Il decreto 30 settembre 2022 del MIMS in favore dell’autotrasporto su strada di merci per conto terzi sull’acquisto del componente Ad blue per l’alimentazione dei veicoli Euro V e superiori, approda finalmente sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 2023. Il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, è concesso, nel rispetto del limite di spesa, in misura pari al 15 per cento delle spese sostenute nell’anno 2022, al netto dell’imposta sul valore aggiunto, per l’acquisto del componente Ad blue necessario per la trazione dei mezzi di trasporto utilizzati per l’esercizio delle attività indicate, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto. Il credito d’imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione presentando il modello F24. Le disposizioni del decreto, in particolare, definiscono i criteri e le modalità di attuazione della disciplina del contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, finalizzato a mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi del componente Ad blue, con particolare riguardo alle procedure di concessione, nel rispetto del limite complessivo di spesa pari ad euro 29.600.000,00 per l’anno 2022, nonché alla documentazione richiesta, alle condizioni di revoca e all’effettuazione dei controlli.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.Le spese di riparazione di una vettura elettrica di nuova generazione potrebbero essere fino al 46% più elevate rispetto ad una auto a benzina. E’ quanto si apprende dalla pubblicazione di un studio condotto da Federcarrozzieri in vista dello stop alle auto diesel e benzina dal 2035, per capire come cambiano le spese di riparazione in base alla tipologia di automobili.Mettendo a confronto due auto della stessa marca, una a benzina de una elettrica che hanno subito lo stesso danno da impatto frontale, si scopre che per riparare una Golf del 2020 si spendono in media in Italia 5298 Euro (di cui 2785 Euro per i ricambi, 1891 per costi di manodopera). Invece, le spese per la riparazione del modello elettrico (ID.3) ammontano a 7732 Euro (5105 Euro per i ricambi, 1961 Euro per la manodopera), il 46% in più rispetto ad una automobile tradizionale. La principale differenza tra le due auto sta nella struttura del telaio: nel caso della Golf, il motore frontale funge anche da protezione in caso di urti, mentre nella vettura elettrica devono essere sostituiti i telai e le traverse in caso di urto anteriore. Inoltre, nelle auto elettriche è presente una maggiore quantità di elementi elettronici, come sensori, radar e telecamere, che devono essere sostituiti in caso di danno.Considerando che le auto elettriche stanno diventando sempre più diffuse, Federcarrozzieri sottolinea che l’industria deve essere preparata a questo cambiamento tecnologico. Sarà necessario aggiornare le competenze e le attrezzature dei meccanici per poter riparare correttamente le vetture elettriche, e ci sarà bisogno di un maggiore investimento in tecnologia per garantire la sicurezza degli utenti.
fonte mobility news
In Italia, anche a seguito della decisione dell’Unione europea di vietare l’utilizzo di auto a benzina e diesel dal 2035, il mercato dei mezzi elettrici non riesce a decollare. A questa conclusione è arrivato il Codacons, che sostioene di aver effettuato una ricerca sui prezzi applicati dalle principali case automobilistiche per le vetture a benzina e quelle elettriche. Dai dati raccolti emerge che per una citycar a benzina si spendono mediamente tra i 14.750 ed i 16.800 Euro, mentre per una utilitaria dai 16.870 ai 27.300 Euro. Una cifra ben più alta è richiesta per le stesse tipologie di vetture a trazione elettrica, con prezzi compresi tra i 23 mila ed i 30 mila per le citycar e tra i 30 mila ed i 37 mila per le utilitarie. Se poi ci si orienta verso un’auto di lusso o una sportiva elettrica, i prezzi possono facilmente raggiungere i 200 mila Euro. Queste cifre, in linea con quelle praticate in tutta Europa, sono troppo elevate per quanto riguarda il nostro Paese, che risulta essere l’unico in cui la penetrazione delle Bev (auto elettriche) sul totale delle nuove immatricolazioni scende al 3,7%, contro una media europea del 12,1%.
Infine, Stati quali Norvegia, Svezia ed Olanda sono estremamente avanti in questo settore, tanto che in Norvegia le auto elettriche rappresentano addirittura il 79% del mercato. Proprio per questo, il Codacons invita a prendere provvedimenti in tempi rapidi per incentivare l’acquisto di vetture elettriche in Italia. Per far ciò sarà necessario introdurre delle politiche di agevolazione che permettano di abbassare i prezzi delle auto elettriche, rendendo così l’acquisto di queste ultime più accessibile alla stragrande maggioranza dei consumatori.
fonte mobilita news
La casa automobilistica tedesca Volkswagen ed il marchio cinese Saic Motor hanno nominato Jia Jianxu, come nuovo direttore generale della società Saic-Vw, una joint-venture tra due compagnie, che detengono entrambe una quota del 50%. L’esperto, classe 1978, ha più di 20 anni di esperienza nell’industria automotive ed è responsabile dell’espansione dei cinesi nel mercato europeo. La nomina di Jianxu, manager di lungo corso della casa automobilistica cinese di proprietà statale, arriva in un momento in cui Volkswagen sta intensificando i propri sforzi nel settore dei veicoli elettrici nel Paese del Dragone, con la serie di vetture “ID” che mira a competere con il marchio statunitense Tesla nel più grande mercato dell’auto a batteria del mondo.
Il giudice di pace di Firenze, sulla base di una sentenza della Cassazione, ha stabilito che per provare una violazione al Codice della strada non basta che la Prefettura spedisca la documentazione per Posta Elettronica Certificata, costituendosi inoltre attraverso la stessa PEC. In tal caso infatti i documenti accusatori sono da considerarsi inesistenti e di conseguenza la violazione e la multa.
Il traffico merci attraverso il Brennero registra un leggero aumento del trasporto merci su rotaia. Questo quanto si apprende dal rapporto annuale 2022 di «iMonitraf!» sui dati di traffico e sull’ambiente di otto corridoi transalpini, compreso quello del Brennero. L’anno di riferimento è il 2021 e quindi è probabile, data la forte contrazione sul Brennero decisa dalle autorità austriache, che il divario a favore del trasporto su rotatia sia aumentato.
La distribuzione delle tonnellate di merci trasportate tra le modalità di trasporto stradale e ferroviario èleggermente aumentata a favore del trasporto merci su rotaia dal 2019 (26%) al 2021 (27%). Secondo il rapporto, sulla tratta del Brennero si è registrata una forte diminuzione del traffico automobilistico privato (meno 29,7%) dal 2019 (24.998 auto al giorno) al 2021 (24.627 auto al giorno). In termini di traffico pesante, invece, il 2021 (7.066 camion al giorno) ha quasi raggiunto nuovamente il numero del 2019 (7.377 camion al giorno).
Nel 2021, il volume di traffico giornaliero (cioè traffico leggero e pesante) di 32.275 veicoli al giorno sul corridoio del Brennero era ancora inferiore al livello del 2019 (24.627 veicoli al giorno). Nel 2021, il valore delle tonnellate di merci trasportate sull’asse del Brennero nel suo complesso (strada e ferrovia) è aumentato rispetto al 2019, passando da 53,7 milioni di tonnellate a 54,5 milioni di tonnellate.
«In generale, si tratta di trovare insieme soluzioni efficaci e coordinate, sia per spostare il traffico dalla strada alla ferrovia, sia per posizionare la regione alpina come area modello per la decarbonizzazione del traffico stradale – commenta l’assessore alla mobilità della Provincia di Bolzano, Daniel Alfreider – iMonitraf! fornisce dati importanti per affrontare soluzioni di transito basate su fatti e cifre. Solo con dati e fatti sufficienti è possibile pianificare le misure giuste sul corridoio. Vogliamo individuare soluzioni per gestire congiuntamente il traffico sulle infrastrutture ferroviarie e stradali».
Fonte: L’ADIGE.IT
Le case costruttrici sono pronte ad affrontare la sfida della riduzione delle emissioni grazie agli ingenti investimenti fatti in tecnologie sempre più rispettose dell’ambiente e sicure, ma gli obiettivi fisssati dalla Unione Europea , secondo il Presidente di UNRAE Starace, appaiono molto ambiziosi e tali da mettere in difficoltà le case costruttrici le quali, in caso di macata osservanza nei tempi staliti, incorrerebbero in ingenti sanzioni. Secondo il Presidente di UNRAE, gli stessi obiettivi potrebbero essere raggiunti ricorrendo ad un mix di soluzioni tecnologiche come le motorizzazioni elettriche, a idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici Euro 6/VI in circolazione. Per quel che riguarda l’Italia in particolare, UNRAE ritiene che l’obiettivo UE sarebbe anche più arduo da raggiungere senza una politica pubblica di incentivi che aiuti a svecchiare il parco circolante la cui età media è di circa 14,3 anni. Più in generale infine Starace ha auspicato un’accelerazione delle politiche italiane a sostegno della transizione energetica del comparto, per non vanificare gli sforzi profusi dai costruttori e per evitare che gli autotrasportatori nazionali siano relegati a un ruolo marginale nella movimentazione internazionale delle merci.
Gli ambiziosi obiettivi fissati dalla nuova proposta della Commissione Europea per le emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti richiede la creazione di un ambiente normativo e operativo praticabile e favorevole per gli autotrasportatori, garantendo il mix energetico e la neutralità tecnologica dell’UE. E’ quanto sostiene l’UETR secondo il quale Il sostegno finanziario e le misure di accompagnamento alle MPMI del trasporto su strada, sia in termini di veicoli che di prodotti energetici, saranno fondamentali. Un quadro europeo comune, che includa linee guida per gli Stati membri e aiuti di Stato per agevolazioni fiscali, riduzione dei costi di produzione e incentivi all’acquisto, può creare un ambiente favorevole. La nuova proposta richiede a tutti i responsabili politici dell’UE di garantire al più presto il pieno sviluppo in tutta l’UE di una rete di infrastrutture per i combustibili alternativi a un costo accessibile per i piccoli trasportatori. Insieme agli obiettivi e ai requisiti per i punti di ricarica nello sviluppo della rete transeuropea di trasporto (TEN-T), sarebbero necessari anche incentivi per gli investimenti in stazioni di ricarica private nei centri logistici e nei magazzini. Affrontare con successo la crisi dei prezzi dell’energia è necessario anche per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal dell’UE da parte degli operatori dei trasporti.
Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta a favore delle imprese a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale nel primo trimestre 2023.
La legge di Bilancio 2023 ha esteso al primo trimestre 2023 il credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore, nonché per quelle non energivore e non gasivore definendo le seguenti percentuali:
- Per le imprese energivore, una percentuale pari al 45% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica, una percentuale pari al 35% della spesa sostenuta per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023.
Come stabilito dalla norma di riferimento, i crediti possono essere utilizzati in compensazione entro il 31 dicembre 2023 mediante modello F24, tramite l’utilizzo dei seguenti codici tributo:
- “7010” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese energivore (primo trimestre 2023)
- “7011” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese non energivore (primo trimestre 2023)
- 7012” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023);
- “7013” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023). L’Agenzia delle Entrate ha istituito i codici tributo per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 dei crediti d’imposta a favore delle imprese a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale nel primo trimestre 2023.
- Lo ha comunicato l’associazione Anita.
- La legge di Bilancio 2023 ha esteso al primo trimestre 2023 il credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore, nonché per quelle non energivore e non gasivore definendo le seguenti percentuali:
- Per le imprese energivore, una percentuale pari al 45% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica, una percentuale pari al 35% della spesa sostenuta per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023;
- Per le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, una percentuale pari al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel primo trimestre 2023.
- Come stabilito dalla norma di riferimento, i crediti possono essere utilizzati in compensazione entro il 31 dicembre 2023 mediante modello F24, tramite l’utilizzo dei seguenti codici tributo:
- “7010” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese energivore (primo trimestre 2023)
- “7011” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese non energivore (primo trimestre 2023)
- 7012” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023);
- “7013” denominato “credito d’imposta a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale (primo trimestre 2023).
- In sede di compilazione del modello F24, i codici tributo sono esposti nella sezione “Erario”, nella colonna “importi a credito compensati”, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna “importi a debito versati”. Nel campo “anno di riferimento” è indicato l’anno di sostenimento della spesa, nel formato “AAAA”.
- Fonte Anita
proposta Ue elettrificazione camion: limite 2035 per il green sarà progressivo negli anni successivi
Il Parlamento europe ha approvato in via definitiva il regolamento con cui a partire dal 2035 sarà vietata in Europa vendita di auto e veicoli commerciali leggeri equipaggiati con motori termici, la Commissione Europea e subito dopo la Commissione Ue ne ha proposto una successiva nella quale precisa il modo e il tempo per la riduzione delle le emissioni di camion e autobus che non sarà totale, ma progressiva. In concreto tale riduzione è stata fissata nella misura del 45% entro il 2030, del 65% entro il 2035 e del 90% entro il 2040, rispetto al 2019. In questa seconda proposta i target del 30% fissati in precedenza al 2030 salgono a -45%. Ne consegue che la maggior parte dei veicoli nel 2040 dovrà essere alimentata a elettricità o idrogeno, ma una minoranza potrà mantenere i motori a combustione. Trattasi di un vero e proprio compromesso, in base al quale le case costruttrici potranno continuare a commercializzare veicoli con motori a combustione interna nel 2040, a patto che le loro emissioni di CO2 siano ridotte del 90% rispetto ai livelli del 2019. Fin qui siamo nel campo delle proposte che potrebbero essere modificate nella procedura legislativa la quale, come è noto, deve conto sia delle diverse posizione degli schieramenti sia delle pressioni delle Lobby. ne vedremo delle belle, come si dice in gergo.
La “piattaforma retrofit”, lo strumento informatico attraverso cui gli utenti possono richiedere il contributo per la riqualificazione elettrica del proprio veicolo termico, da ieri è disponibile per tutti coloro che hanno già convertito la propria vettura, da termico ad elettrico dal 10 novembre 2021 al 31 dicembre 2022; costoro possono inoltrare l’istanza tramite la piattaforma dedicata. . Le risorse prevedono un contributo pari al 60% del costo per la riqualificazione (fino ad un massimo di 3.500 euro), a cui si aggiunge un contributo del 60% delle spese relative all’imposta di bollo per l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico, all’imposta di bollo e all’imposta provinciale di trascrizione.
La Commissione UE ha proposto nuovi obiettivi, in linea con quelli del Green deal europeo e del RepowerEu, per quel che riguarda le emissioni di CO2 dei nuovi veicoli pesanti a partire dal 2030, che contribuiranno a ridurre le emissioni nel settore dei trasporti. La Commissione in particolare ha proposto l’introduzione graduale di norme più severe sulle emissioni di CO2 per quasi tutti i nuovi veicoli pesanti ad alta velocità con emissioni di CO2 certificate rispetto ai livelli del 2019, prevedendo il 45% di riduzione delle emissioni a partire dal 2030, il 65% di riduzione delle emissioni a partire dal 2035 e il 90% di riduzione delle emissioni dal 2040. Questi standard di emissioni rafforzati assicurerebbero che il segmento del settore dei trasporti su strada contribuisca alla transizione verso la mobilità a zero emissioni e agli obiettivi climatici e di zero inquinamento proposti dall’Ue, riducendo ulteriormente i costi totali di proprietà per gli operatori del trasporto e la domanda di combustibili fossili, soprattutto gasolio e altri prodotti petroliferi.
E’ durata solo una manciata di ore la corsa di migliaia di aspiranti camionisti sulla piattaforma del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per assicurarsi il bonus messo a disposizione per sostenere la spesa per conseguire la patente e la Cqc, la carta di qualificazione professionale. Già, perché appena quattro ore dopo l’accensione del “semaforo verde” per compilare il modulo, i fondi risultavano già esauriti. Una situazione che moltissimi giovani aspiranti conducenti hanno segnalato inviando richieste di spiegazioni alle proprie associazioni di categoria i cui responsabili, in diversi casi, hanno dovuto comunicare che, anche a loro, l’accesso della prima tranche di fondi messi a disposizione dal ministero (per un totale di 3,7 milioni di euro per il 2022 (ai quali si aggiungeranno 5,4 milioni di euro per ogni anno dal 2023 al 2026 con l’obiettivo di “coprire” l’80 per cento della spesa sostenuta) risultava impossibile. Una realtà che, se dovesse essere confermata, mostrerebbe due facce completamente differenti della medaglia: quella positiva, che mostrerebbe la disponibilità di moltissimi giovani (l’età per poter accedere al bonus va dai 18 ai 35 anni) a svolgere una professione che oggi vede decine di migliaia di richieste d’assunzione non trovare candidati; quella negativa che vede un ammontare dei fondi per i bonus evidentemente inadeguati ad affrontare l’emergenza scatenata dalla mancanza di nuovo conducenti.
Fonte Strada Facendo
L’erogazione del contributo a fondo perduto di 10 milioni a favore delle imprese di autotrasporto che attraversano lo Stretto di Messina è cominciato. Il contributo è concesso per l’imbarco di mezzi adibiti al trasporto di merci, con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate, con gli autisti a bordo e su qualunque vettore che svolge servizio di attraversamento marittimo dello Stretto di Messina. Il contributo è pari al 20% dell’imponibile della fattura del prezzo pagato per il biglietto del trasporto marittimo per l’attraversamento dello Stretto.
E’ partita ieri e continuerà fino al 19 febbraio la campagna europea di controlli su mezzi pesanti per la sicurezza sulle strade : camion e autobus saranno sotto la lente di controllo della Roadpol, il network di Polizie Stradali europee. Obiettivo dell’iniziativa, come sempre, quello di innalzare gli standard di sicurezza in tutto il continente, ma anche di armonizzare i controlli. Le verifiche verranno effettuate in maniera analoga in tutti i Paesi dell’Ue, tranne Grecia e Slovacchia, oltre a Svizzera, Serbia e Turchia. Al centro dei controlli, il rispetto dei limiti di velocità, della normativa sul trasporto delle merci pericolose, tempi di guida e riposo e tutte le altre prescrizioni previste dalla normativa nazionale e comunitaria. Particolare attenzione verrà prestato allo stato psicofisico dei conducenti. Saranno controllati anche il carico e i documenti di accompagnamento della merce.
Nella giornata odierna a Milano è stato sottoscritto dalle OOSS Lombarde e da Alsea il primo accordo territoriale in materia di welfare aziendale. Le OOSS e Alsea, sfruttando l’accordo territoriale già esistente fin dal 1998, hanno condiviso la necessità di offrire a lavoratori e imprese la possibilità di trasformare il premio di risultato, già previsto nell’accordo, in misure di welfare (che, come noto, comporta benefici fiscali e contributivi per lavoratori e datori di lavoro). Il Presidente di Alsea, Betty Schiavoni, ha dichiarato: “con questo accordo, di concerto con le organizzazioni sindacali, abbiamo voluto offrire l’opportunità anche alle imprese meno strutturate ed ai lavoratori di queste, di poter utilizzare il welfare aziendale. Con l’elevata tassazione sul lavoro che sconta il nostro Paese occorre utilizzare ogni strumento possibile per ridurre, sebbene un poco, la pressione fiscale. In questo modo confidiamo anche che il nostro Stato possa incrementare le misure di detassazione, indispensabili per la competitività delle imprese e dell’economia italiana tutta. ”LE OOSS hanno sottolineato l’importanza della contrattazione decentrata sul territorio e di come questa, se continuamente rinnovata, possa rispondere anche alle esigenze di quei lavoratori che prestano il loro operato nelle piccole aziende.Questi infatti, seppur normalmente privi di contrattazione aziendale, possono con questo accordo godere dei benefici di quella territoriale. In questo contesto le OO.SS ribadiscono la centralità del welfare aziendale, tanto per l’abbattimento del cuneo fiscale quanto per la sua rispondenza alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie. Proprio per questi motivi è stato condiviso fra le parti l’esigenza di procedere alla rivisitazione dell’accordo del 1998, al fine di renderlo più rispondente alle mutate esigenze tanto di un settore caratterizzato da una estrema dinamicità, quanto a quelle dei lavoratori che vi operano.
Fonte comunicato Alsea
Creare le figure del truck manager e del bus manager, attraverso un percorso formativo presso un Its, per dare professionalità e restituire dignità al lavoro dell’autista, sia nel trasporto merci che passeggeri. È l’obiettivo di Golia, piattaforma italiana specializzata nella gestione delle flotte di autotrasporto. A spiegare il progetto è Claudio Carrano, ad di Golia e di Infogestweb, la società veronese che la controlla. «Oggi – spiega – chi ha un figlio che entra nel mondo del lavoro non auspica certo che diventi un autista, né i ragazzi pensano che quello sbocco professionale possa essere un’opportunità. Nonostante la pandemia abbia chiarito quanto l’autotrasporto sia necessario per la logistica, quel tipo di lavoro è percepito come duro, mal pagato e con lo svantaggio di portare lontano da casa. L’autista è visto come brutto e sporco, luogo comune che non coincide con l’immagine che dovrebbe trasmettere un’azienda seria. Serve, invece un professionista che conosca le lingue, il marketing, la fisica per il carico delle merci, le normative per usare correttamente il tachigrafo digitale. E anche la capacità di rendicontare l’attività e di saper gestire la tecnologia, sia del camion sia portatile con cui comunicare con l’azienda. Oggi, tra l’altro, un autista corre il rischio di passare tutta la sua vita sul camion o sul pullman, invece deve avere l’opportunità di crescere, di diventare autista-capo e poi, magari, responsabile di una flotta aziendale». L’obiettivo di Golia, che oltre a offrire una piattaforma online, dispone un team di esperti di trasporto e ha creato i Golia point (un network di punti informativi, officine e consulenti), è di creare un percorso di studi biennale all’interno degli Its. «Gli studenti, nel corso del periodo formativo – chiarisce Carrano – avranno anche l’opportunità di lavorare in azienda. Stiamo confrontandoci con diversi Its e con istituti tecnici e, con Confindustria, anche con le scuole medie. In particolare, stiamo operando con l’Its Mobilità sostenibile e trasporti di Catania, di cui siamo partner, e stiamo per chiudere un accordo con l’interporto Polo Inoltra in Abruzzo; abbiamo contatti aperti, poi, in Puglia e Toscana. Aspettiamo che gli Its ottengano l’ok dalle Regioni per l’avvio dei corsi».
fonte Sole24ore 8 Febbraio 2023
È scattato oggi l’embargo ai prodotti petroliferi raffinati russi, che fa seguito al divieto europeo di importare il greggio di Mosca, entrato in vigore il 5 dicembre scorso come sanzione per l’attacco all’Ucraina. E il rischio è che questo ‘stop’ possa far salire ancora i prezzi del carburante, a partire dal gasolio, rallentando cosi’ il percorso di rientro dall’inflazione. Si tratta di uno blocco alla benzina, ma soprattutto al diesel made in Russia, Paese che ha coperto quasi il 50% del fabbisogno di gasolio dell’Unione europea. Il carburante non alimenta solo 16 milioni di auto in Italia, ma anche camion e navi. Su alcune tratte autostradali, denuncia Assoutenti, le ripercussioni sarebbero già evidenti, con il gasolio in modalità servito che sarebbe già tornato a superare i 2,5 euro a litro. Ritorna, inoltre, anche lo spettro della speculazione. Tuttavia, secondo gli esperti, l’Ue si è già mossa per far fronte all’addio di prodotti russi e ha riempito i suoi stock di gasolio, con flussi che hanno raggiunto il massimo dell’ultimo anno. Contemporaneamente, l’Ue sta facendo scorte da Medio Oriente e Asia, a cominciare dalla Cina. E questi partner continueranno a rifornirci anche in futuro, provando a rispondere alla crescente domanda con la creazione di nuove raffinerie. Allora dov’e’ il problema? Intanto, mentre gli altri Paesi si attrezzano per soddisfare l’Ue, a un certo punto le scorte potrebbero scarseggiare, innescando un aumento dei prezzi dei carburanti. Poi – proseguono gli esperti – c’e’ da considerare che le nuove rotte commerciali saranno più lunghe di quelle seguite finora. E questo farà lievitare i costi di trasporto e di conseguenza quelli alle pompe dei benzinai. Ancora: Mosca non potrà più vendere petrolio all’Europa ma tra i suoi principali fornitori c’è la Cina. E il petrolio russo rischia di uscire dalla porta dell’Europa per rientrarci dalla finestra, sotto forma di prodotto raffinato cinese.
Fonte AGI (Agenzia Italia)
Gli autotrasportatori, gli spedizionieri e i gruppi energetici in Europa hanno chiesto che i carburanti a zero emissioni di carbonio siano riconosciuti come una soluzione di decarbonizzazione a lungo termine, insieme all’elettrificazione e all’idrogeno, per un settore logistico dell’UE ben funzionante e stabile. In una lettera congiunta inviata oggi al vicepresidente esecutivo dell’UE Frans Timmermans , l’IRU, l’European Shippers’ Council and FuelsEurope (che rappresenta gli operatori del trasporto su strada, gli spedizionieri e i fornitori di energia), hanno chiesto il pieno ed equo riconoscimento dei carburanti liquidi a emissioni zero per i trasporti interni motori a combustione, insieme a celle a combustibile elettriche e a idrogeno, nella proposta di regolamenti UE sui veicoli pesanti (HDV) CO2 . Per un settore logistico dell’UE ben funzionante e stabile, gli operatori del trasporto su strada e i caricatori devono essere in grado di decidere quale tecnologia è più adatta per diversi tipi di operazioni per raggiungere il nostro obiettivo comune: la neutralità del carbonio entro il 2050. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo dipende dalle opzioni tecnologiche consentite dalla legislazione in arrivo, che ha un impatto sia sui veicoli che sulle infrastrutture. Raluca Marian, direttore della difesa dell’UE dell’IRU , ha dichiarato: “Le catene logistiche vitali che forniscono ai cittadini dell’UE cibo, medicine e altri beni di prima necessità non dovrebbero essere soggette a un incerto salto nel buio che potrebbe mettere a repentaglio la loro stabilità”. “Una proposta standard di CO 2 per il settore logistico europeo dovrebbe prendere in considerazione tutte le opzioni per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio. Un allontanamento completo dalla combustione, nonostante anche questo possa raggiungere lo stesso obiettivo, a seconda di ciò che viene bruciato, può essere descritto solo come un esperimento inutile e rischioso”, ha aggiunto. I carburanti carbon neutral sono anche l’opzione più realistica per decarbonizzare l’aviazione, la maggior parte dei trasporti marittimi e l’attuale flotta di veicoli stradali. La disponibilità di biomassa sostenibile è più che sufficiente per soddisfare la domanda di biocarburanti avanzati per le tre modalità di trasporto.
Fonte: IRU