La validità delle patenti rilasciate nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord per i veicoli guidati in Italia è stata estesa al 31 dicembre 2023; la misura è contenuta nel decreto milleproroghe del 30 dicembre 2022, ma riguarda solo i titolari di patente di guida britannica che hanno acquisito la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2021. Per coloro invece che hanno acquisito la residenza in Italia in data successiva al 31 dicembre 2021, sarà consentito condurre i veicoli per un anno successivo a tale data.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.Gli incentivi per le imprese italiane che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, indirizzati alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, hanno a disposizione per altri due anni, seppure a cond8zioni meno favorevoli, ( scadenza, salvo ulteriori proroghe 2025) lo strumento del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0 (materiali e immateriali). Questo che segue il prospetto fornito dal MISE con le aliquote previste e le relative annualità: Beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati: dal 2023 al 2025: 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro; 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro; 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro dell’economia e delle finanze. Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0:
queste le aliquote: 2022: 50% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro
2023: 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro
2024: 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro
2025: 10% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro.
Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno dell’anno successivo a condizione che entro la data del 31 dicembre dell’anno in corso il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
Altri beni strumentali materiali (ex Super Ammortamento)
2021: 10% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.
2022: 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.
Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno dell’anno successivo a condizione che entro la data del 31 dicembre dell’anno in corso il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione. In relazione al periodo d’imposta 2021, il termine del 30 giugno è posticipato al 31 dicembre.
Altri beni strumentali immateriali
2021: 10% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro.
2022: 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro.
Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno dell’anno successivo a condizione che entro la data del 31 dicembre dell’anno in corso il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione. In relazione al periodo d’imposta 2021, il termine del 30 giugno è posticipato al 31 dicembre.
Fonte Trasporti-Italia
Da oggi a martedi, se non ci saranno novita, Faib, Fegica e Figisc-Anisa attueranno sciopero di 48 ore che interesserà tutte le stazioni di rifornimento di strade e autostrade del territorio nazionale,con inizio alle 19 di martedì 24 gennaio fino alle 19 del 26 gennaio. Lo sciopero, più volte annunciato e poi sospeso, è stato confermato nonostante il ministero abbia cercato di risolvere la situazione proponendo una serie di modifiche al decreto, tra cui l’obbligo di comunicazione dei prezzi settimanali e non più giornalieri, la chiusura per omessa comunicazione solo dopo quattro omissioni in due mesi, e sanzioni che non supereranno il tetto degli 800 euro. Nonostante questi tentativi, però, non è stato trovato un accordo. Poiché da qui a martedi prossimo c’è qualche giorno di riflessione, vista l’altalena “sciopero sì sciopero no” che ha caratteriazzato questa vicenda, parrebbe lecito pensare che possano arrivare novità riguardo una possibile ulteriore trattativa.
Il decreto Milleproroghe (DL 29 dicembre 2022 n. 198) entrato in vigore lo scorso 30 dicembre 2022, fra i vari provvedimenti, estende al 31 dicembre 2023 anche la validità delle patenti rilasciate nel Regno Unito e in Irlanda del Nord per i veicoli guidati in Italia. A tal proposito si specifica che la proroga riguarda i titolari di patente britannica che hanno acquisito la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2021. Per quanto riguarda i titolari di patente di guida britannica che hanno acquisito la residenza in Italia in seguito al 31 dicembre 2021, resta consentito continuare a guidare sul territorio nazionale per un anno successivo alla data di acquisizione della residenza.
Fonte: Confartigianato Trasporti
Prende il via lunedì 13 Febraio per concludersi la domenica successiva 19 febbraio 2023, la campagna di controlli Truck & Bus, dedicata ai veicoli industriali e agli autobus che non sarà l’unica prevista dal coordinamento europeo di polizia Roadpol, la quale comunica anche le date delle altre due settimane previste per il 2023: dall’8 al 14 maggio e dal 6 al 12 novembre.
Quello che gli austriaci insistono a voler ignorare imponendo continue limitazioni al traffico merci sul Brennero, gli svizzeri molto più pragmaticamente cominciano a valutare con sano realismo e cioè che il sogno di un trasporto solo su rotaia, non solo appare irrealistico, ma ormai dannoso. Reto Jaussi, segretario generale dell’associazione degli autotrasportatori svizzeri Astag, ha gettato il primo sasso nello stagno chiedendo un cambio di poitica sull’autotrasporto in occasione dell’apertura del centro di controllo sui veicoli industriali di Giornico, situato nel Canton Ticino per controllare i flussi di veicoli industriali nella galleria stradale del Gottardo:“la Svizzera – ha dichiarato – difficilmente riuscirà a realizzare il sogno di uno spostamento totale del traffico merci dalla strada alla rotaia, così come previsto dalla Convenzione delle Alpi, anche perché -ha aggiunto polemicamente Jaussi – la Germania non mantiene gli impegni sulle nuove infrastrutture ferroviarie”. Intanto il traffico delle merci aumenta e il sistema svizzero non riesce più far fronte vieppiù in previsione di un aumento dei flussi stradali del 26% che impedirà così di centrare l’obiettivo di mantenerlo sotto i 650mila transiti annuali nel territorio della Confederazione. “È l’ora di parlare chiaro e affermare onestamente che è oggi indispensabile migliorare tutta la catena di trasporto, il che significa potenziare la ferrovia ma senza indebolire la strada, rendendosi conto, al di là degli slogan, che si tratta di due vettori complementari: il traffico di transito deve passare sui binari. Ma i trasporti interni alla Svizzera, specialmente quelli brevi, dovranno sempre essere fatti su strada. Ci vogliono entrambi”. L’Astag ricorda che le grandi infrastrutture ferroviarie realizzate o in progetto sono finanziate da un’imposta sui veicoli industriali, e quindi sull’autotrasporto, che solo per il corridoio ferroviario di base del Gottardo ha prodotto 25 miliardi di franchi. “La Svizzera occupa una posizione centrale, per molti aspetti scomoda, sulla direttrice europea nord sud del traffico merci e se i Paesi confinanti, in questo caso la Germania – ha concluso Jaussi- non rispettano neppure uno degli impegni assunti spostandoli unilateralmente di oltre 15 anni, allora i rischi di un collasso del sistema si fanno davvero concreti”.
fonte Trasporto Europa
Anas, come di solito in occasione di previsione di neve e ghiaccio sui tratti di percorrenza ha emanato un’ordinanza nella quale ha elencato le tratte sulle quali è necessario essere dotati di pneumatici invernali o di catene a bordo del mezzo (Qui il link). Gli pneumatici idonei alla marcia sulla neve sono contrassegnati da una marcatura (M+S; MS; M-S; M&S) e devono avere caratteristiche corrispondenti a quelle indicate nella carta di circolazione del veicolo. In caso di precipitazioni nevose sono previste aree dove sarà possibile effettuare la sosta dei mezzi pesanti con massa a pieno carico superiore alle 7,5 t, nel caso in cui dalle competenti autorità venissero adottati provvedimenti di fermo temporaneo.
Le aree sono individuate a ridosso delle tratte stradali e autostradali di competenza Anas più esposte a criticità per la circolazione in caso di nevicate e integrano quelle individuate dagli altri gestori autostradali lungo le rispettive tratte di competenza.
Dalle ore dieci di martedi 10 gennaio, tutti che coloro che vorranno acquistare veicoli non inquinanti delle categorie N1 e N2 (commerciali), oltre che di auto, motocicli e ciclomotori , potranno accedere al fondo di 630 mili0ni messo a disposizione dal Mise. Per i veicoli commerciali N1,N2 la cifra disponibile è di 15 milioni. Quanto in particvolare alle procedure,
i concessionari dovranno inserire le prenotazioni sulla piattaforma ecobonus.mise.gov.it a partire dalle ore 10 di martedì 10 gennaio.
Incurante delle proteste italiane sui divieti di circolazione sul Brennero, l’Austria ha deciso di adottare nuove limitazioni alla circolazione dei mezzi pesanti, che vanno ad aggiungersi al sistema di dosaggio già in vigore. Tutti i sabati fino all’11 marzo 2023 incluso, tra le ore 7 e le ore 15, sull’autostrada A 12 Inntal e sull’autostrada A 13 Brennero è vietata la circolazione ai mezzi pesanti superiore alle 7,5 ton nei seguenti casi: se la destinazione del viaggio è in Italia o in un paese raggiungibile attraverso l’Italia, oppure in Germania o in un Paese raggiungibile attraverso la Germania.
Il divieto di riposo in cabina esiste e, se un agente di polizia trova un conducente di un camion che lo sta consumando all’interno del veicolo, può multarlo. Questa è la regola generale stabilita dalla Ue che però, a questo proposito, torna sull’argomento in modo singolare chiarendo che, durante un normale controllo, non può essere richiesto all’autista un documento che provi dove abbia trascorso il riposo.
Alla fine, sui rincari dei pedaggi autostradali, sono state confermate le anticipazioni della vigilia: il governo ha fatto argine, con una norma ad hoc inserita nel decreto Milleproroghe, a una lunga serie di richieste di aumenti presentate dalle varie concessionarie, bloccando gran parte degli adeguamenti tariffari per un altro anno. Non tutti però: alcuni aumenti, a partire dalla mezzanotte del 1° gennaio 2023, sono stati autorizzati dal decreto firmato dai ministri Matteo Salvini (Infrastrutture e Trasporti) e Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze). Era dal 2018, dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, che i pedaggi autostradali non subivano alcun incremento in Italia. Vediamo gli adeguamenti tariffari approvati dal governo.
Rete Aspi: I pedaggi sulle tratte di competenza di Autostrade per l’Italia (Aspi), a cui fa capo circa il 50% della rete nazionale a pedaggio (3mila chilometri su 6mila), da domenica 1° gennaio sono aumentati del 2%; è previsto un ulteriore rincaro dell’1,34% dal prossimo 1° luglio, per un incremento complessivo nell’anno del 3,34 per cento. Puntualizza Salvini: «Si rischiava un aumento del 5%, che invece è stato scongiurato». Aspi è una delle poche concessionarie in Italia che ha visto approvato il piano economico-finanziario (Pef), che prevede 21,5 miliardi di investimenti in dieci anni: 7 miliardi in manutenzioni e 14,5 miliardi in nuove opere. Tra le nuove opere finanziate: la Gronda di Genova (oltre 4 miliardi) e il Passante di Bologna (oltre 1,5 miliardi).
Rete GavioPoi c’è il gruppo Gavio, secondo gestore nazionale alle spalle di Aspi, che aveva presentato richiesta di aumento per tutte le tratte di competenza. Il governo ha autorizzato i seguenti rincari: Autovia Padana Piacenza-Brescia +9,16%, comprensivo degli investimenti eseguiti sulla base del Pef e già approvati e tenuto conto del tasso di inflazione programmata per il 2023; autostrade A4 Torino-Milano e A33 Asti-Cuneo +4,30% pari al tasso di inflazione programmata dal governo per il 2023; Tangenziale est esterna di Milano (Teem) +4,34% «ma proroga degli sconti e arrotondamenti – spiega una nota della società – aiutano gli utenti della tangenziale esterna milanese, riducendo l’aumento a frazioni di euro»
Il Consiglio dei ministri dello scorso 9 dicembre, ha recepito le nuove norme sul distacco dei conducenti di camion, disciplinate dal Pacchetto Mobilità EU. Il Governo italiano a questo proposito ha varato un decreto legislativo che introduce in Italia la normativa europea che, secondo quanto si legge nella nota diramata da Palazzo Chigi: «Costituisce una lex specialis caratterizzata da norme settoriali e specifiche applicabili alle prestazioni transnazionali di servizi di trasporto su strada e alle operazioni di cabotaggio». La disciplina riguarda le prestazioni di autisti stabiliti in uno Stato membro o in un Paese terzo che distaccano conducenti in Italia, comprese le operazioni di cabotaggio effettuate in Italia da trasportatori stabiliti in uno Stato membro. Si prevede inoltre che le imprese di trasporto stabilite in Stati che non sono membri della UE non beneficiano di un trattamento più favorevole di quello riservato alle imprese dell’Unione, anche quando effettuano operazioni di trasporto in virtù di accordi bilaterali o multilaterali che consentono l’accesso al mercato UE o a parti di esso. La disciplina speciale non si applica alle prestazioni di servizi di somministrazione di conducenti. Va inoltre sottolineato che con il Pacchetto Mobilità il cabotaggio diventa di fatto un distacco, così come il trasporto combinato e i trasporti internazionali. Non sono invece considerati come distacco i trasporti bilaterali e quelli in transito, così come le tratte internazionali di un trasporto combinato effettuate su strada. Il distacco dovrà essere provato tramite l’utilizzo del portale connesso al sistema di informazione del Mercato Interno (IMI), al cui interno vanno immessi i dati delle imprese e quelli dei conducenti distaccati al più tardi all’inizio del distacco, insieme ad altre informazioni relative alla società e ai conducenti (la targa di veicolo e rimorchio, il nome dell’autista, la patente, ecc). A richiesta degli organi di polizia potrebbero essere richiesti anche la copia della dichiarazione di distacco, delle operazioni di trasporto – come per esempio la lettera di vettura internazionale – e anche le registrazioni del tachigrafo con i riferimenti agli Stati attraversati. Lo Stato membro in cui è destinato il distacco può anche richiedere prova della retribuzione e del della retribuzione, il contratto di lavoro nonché la prove dell’avvenuto pagamento del salario.
La quota di iscrizione all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori per l’anno 2030 deve essere versata entro il 31 dicembre 2022; per provvedere al pagamento, è necessario accedere con le proprie credenziali al portale www.alboautotrasporto.it e cliccare sul servizio Pagamento quote. Nel caso in cui non si sia ancora provveduto al pagamento, il sistema PagoPA genera automaticamente una posizione debitoria con scadenza a quattro mesi dalla data di generazione. E’ bene ricordare infine che la data di scadenza della posizione debitoria non deve essere confusa con il termine di scadenza del pagamento della quota di iscrizione, che resta fermo al 31 dicembre 2022 indipendentemente dalla data di scadenza della posizione debitoria.
Il ministro del Mit Matteo Salvini ha convocato per mercoledì 14 dicembre le associazioni dell’Autotrasporto per avviare il confronto sulle problematiche del settore e per individuare eventuali proposte di risoluzione. Salvini sarà affiancato dal vice.ministro Rixi.
La bozza di legge di Bilancio 2023 prevede un fondo per l’autotrasporto 200 milioni che farebbe seguito a quello già varato la scorsa primavera di 500 milioni poi attuato con il meccanismo del credito d’imposta. Nel dispositivo governativo si stabiisce infatti che: «E’ autorizzata la spesa finalizzata al riconoscimento di un contributo volto a mitigare gli effetti degli incrementi di costo per l’acquisto del gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 e superiore». E’ ovvio che, trattandosi della Legge di Bilancio, e quindi di uno strumento che dovarà passare al fuoco di fila delle modifiche in sede di dibattito parlamentare, azzardare ipotesi è prematuro, anche perché sarà già arduo per il Parlamento approvare la manovra prima della fine dell’anno per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio di Bilancio che complicherebbe assai le cose.
Il Governo italiano, dopo le proteste delle associazioni dell’autotrasporto, Fedit Anita e Fai in testa, ha finalmente deciso di muovere qualche timido passo per risolvere il problema delle code di camion al Brennero causate dalle decisioni del governo del Tirolo di preservare l’ambiente. Ad occuparsene sarà il viceministro del MIT Rixi, che già nei precedenti Governi aveva ricoperto il ruolo di viceministro con delega all’autotrasporto. E’ stato lo stesso Rixi ad annunciare ieri la sua decisione di voler incontrare l’omologo austriaco per tentare di risolvere, o avviare a soluzione, un problema che sta pesantemente danneggiando l’economia italiana.
Cominicato stampa Fai, Anita e Fedit
È stato ufficialmente depositato il ricorso presso la Corte di Giustizia dell’UE contro la Commissione Europea sulle limitazioni unilaterali al transito stradale di mezzi pesanti imposte dal Tirolo ufficialmente per motivazioni di tipo ambientale, presentato dalle Associazioni dell’autotrasporto merci ANITA FAI e FEDIT, congiuntamente a Confindustria e ad alcune sue componenti associative particolarmente colpite dalle limitazioni.
Ormai da troppo tempo, il Land Tirolo applica indisturbato dei divieti che generano significativi extra costi per le imprese italiane, minando la competitività delle produzioni nazionali e della nostra economia. Il 70% dell’export italiano passa attraverso le Alpi e la maggior parte di esso transita per il Valico del Brennero, posto lungo il Corridoio Scan-Med che è uno degli assi portanti della rete transeuropea di trasporto.
“Da parecchi anni la nostra Associazione denuncia l’inaccettabile situazione che le imprese italiane sono costrette a subire a causa dei divieti di circolazione imposti dal Tirolo – ha dichiarato il Presidente di ANITA Thomas Baumgartner – e in assenza di interventi decisivi da parte delle Istituzioni europee, abbiamo deciso, trovando piena sintonia nelle altre organizzazioni del trasporto e dell’industria, di mettere in campo un’azione legale per porre fine alla reiterata violazione dei principi di libera circolazione delle merci e di equa concorrenza nell’UE”.
“Le azioni inadeguate della Commissione UE nei confronti del Tirolo austriaco, per contrastare in maniera efficace la politica pseudo ambientalista perseguita ai danni del nostro Paese, ci ha costretti a richiedere l’intervento della Corte di Giustizia – ha dichiarato Paolo Uggé, Presidente della FAI – Auspichiamo che la Corte accerti definitivamente le responsabilità di chi, nel corso di questi anni, ha assistito impassibile allo scempio perpetrato ai danni delle nostre imprese, evitando di aprire una procedura d’infrazione verso l’Austria per violazione delle norme del Trattato UE sulla concorrenza e sulla libera circolazione delle merci.”
“Le limitazioni al transito stradale dei mezzi pesanti attraverso il Tirolo rischia di diventare un danno incalcolabile per l’economia del Paese.” – ha dichiarato il Segretario Generale della Fedit Salvatore Cocchiaro, che ha aggiunto: “È da qualche anno ormai che la direttrice dello sviluppo e dell’export si è spostata verso nord-est. Lungo questa direttrice l’autostrada del Brennero rappresenta, come tutti sanno il percorso obbligato e naturale. In un momento nel quale l’economia italiana ha ripreso vigore con standard di sviluppo del Pil importanti, la decisione del Tirolo appare come un gesto incomprensibile, quasi ostile. Mentre ci accingiamo a presentare il ricorso alla Corte di Giustizia – ha concluso Cocchiaro – esprimiamo l’auspicio che le Autorità Tirolesi tornino sui loro passi”.
Il Governo ha prorogato ulteriormente fino al 31 dicembre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti che erano in scadenza il prossimo 18 novembre. Nel provvedimento, che verrà inserito nel decreto Aiuti-quater di prossima pubblicazione, vengono reiterate le seguenti misure:
– la riduzione delle aliquote di accisa su prodotti energetici utilizzati come carburanti (aliquote di accisa sulla benzina, sul gasolio e sui gas di petrolio liquefatti (GPL) impiegati come carburanti);
– l’esenzione dall’accisa per il gas naturale per autotrazione;
– la riduzione dell’aliquota IVA (fissata al 5%) per le forniture di gas naturale impiegato in autotrazione.
Le imprese di autotrasporto italiane avranno la precedenza su quelle estere per quel che riguarda i fondi destinati al settore. La decisione è stata assunta ieri dal consiglio dei ministri su proposta del ministro del MIT Matteo Salvini che ha proposto e ottenuto una modifica delle regole dei fondi destinati all’autotrasporto. Nel testo originario del Dl Aiuti ter infatti, la norma sull’autotrasporto prevedeva l’accesso ai finanziamenti anche alle imprese straniere di altri Paesi membri dell’Ue. Il dicastero ha ottenuto di specificare che possono beneficiare delle risorse solo le realtà stabilmente in Italia. Sul piatto ci sono 100 milioni, di cui 85 per chi si occupa di movimentazione delle merci. Resta da capire cosa significhi “stabilmente in Italia”: vuol dire che i gruppi stranieri (DHL ed altri) che operano stabilmente in Italia, ma hanno sede di comando altrove sono esclusi oppure, come per la maggior parte di essi, pur avendo la sede centrale all’estero, operabno stabilmente in italia e quindi avranno o stesso trattamento di quelle italiane?
Il Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatori ha approvato la delibera n.10 del 18 ottobre 2022 con la quale sono state definite le quote d’iscrizione allo stesso albo da parte delle imprese di autotrasporto merci per conto di terzi riferite all’annualità 2023. Entro il 31 dicembre 2022, le imprese iscritte all’albo nazionale degli autotrasportatori, alla data del 31 dicembre 2022, debbono corrispondere, per l’annualità 2023, la quota prevista. La quota da versare per l’anno 2023 è suddivisa in diverse voci che potrete leggere sulla delibera:
1. Quota fissa di iscrizione dovuta da tutte le imprese iscritte all’albo pari a euro 30,00;
2. Un’ulteriore quota dovuta da ogni impresa in relazione alla dimensione numerica del proprio parco veicolare, qualunque sia la massa dei veicoli con cui esercitano l’attività di autotrasporto:
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 2 a 5 = 5,16
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 6 a 10 =10,33
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 11 a 50 = 25,82
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 51 a 100 = 103,29
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 101 a 200 = 258,23
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli superiore a 200 = 516,46
3. Un’ulteriore quota dovuta dall’impresa per ogni veicolo di massa complessiva superiore a 6.000 chilogrammi di cui la stessa è titolare:
– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva da 6.001 a 11.500 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile da 6.001 a 11.500 chilogrammi = 5,16
– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva da 11.501 a 26.000 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile da 11.501 a 26.000 chilogrammi = 7,75
– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26.000 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile oltre i 26.000 chilogrammi = 10,33
Il versamento della quota deve essere effettuato, attraverso la piattaforma PagoPA con le seguenti modalità alternative entrambe attivabili nella apposita sezione «Pagamento quote» presente sul sito www.alboautotrasporto.it, per l’importo ivi visualizzabile relativo all’anno 2023 o ad eventuali annualità pregresse non corrisposte, seguendo le istruzioni contenute nel manuale reperibile nella citata sezione «Pagamento quote» del portale albo:
A. pagamento on-line, effettuato in modo integrato nell’applicazione dei pagamenti. L’utente viene automaticamente reindirizzato alle pagine web di PagoPA che consentono di scegliere il prestatore di servizi di pagamento (PSP) e pagare in tempo reale utilizzando i canali on-line proposti dal PSP scelto;
B. pagamento previa creazione della posizione debitoria (PD) che avviene in modalità differita. L’utente stampa o visualizza il pdf dell’avviso di pagamento e procede a pagare con una delle modalità presentata da uno dei PSP, sia tramite canale fisico che virtuale.
La prova dell’avvenuto pagamento della quota relativa all’anno 2023 deve essere conservata dalle imprese, anche al fine di consentire i controlli esperibili da parte del Comitato centrale e/o delle competenti strutture periferiche.
In caso di mancato pagamento, come è noto, l’iscrizione all’Albo dell’impresa sarà sospesa e, trascorso inutilmente il termine di due anni senza che il pagamento sia avvenuto, si potrà incorrere nella cancellazione dell’impresa sulla base del presupposto che l’attività dell’impresa sia, di fatto, cessata.