore, una percentuale pari al 45% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica, una percentuale pari al 35% della spesa sostenuta per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023.
- Come stabilito dalla norma di riferimento, i crediti possono essere utilizzati in compensazione entro il 31 dicembre 2023 mediante modello F24, tramite l’utilizzo dei seguenti codici tributo:
- “7010” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese energivore (primo trimestre 2023)
- “7011” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese non energivore (primo trimestre 2023)
- 7012” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023);
- “7013” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023).
- In sede di compilazione del modello F24, i codici tributo sono esposti nella sezione “Erario”, nella colonna “importi a credito compensati”, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna “importi a debito versati”. Nel campo “anno di riferimento” è indicato l’anno di sostenimento della spesa, nel formato “AAAA”.
- Fonte Anita
proposta Ue elettrificazione camion: limite 2035 per il green sarà progressivo negli anni successivi
Il Parlamento europe ha approvato in via definitiva il regolamento con cui a partire dal 2035 sarà vietata in Europa vendita di auto e veicoli commerciali leggeri equipaggiati con motori termici, la Commissione Europea e subito dopo la Commissione Ue ne ha proposto una successiva nella quale precisa il modo e il tempo per la riduzione delle le emissioni di camion e autobus che non sarà totale, ma progressiva. In concreto tale riduzione è stata fissata nella misura del 45% entro il 2030, del 65% entro il 2035 e del 90% entro il 2040, rispetto al 2019. In questa seconda proposta i target del 30% fissati in precedenza al 2030 salgono a -45%. Ne consegue che la maggior parte dei veicoli nel 2040 dovrà essere alimentata a elettricità o idrogeno, ma una minoranza potrà mantenere i motori a combustione. Trattasi di un vero e proprio compromesso, in base al quale le case costruttrici potranno continuare a commercializzare veicoli con motori a combustione interna nel 2040, a patto che le loro emissioni di CO2 siano ridotte del 90% rispetto ai livelli del 2019. Fin qui siamo nel campo delle proposte che potrebbero essere modificate nella procedura legislativa la quale, come è noto, deve conto sia delle diverse posizione degli schieramenti sia delle pressioni delle Lobby. ne vedremo delle belle, come si dice in gergo.