Dal 6 al 23 agosto, per oltre due settimane, nessun treno potrà transitare dal Brennero a causa dei lavori che saranno eseguiti nelle gallerie ferroviarie sul versante austriaco.Lo hanno fatto sapere le ferrovie Öbb all’Apa specificando che lo stop riguarderà tutti i treni: passeggeri, Rola e merci, locali e a lunga percorrenza. Per r 71 treni locali e dieci treni Eurocity ogni giorno saranno offerti servizi sostitutivi e per la durata del blocco l’Austria sospenderà il divieto settoriale per i tir in Tirolo. Inoltre, dal 6 all’11 agosto ci sarà anche una chiusura della linea tra Bolzano e Trento, per cui saranno previsti autobus da Innsbruck a Trento. Per le ferrovie non ci sarebbero alternative alla chiusura totale, vista la complessità dei lavori da 15 milioni di euro in un territorio di montagna.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.I”file esempio” Fatture e Targhe resi disponibili dal MIT per la presentazione delle istanze utili al rimborso GNl, sono stati sostituiti per eliminare alcuni caratteri presenti nella prima riga dei files che avrebbero potuto provocare errori indesiderati nella procedura automatica di verifica delle istanze”. E’ stato lo stesso MIT ad avvertire della sostituzione dei nuovi files esempio, riapprovati con Decreto Direttoriale 246 del 16 giugno 2023, che sono disponibili sul sito del Ministero (link diretto). Nella email inviata viene precisato che “rimangono validamente presentate le istanze già inoltrate ed accettate dalla piattaforma implementata dalla Agenzia delle Dogane”.
Anche i rinnovi, e non solo le proroghe di un contratto a termine saranno senza causali fino a 12 mesi. Novità anche per la somministrazione, con l’abolizione dei limiti quantitativi (20%) attualmente previsti per il personale in apprendistato e anche di quelli per le assunzioni dei lavoratori in mobilità, disoccupati o svantaggiati. Non solo. Dopo una lungo tira e molla è arrivata la proroga della normativa di miglior favore sullo smart working, ma solo per il settore privato. Il lavoro agile, le cui norme agevolative sono in scadenza il 30 giugno, si allunga al 31 dicembre prossimo sia per i lavoratori fragili sia per quelli che hanno figli fino a 14 anni. Come ha spiegato la relatrice al decreto Lavoro in commissione Affari sociali del Senato, Paola Mancini (FdI), per i lavoratori pubblici fragili resta in piedi «un approfondimento per verificare le coperture» (se si troverà una quadra la norma arriverà martedì). Per il via libera in Commissione , infatti, i lavori sono slittati alla prossima settimana anche per verificare con la commissione Bilancio le coperture di alcuni emendamenti già approvati e su cui ci sono dubbi sulle risorse necessarie. In questo senso è ancora in bilico il sigillo finale al correttivo del Movimento cinque stelle che prevede una decontribuzione totale per 3 anni per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. Sui fringe benefit resta l’attuale impostazione: sono esentasse fino a 3mila euro per i lavoratori con figli. Tuttavia, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, questi strumenti «saranno senza oneri contributivi», essendo stata trovata la copertura (190 milioni): «Era una volontà del governo e della presidente Meloni che i fringe benefit siano un’erogazione non coperta da alcun tipo di spesa per l’imprenditore». Novità anche sul nuovo Assegno di inclusione, introdotto proprio con il decreto Lavoro per sostituire il Reddito di cittadinanza. In particolare con il via libera ai correttivi delle opposizioni e in particolare dei Cinquestelle si prevede che in caso di nuclei familiari con figli under-14 l’obbligo di accettare il contratto (anche a tempo indeterminato) scatta solo entro una distanza lavoro-domicilio di 80 Km o entro un limite temporale di 120 minuti con i mezzi di trasporto pubblico (in base all’attuale formulazione dell’articolo 9 del decreto 1° maggio un contratto a tempo indeterminato andava accettato in tutto il territorio nazionale). Per quanto riguarda il solo lavoro a tempo determinato (anche in somministrazione) per cui era già previsto il limite degli 80 Km è stato aggiunto anche il limite orario di 120 minuti con i mezzi di trasporto pubblico. Modifica questa chiesta e ottenuta da Giovanni Satta (FdI). L’Assegno di inclusione poi viene esteso anche alle persone in cura presso i servizi socio-sanitari (oltre ai componenti di nuclei familiari con disabilità, minori o con almeno sessant’anni). La Lega ha ottenuto, invece, che la carta di inclusione non possa essere utilizzata oltre che per i giochi che prevedono vincite in denaro, anche per l’acquisto di sigarette, anche elettroniche, di derivati del fumo, di giochi pirotecnici e di prodotti alcolici. Sempre la Lega, come anticipato sul giornale di ieri ha ottenuto il via libera all’emendamento del leghista Romeo che consente a commercianti, artigiani, lavoratori agricoli e professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps di ricostruire la propria posizione contributiva di fatto decurtata di quei contributi oggetto dello stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro affidate all’ex Equitalia dal 2000 al 2015. In attesa delle istruzioni che dovrà diramare l’Inps è certo che le somme dovute dovranno essere versate entro il 2023 in unica soluzione o anche a rate. Come anticipato sempre dal nostro giornale di ieri il semaforo verde si è acceso anche sulla detassazione del lavoro notturno e festivo per i dipendenti del settore turistico, ricettivo e termale: per il periodo che va dal 1° giugno al 21 settembre 2023 «è riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e straordinario». Questa norma si applica ai dipendenti con reddito di non importo non superiore a 40mila euro (periodo d’imposta 2022).
Rasegna stanpa Sole24ore
Vertice ministri trasporti Eu su transito Brennero: Salvini chiede l’intervento Autorità Comunitarie
Il ministro dei Trasporti italiano, Matteo Salvini, al termine del consiglio europeo dei ministri del trasporto, ha chiesto formalmente l’intervento del Consiglio Europeo e della Commissione UE contro i provvedimenti austriaci sul transito del Brennero: “Con l’Italia – si legge nella notra diramata del MIT- si sono schierati dapprima la Germania e poi altre nazioni come Repubblica Ceca, Lituania, Romania, Olanda, Bulgaria”. Nella nota ministeriale vengpno sottoineate anche le parole del ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing io cui peso nel consesso europeo è sempre importante: “Abbiamo bisogno urgentemente di soluzioni, perché la situazione è drammatica con code di 50 chilometri in Baviera. È venuto il momento di fare qualcosa”. La commissaria ai Trasporti dell’UE, Adina Valean ha invitato i Paesi a trovare una mediazione rivolgendosi in particolare all’Austria. Sulla questione è intervenuta la ministra austriaca dei Trasporti, Leonore Gewessler che ha annunciato nuovi colloqui con l’omologo tedesco Volker Wissing, aggiungendo che la condizione deve essere la volontà italiana di tornare al negoziato. Gewessler ha aggiunto che un Tavolo fra i tre Paesi è soggetto a un “chiarimento” sulle questioni tecniche e alla dimostrazione da parte dei due Paesi confinanti di stare lavorando a soluzioni sul transito lungo l’asse del Brennero. Il governatore del Tirolo, la regione austriaca interessata dall’attraversamento Anton Mattle invece ha confermato il mantenimento degli attuali provvedimenti. Da quel che si capisce infine dalle varie posizioni espresse dai Paesi interessati e, vieppiù dalle regioni appartenenti agli stessi Paesi, è che un eventuale negoziato che porti ad un compromesso finale dopo il fallimento della proposta degli slot, appare lontano. E’ forse da questa logica che nasce l’idea di Salvini di attivare il Consiglio Europeo e la Commissione UE.
I divieti alla circolazione dei veicoli pesanti sul valico del Brennero infiammano lo scontro tra Italia e Austria. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ieri ha fatto sapere di voler formalizzare la procedura di infrazione nei confronti di Vienna. «La decisione — spiega in una nota il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti — è maturata al termine del Consiglio Trasporti in Lussemburgo», dove Salvini è intervenuto sulla questione. «L’Italia — spiega il ministero — ha esposto tutte le sue ragioni, sostenuta con forza dalla Germania e poi da altri Paesi come Repubblica Ceca, Lituania, Romania, Olanda, Bulgaria».
Secondo la Commissione europea l’intesa sul valico del Brennero potrebbe essere vicina, ma l’atteggiamento di Vienna impedisce di trovare un compromesso. La commissaria europea per i Trasporti, Adina Valean, ha ricordato che l’esecutivo Ue ha avviato da tempo la discussione con i Paesi coinvolti per raggiungere un accordo. «Tutte le misure» unilaterali «prese sul Brennero non sono utili, anche per l’Austria stessa, non sono positive e non sono sostenibili», ha evidenziato Valean. «Sono delusa dal fatto che mentre Italia e Germania approverebbero un compromesso, l’Austria continua a ritardare, vuole continuare le discussioni e non si sposta dalla sua posizione», ha aggiunto.
Per Salvini è in gioco il principio della libera circolazione di uomini e merci sancito dai Trattati europei. «O la libera circolazione vale per tutti oppure i Trattati per qualcuno valgono un po’ di meno», attacca il vicepremier. «La libertà di circolazione non comporta l’obbligo di trasportare le merci su gomma: abbiamo delle capacità su rotaia, siete pregati di utilizzarle», è la replica della collega austriaca, Leonore Gewessler.
Sulla gestione del valico del Brennero Roma e Vienna si scontrano da anni. L’Austria sostiene che il corridoio ha superato da tempo il limite di carico e da anni vengono rilevati sforamenti dei limiti di biossido di azoto in atmosfera. Per gestire meglio i flussi di traffico la Provincia di Bolzano, il Land del Tirolo e la Baviera hanno proposto di introdurre un sistema di prenotazione delle fasce orarie per il transito dei mezzi pesanti, così da evitare incolonnamenti lungo l’autostrada. Ma le associazioni dell’autotrasporto hanno chiesto al governo italiano di intervenire per fermare il progetto. Le restrizioni stabilite unilateralmente dall’Austria secondo Roma hanno pesanti ricadute sull’economia italiana, come evidenziato più volte da Confindustria. Anche Berlino ritiene che i divieti danneggino il mercato unico europeo. «La situazione al Brennero è drammatica — ha sottolineato ieri il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing — abbiamo code di 50 chilometri in Baviera e, senza una soluzione, saranno ancora più lunghe nelle aree confinanti. Dobbiamo evitarlo».
Fonte “Corriere della Sera”
Il Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatori ha approvato la delibera n.10 del 18 ottobre 2022 con la quale sono state definite le quote d’iscrizione allo stesso albo da parte delle imprese di autotrasporto merci per conto di terzi riferite all’annualità 2023. Entro il 31 dicembre 2022, le imprese iscritte all’albo nazionale degli autotrasportatori, alla data del 31 dicembre 2022, debbono corrispondere, per l’annualità 2023, la quota prevista. La quota da versare per l’anno 2023 è suddivisa in diverse voci che potrete leggere sulla delibera:
1. Quota fissa di iscrizione dovuta da tutte le imprese iscritte all’albo pari a euro 30,00;
2. Un’ulteriore quota dovuta da ogni impresa in relazione alla dimensione numerica del proprio parco veicolare, qualunque sia la massa dei veicoli con cui esercitano l’attività di autotrasporto:
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 2 a 5 = 5,16
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 6 a 10 =10,33
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 11 a 50 = 25,82
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 51 a 100 = 103,29
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli da 101 a 200 = 258,23
– Imprese iscritte all’albo con un numero di veicoli superiore a 200 = 516,46
3. Un’ulteriore quota dovuta dall’impresa per ogni veicolo di massa complessiva superiore a 6.000 chilogrammi di cui la stessa è titolare:
– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva da 6.001 a 11.500 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile da 6.001 a 11.500 chilogrammi = 5,16
– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva da 11.501 a 26.000 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile da 11.501 a 26.000 chilogrammi = 7,75
– Per ogni veicolo, dotato di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26.000 chilogrammi, nonché’ per ogni trattore con peso rimorchiabile oltre i 26.000 chilogrammi = 10,33
Il versamento della quota deve essere effettuato, attraverso la piattaforma PagoPA con le seguenti modalità alternative entrambe attivabili nella apposita sezione «Pagamento quote» presente sul sito www.alboautotrasporto.it, per l’importo ivi visualizzabile relativo all’anno 2023 o ad eventuali annualità pregresse non corrisposte, seguendo le istruzioni contenute nel manuale reperibile nella citata sezione «Pagamento quote» del portale albo:
A. pagamento on-line, effettuato in modo integrato nell’applicazione dei pagamenti. L’utente viene automaticamente reindirizzato alle pagine web di PagoPA che consentono di scegliere il prestatore di servizi di pagamento (PSP) e pagare in tempo reale utilizzando i canali on-line proposti dal PSP scelto;
B. pagamento previa creazione della posizione debitoria (PD) che avviene in modalità differita. L’utente stampa o visualizza il pdf dell’avviso di pagamento e procede a pagare con una delle modalità presentata da uno dei PSP, sia tramite canale fisico che virtuale.
La prova dell’avvenuto pagamento della quota relativa all’anno 2023 deve essere conservata dalle imprese, anche al fine di consentire i controlli esperibili da parte del Comitato centrale e/o delle competenti strutture periferiche.
In caso di mancato pagamento, come è noto, l’iscrizione all’Albo dell’impresa sarà sospesa e, trascorso inutilmente il termine di due anni senza che il pagamento sia avvenuto, si potrà incorrere nella cancellazione dell’impresa sulla base del presupposto che l’attività dell’impresa sia, di fatto, cessata.
Non si ferma il boom degli acquisti on line dopo i clamorosi picchi registrati durante il lookdown, ma il timore derivato dall’aumento dei costi di energia e trasporti, raffredda gli entusiasmi e spinge gli operatori alla prudenza per l’immediato futuro. Queste le conclusioni del report dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano-Netcomm, che oggi a Milano ha comunicato dati e andamento del settore dell’anno in corso durante il quale gli acquisti online in Italia raggiungeranno i 48,1 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021). Nel dettagio gli acquisti di prodotto continuano a crescere a un ritmo più contenuto segnando un +8% in 12 mesi rispetto a quello dello scorso anno (+18% tra 2020 e 2021) per un valore pari a 33,2 miliardi di euro. Si riprendono invece completamente gli acquisti di servizi (+59% rispetto al 2021) che raggiungono i 14,9 miliardi di euro, grazie anche alla crescita del comparto turismo e trasporti. Nonostante questi brillanti risutati le aspettative degli operatori non sono per così dire brillanti, tanto da indurre un operatore su due a rivedere le stime della chiusura del conto economico. «Dopo il cambiamento generato dalla pandemia – ha detto Dalmazio Manti CEO di BRT, azienda leader in Italia del last mile – si è generato un ‘super stretch e-commerce’, ovvero un servizio che deve soddisfare un’incredibile varietà di acquirenti, dai millennial ai baby boomer, dagli esperti ai principianti. Quindi è diventato sempre più fondamentale rispondere con tempestività e flessibilità. Oggi per il consumatore online, il sabato e la domenica sono considerati al pari degli altri giorni per ricevere il proprio ordine. Il consumatore si aspetta di riceverlo il giorno dopo, di avere un real tracking istantaneo, aggiornato in ogni momento, e di seguire il percorso dell’autista tramite mappa. In questo contesto, diventa necessario effettuare importanti investimenti tecnologici in grado di fornire in real-time visibilità sull’evasione degli ordini, sui vari touch point della supply chain e soprattutto, sulla reverse logistics». «La competizione si gioca su un servizio che sappia bilanciare performance, costi e sostenibilità, ” ha proseguito Manti” la ricerca di marginalità per i rivenditori e l’esperienza per i consumatori si riduce alla fase probabilmente più costosa della consegna, l’ultimo miglio. Negli ultimi anni vediamo come le preferenze di consegna stiano cambiando: decresce sempre più la quota dei consumatori che si fa recapitare la propria spedizione a casa, a favore di soluzioni OOH quali lockers e punti di ritiro. Questo rappresenta una soluzione al problema di capacità dell’ultimo miglio e ha un impatto positivo sull’ambiente, consentendo di ridurre il numero delle corse, coprendole al 100% e abbassando le emissioni di CO2». In questo contesto BRT ha sviluppato una nuova piattaforma tecnologica (myBRT), per gestire la consegna delle spedizioni con un ampio sistema di opzioni tra cui finestra di consegna di 2 ore, notifiche in tempo reale, tracking istantaneo della spedizione, consegna colli al piano, ricezione anche sabato e domenica o ad orari non ordinari presso uno dei punti di ritiro BRT-fermopoint. Questa rete attualmente conta oltre 6.000 punti, fatta di edicole, tabaccherie, cartolerie, bar e altri piccoli esercizi che il cliente può scegliere come luogo di ritiro e consegna. L’azienda bolognese vanta oggi su un sistema di oltre 200 filiali, 35 hub parcel, 13 hub messaggeria, 10 impianti di logistica a cui si unisce la rete sopra indicata. BRT ha consegnato oltre 227 milioni di parcel nel 2021 con un fatturato dichiarato di ca. 1.775 milioni di euro (+14% rispetto al 2020).
Agenzia Dogane ha illustrato alle Associazioni dell’Autotrasporto la piattaforma per la presentazione delle istanze per accedere al credito d’imposta del 28 per cento per l’acquisto del gasolio del primo trimestre del 2022 secondo quanto disposto dal decreto del Governo. L’illustrazione è avvenuta attraverso un open hearing grazie al quale le Associazioni, tra le quali Confetra e la Fedit, hanno potuto porre alcuni quesiti relativi ad alcuni punti non chirissimi relativi alle procedure di accesso al credito d’imposta. A questo proposito Agenzia Dogane ha assicurato che tali quesiti saranno recepiti in un documento che sarà pubblicato a breve sul sito dell’Agenzia Dogane e Monopoli in forma di FAQ. A fine Agosto, tenendo conto delle difficoltà della fase di avvio di un tale processo, si dovrebbe tenere un ulteriore Open Hearing per verificare lo “stato dell’arte”.
Fedit nel frattempo invita tutti i suoi associati interessati, a consultare il sito dell’Agenzia Dogane per visionare il videoprocesso illustrato durante l’Open Hearing che contiene tutte le informazioni utili sulla piattaforma, ciò allo scopo altresì di poter esaminare il documento che conmtiene le FAQ che verrà pubblicato nei prossimi giorni. L’operazione è possibilie digitando “Credito d’imposta per gli autotrasportatori – Agenzia delle d0gane e dei Monopoli (adm.gov.it)
Disco verde ai 500 milioni di agevolazioni al settore dell’autotrasporto delle merci per conto terzi. Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini,che domani incontrerà le associazioni dell’autotrasporto, ha firmato il decreto che consente alle imprese interessate di usufruire di un credito di imposta pari al 28% delle spese sostenute nel primo trimestre del 2022, al netto dell’Iva, per l’acquisto di carburante impiegato su mezzi di categoria Euro 5 o superiore. Lo stanziamento per il 2022 è pari a 497 milioni di euro. La domanda per accedere all’agevolazione va presentata attraverso un’apposita piattaforma predisposta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le imprese beneficiarie, per fruire del credito d’imposta, da utlilizzare esclusivamente compensazione, devono presentare il modello F24 unicamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.
La viceministra Teresa Bellanova ha comunicato ieri pomeriggio alle Associazioni dell’autotrasporto la decisione di sottoporre al consiglio dei ministri di lunedi prossimo la proposta di erogare i 500 milioni di sostegno all’autotrasporto ricorrendo alla via più diretta, veloce ed efficace e cioè il ricorso al credito d’imposta. Tali contributi, come è noto, verranno riconosciuti alle imprese con veicoli di portata superiore alle 7,5 tn. e di classe ecologica euro 5 e 6. Il credito d’imposta sarà pari al 25% sui consumi di gasolio effettuati nel primo trimestre dell’anno in corso.
Il settore dei trasporti in Italia è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2, a cui si aggiungono le emissioni nel settore dell’aviazione e del trasporto marittimo internazionali. Questo il dato saliente del rapporto sulla “Decarbonizzazione e trasporti” che il Ministero de3llo Sviluppo Economico ha reso noto nei giorni scorsi. Il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto, in particolare, è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci, settore per il quale si registra un aumento del 3,2% delle emissioni tra il 1990 e il 2019, in controtendenza rispetto al calo del 19% delle emissioni totali durante lo stesso periodo. Per contribuire a raggiungere gli obiettivi europei, del pacchetto ‘Fit for 55’, che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050, è necessario accelerare il processo di decarbonizzazione, partendo proprio dal settore della mobilità. Per ridurre le emissioni climalteranti del settore le soluzioni tecnologiche basate sull’elettrificazione sono quelle al momento più promettenti per diversi comparti, soprattutto quello del trasporto su strada. Per mezzi come auto, veicoli commerciali, bus e treni, sono già adottabili su larga scala.
Biometano, idrogeno verde, biocombustibili avanzati e combustibili sintetici, a causa dell’attuale scarsa capacità produttiva e degli alti costi collegati, potranno servire a decarbonizzare trasporti più difficilmente elettrificabili, come quelli marittimi, aerei e camion a lunga percorrenza. Settori in cui l’elettrificazione necessita ancora di investimenti in ricerca e sviluppo. Se3condo il rapporto MISE inoltre I veicoli elettrici a batteria (BEV) sono l’opzione più idonea per raggiungere gli obiettivi al 2030, sia in termini di efficienza energetica, sia di riduzione delle emissioni. Già con il mix energetico attuale, infatti, la sostituzione dei veicoli a combustione interna, che oggi rappresentano il 99% del trasporto stradale italiano, con veicoli elettrici comporterebbe per il nostro Paese una riduzione del 50% delle emissioni sul ciclo di vita del trasporto leggero su strada. Un risultato ancora migliore si otterrebbe aumentando la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, come già previsto dal PNRR. Dal punto di vista dei costi, la soluzione risulta oggi quella più praticabile considerando che, sull’intero ciclo di vita, il costo totale di possesso e utilizzo di un’auto privata a trazione elettrica è inferiore a quello di una con motore a combustione interna e l’impatto ambientale è notevolmente inferiore. È necessario tuttavia potenziare le infrastrutture di ricarica, investire sulla produzione industriale nazionale di batterie e di veicoli, favorire il riciclo dei materiali rari. In questo settore sono identificate tre possibili alternative per sostituire i mezzi ad alimentazione tradizionale: i veicoli a batteria, con necessità di ricarica ad altissima potenza (1 MW) o di scambio delle batterie (battery swap), i veicoli elettrici alimentati attraverso una linea aerea installata sulle autostrade e, a certe condizioni, i veicoli a idrogeno verde.
Dalle analisi contenute nel Rapporto risulta che un camion elettrico possa conseguire risparmi fino al 70% delle emissioni calcolate sul suo ciclo di vita. Le scelte da compiere dovranno essere necessariamente condivise con i partner europei e i Paesi confinanti per convergere su standard comuni e consentire una reciproca interoperabilità.
Pubblichiamo qui di seguito i particolari delle soluzioni per la erogazione alle imprese dei 500 milioni del fondo governativo per l’autotrasporto, prospettate durante l’ultimo incontro con la viceministra Berllanova la quale si è riservata di dare risposte nella prossima riunione prevista per i primi di maggio.
- Fondo Autotrasporto di 500 milioni: La soluzione ipotizzata di un credito di imposta per le imprese con veicoli di portata superiore alle 7,5 ton. e di classe ecologica euro 5 ed euro 6 non è percorribile. Sempre per la stessa platea di beneficiari stanno lavorando affinché venga riconosciuto un contributo diretto da parte dell’Agenzia delle Dogane.
- Riduzione dei 25 centesimi del carburante alla pompa. Tale riduzione, di portata generale, ad oggi in vigore sino al 2 maggio molto probabilmente verrà prorogata per altri 2 mesi. Abbiamo stigmatizzato tale intervento praticamente nullo per le imprese di autotrasporto con parco veicolare più ecologico che, come noto, non possono più recuperare per tale periodo il credito dei 21 centesimi di accisa.
- Credito di imposta AD BLUE-LNG: E’ in fase di definizione una bozza di decreto che dovrebbe rendere la misura già prevista dal Decreto Legge Energia operativa a breve.
- Accesso al mercato. In fase di sottoscrizione del Protocollo di Intesa dello scorso 17 marzo è stato concordato che per calmierare gli effetti derivanti dalla liberalizzazione dell’accesso al mercato, per le imprese che ne dovrebbero uscire, verrà riconosciuto un contributo per la perdita del potere di acquisto derivante dalla impossibilità di vendere la licenza. Verrà aperto un tavolo specifico sul tema.
- Investimenti e formazione. Entro un periodo di 4 mesi verranno pagati i contributi relativi a tali voci effettuati negli ultimi 2 anni.
- Marebonus-Ferrobonus. Stanno lavorando affinché i contributi -le cui entità e modalità non sono ancora operative- vengano riconosciuti direttamente alle imprese di autotrasporto.
I 500 milioni di euro, che il Governo ha stanziato in favore dell’autotrasporto e che saranno utilizzati a favore dei possessori di veicoli Euro 5 e 6 di massa complessiva maggiore di 7,5 tonnellate, non potranno essere distribuiti ricorrendo al credito d’imposta. Lo ha precisato la Viceministra Bellanova nel coroso dell’inc0ntro con le Associazioni dell’Autotrasporto che i è svolto venerdi scorso. A questo proposito la Viceministra ha aggiunto che si sta verificando la possibilità di elargire le risorse tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che già dispone dei dati relativi al consumo di gasolio dei primi tre mesi del 2022.
La guerra in Ucraina ha esacerbato le criticità sulle catene di fornitura originate dalla pandemia, con forti aumenti dei prezzi di alcune materie prime e con crescenti ritardi e rincari della logistica merci che ostacolano la normale operatività delle imprese.Il grido d’allarme è stato lanciato dal Presidente dell’Assolombarda Alessandro Spada. Nel primo trimestre 2022, più della metà delle imprese manifatturiere del Nord-ovest (51%) ha dichiarato di subire ostacoli alle esportazioni. Tra i principali fattori avversi, emergono i“prezzi e costi” (per il 24% delle imprese) e l’“allungamento dei tempi di consegna” (per il 15%). Inoltre, è aumentata in modo considerevole, dal 8% del quarto trimestre 2021 al 26% del primo trimestre 2022, la quota di imprese che evidenzia “altri fattori” tra i principali ostacoli che condizionano l’export, un incremento almeno in parte riconducibile all’instabilità causata dal conflitto Russia-Ucraina. Un primo focus riguarda quindi la logistica, sia nei tempi di consegna sia nei costi. Per quanto riguarda l’“allungamento dei tempi di consegna”, la crisi in Ucraina si inserisce in un quadro della logistica già caratterizzato da forte incertezza: lungo tutto il 2021 i ritardi nelle catene di fornitura si sono via via intensificati, per poi diminuire tra gennaio e febbraio 2022, complici i primi segnali di allentamento delle restrizioni pandemiche rilevati nei mesi di gennaio e febbraio. Ma a marzo 2022, con lo scoppio della guerra, i tempi medi di consegna sono tornati a crescere in tutta l’Area euro. Sul fronte dei costi, l’invasione dell’Ucraina ha determinato rincari considerevoli dei noli delle rotte marittime limitrofe ai territori colpiti, con riferimento sia alle petroliere di piccola taglia impiegate tra il Mar Nero e il Mediterraneo, sia alle navi cargo che trasportano grano e cereali passando dal Mar Nero. I rincari locali connessi alla guerra per il momento non incidono sugli indici aggregati, con i costi di spedizione globali che proseguono a muoversi lungo i trend precedentemente in atto(stazionarietà su alti livelli dei costi del cargo aereo e soprattutto dei noli container, alta volatilità per le portarinfuse). Un secondo focus riguarda i prezzi delle materie prime che, a oltre un mese dall’inizio del conflitto, si mantengono su livelli più alti di quelli di inizio febbraio 2022 e soprattutto ben superiori rispetto al periodo pre pandemia. Il prezzo del gas naturale europeo, dopo lo straordinario picco di inizio marzo, il 28 marzo 2022 si attesta sui 102,5 €/MWh, registrando un +818,2% rispetto a gennaio 2020; il prezzo del greggio prosegue su un trend di crescita (+79,0%); forti tensioni si confermano anche per i prezzi di frumento e mais (+89,4% e +96,2%), olio di girasole (+182%) e per il fertilizzante urea e nitrato di ammonio (+396%). L’acciaio non riesce a riassorbire l’aumento registrato dopo lo scoppio del conflitto (+208,3%); il prezzo del nichel continua a caratterizzarsi per elevata volatilità (+154,3%); alluminio e rame restano a livelli particolarmente elevati (+106,0% e +71,2%). Nel primo trimestre 2022 più della metà (50,8%) delle imprese manifatturiere del Nord-ovest dichiara ostacoli alle esportazioni, una percentuale in netto aumento rispetto al trimestre precedente (41,3% nel quarto trimestre 2021) e che si avvicina ai livelli post lockdown del terzo trimestre 2020 (52,9%) (Grafico 1). Tra i principali ostacoli alle esportazioni, si confermano l’“allungamento dei tempi di consegna” (per il 14,8%delle imprese del Nord-ovest) e i “prezzi e costi” (per il 24,1%). Inoltre, è aumentata in modo considerevole la quota di imprese che evidenzia “altri fattori” tra i principali ostacoli che condizionano l’export: dal 7,7% nel quarto trimestre 2021 al 25,5% nel primo trimestre 2022, un incremento almeno in parte riconducibile all’instabilità causata dal conflitto e dalle conseguenti sanzioni alla Russia (Grafico 2). A marzo 2022 si evidenzia un nuovo allungamento dei tempi di consegna delle merci; la crisi in Ucraina si inserisce in una situazione della logistica già di forte incertezza. Infatti, per tutto il 2021 le imprese manifatturiere del Nord-ovest hanno risentito in misura sempre più intensa di ritardi nelle catene di fornitura: se a inizio 2020 solo il 5,4% delle imprese dichiarava di subire allungamenti nei tempi di consegna, nel primo trimestre 2022 la percentuale è al 14,8%. Rispetto a fine 2021, la situazione media dell’ultimo trimestre risulta in miglioramento, ma se nei mesi di gennaio e febbraio i primi segnali di allentamento delle restrizioni pandemiche hanno comportato un parziale riassorbimento delle tensioni, a marzo 2022 gli effetti del conflitto sono evidenti sulla logistica di tutta l’Eurozona: secondo IHS Markit “…la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno causato ampi ritardi sulla catena di fornitura, aggravando i disagi sulla distribuzione già provata dalla pandemia, inclusi i ritardi dovute alle nuove chiusure in Cina. Dopo l’alleggerimento avutosi a febbraio, i tempi medi di consegna di marzo si sono nuovamente allungati e al tasso maggiore da novembre scorso.” Al momento, i rincari nei costi di spedizione delle merci interessano in particolare le rotte navali limitrofe ai territori colpiti dal conflitto, mentre gli indici complessivi globali proseguono lungo i trend precedentemente in atto.
“
La recente “OPERAZIONE PETROL MAFIE SPA” mette un sigillo sul fenomeno del
contrabbando di carburanti per autotrazione le cui stime da anni indicano che dal 10 al
20% del prodotto movimentato in Italia ( 3 mld litri) corra ormai sul mercato illegale e
parallelo, sottraendo all’Erario 6 miliardi, in buona parte attraverso frodi all’IVA.
Il giro d’affari è vorticoso e le organizzazioni che si sono inserite come testimoniato dalla
operazione in questione mettono in grave difficoltà gli operatori onesti, anche con minacce
dirette, e spesso riescono a rilevare l’intera filiera, dal deposito alla stazione di servizio.
ANITA, ASSOTIR, Confartigianato Trasporti, FAI-Conftrasporto,
FEDIT, FIAP, FITA-CNA, SNA-CASA Artigiani, UNITAI rappresentano
quelle imprese di autotrasporto di carburanti e combustibili che da sempre operando nel
pieno della legalità – sono tra i soggetti della filiera duramente colpiti da tale fenomeno
che ha sottratto loro ingenti volumi da trasportare, nonché alimentato una concorrenza
sleale di vettori totalmente disinteressati ai costi di esercizio e alle più elementari norme di legalità e sicurezza”.
E’ quanto affermano congiuntamente tutte le associazioni dell’autotrasporto in un comunicato stampa nel quale si sottolinea che:”Nell’esprimere soddisfazione per l’impegno ed il successo delle Autorità in tale operazione ANITA ASSOTIR, Confartigianato Trasporti, FAI-Conftrasporto,
FEDIT, FIAP, FITA-CNA, SNA-CASA Artigiani, UNITAI rinnovano la loro
collaborazione a tutti gli attori della filiera affinché tale operazione costituisca il nuovo
punto di partenza per bonificare definitivamente tale mercato e ripristinare quelle garanzie
che la collettività si attende da un trasporto di qualità e in sicurezza che ha origine da una
attenta selezione sul mercato di partner che garantiscono elevati standard, ai quali deve
necessariamente corrispondere una adeguata valorizzazione del servizio, in un mercato
libero e competitivo.Serve quindi:” conclude il comunicato dell’associazione” un rinnovato sforzo e un impegno responsabile, se non si vuole correre il
rischio di spingere definitivamente fuori dal mercato proprio le imprese che lavorano in
sicurezza, e nella legalità giocando a favore di quelle indifferenti a tali valori”.
UPS trasferisce la piattaforma logistica toscana da Calenzano a Prato, in una piattaforma più grande e moderna. L’impianto copre una superficie di 8000 metri quadrati ed è il primo in Italia a applicare in modo nativo la tecnologia di scansione, smistamento e movimentazione che consente di spostare rapidamente i pacchi all’interno della struttura, offrendo una capacità di 3000 pacchi l’ora con lo stesso personale di 150 persone che lavorava a Calenzano. L’impianto ha undici ribalte, che possono servire un traffico quotidiano di 110 furgoni, più una dedicata ai container aerei. Il nuovo hub UPS di Prato è collegato via strada con gli altri impianti italiani e con l’aeroporto di Bologna, dove scala un aereo diretto allo hub di Colonia, per trasferire i pacchi sulle rotte intercontinentali. Grazie a questa rete, da prato UPS consegna in 24 ore in Europa e nella maggior parte delle destinazioni mondiali.
ROVIGO – Amazon ha dato il via alle procedure per l’apertura del nuovo centro logistico di distribuzione situato tra i comuni di Castelguglielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo. Si cercano fornitori e produttori di hardware e strumenti elettronici; dispositivi di protezione individuale; corsi di formazione; pallet; manutenzione elettrica, idraulica e edile; attività di consulenza in ambiti tra cui la sicurezza e le pratiche edilizie; trasporti e logistica; copisterie; gadget e regalistica. L’azienda prevede di creare 900 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni dall’avvio dell’attività. Chiunque sia interessato avrà la possibilità di iscriversi agli incontri virtuali organizzati dalle agenzie per il lavoro che collaborano con Amazon per la selezione del personale. Il nuovo insediamento si aggiunge ai due depositi di smistamento Amazon già presenti in Veneto, a Vigonza (Padova) e Verona.