L’autista di un veicolo industriale o di un autobus che non mostri durante un controllo su strada i fogli di registrazione del cronotachigrafo del giorno in cui è stato fermato e dei 28 giorni precedenti (che deve tenere in cabina) deve essere sanzionato. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Giustizia europea che hanno pubblicato ieri la sentenza, punto di arrivo di una vicenda cominciata in Italia nel 2013, quando durante due controlli gli agenti avevano rilevato che mancavano diversi fogli di registrazione relativi ai 28 giorni precedenti. I due autisti avevano successivamente fatto di ricorso che, di grado in grado, era arrivato alla Corte UE. Secondo i giudici europei, in questo caso le Autorità di controllo devono erogare una sola sanzione, indipendentemente dal numero dei fogli mancanti, e non una per ogni foglio mancante. Nella sentenza, la Corte ricorda che gli Stati membri devono prevedere sanzioni sufficientemente elevate, proporzionate alla gravità delle infrazioni, per produrre un reale effetto dissuasivo, precisando che un’infrazione del genere è tanto più grave quanto più elevato è il numero di fogli di registrazione che non possono essere presentati dal conducente.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.Il comparto dei trasporti e della logistica, nel 2019 anno pre-covid, mette a segno un aumento degli addetti del 7,7%, un incremento dei ricavi del 6,7% e del valore della produzione del 6,5%, che tradotti mostrano complessivamente un aumento del valore aggiunto del 9,8%. Queste le conclusioni che si ricavano dal nuovo focus settoriale dell’Osservatorio sui bilanci delle Srl nel 2019 curato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il campione esaminato è composto da quasi 19 mila Srl con poco più di 276 mila addetti e quasi 49 miliardi di fatturato. Il 33,5% di queste sono microimprese (società con fatturato pari o inferiore a 350 mila euro), mentre il 41,8% sono piccole imprese (società con fatturato compreso tra 350 mila e 2 milioni di euro), il 20,5% sono medie imprese (società con fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di euro) e il 4,2% sono grandi imprese (società con fatturato superiore a 10 milioni di euro). Complessivamente, il 75,3% del campione è rappresentato da micro e piccole imprese, ovvero le Srl per le quali il fatturato non supera i 2 milioni di euro. Il comparto di proporzioni maggiori è costituito dal Trasporto terrestre di merci, che rappresenta il 56,4% delle società di tutto il settore (quasi 11 mila società), impiega il 55,7% degli addetti e realizza il 52,3% dei ricavi, da cui un fatturato per addetto pari a 166 mila euro. Il Magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti è Il secondo comparto più significativo, che è composto da quasi 6.500 imprese e rappresenta il 34% delle società del settore, il 30,2% degli addetti e il 38,6% dei ricavi. Con un fatturato per addetto di 226 mila euro è il comparto più significativo del settore. Per quanto riguarda infine la ripartizione territoriale, le performance migliori si registrano nel Nord-ovest (+7,9%), rispetto al Nord-est, in cui invece si registra la crescita più bassa del fatturato (+5,3%). Dal confronto con il 2018, risulta che nel Sud si registra un incremento del fatturato del 7,1%, comunque più basso se confrontato con l’anno precedente (+8,2%), mentre al Centro si registra un incremento del 5,5% rispetto al +6,4% dell’anno prima.
L’Unione europea, è in procinto di attuare una revisione completa del quadro di riferimento per il rilascio delle patenti di guida, anche sulla scorta di uno studio pubblicato dall‘ETSC (Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti) che evidenzia le criticità normative nell’ordinamento dell’UE e dei suoi Paesi membri. Al centro dell’analisi, prima fra tutti, viene ravvisata la necessità di valutare l’idoneità dei soggetti, non solo in base all’età, ma soprattutto in base alle loro specifiche condizioni di salute. Mancano a questo proposito dati scientifici sufficientemente attendibili a livello comunitario, ma in Finlandia è stato dimostrato che il 16% degli incidenti mortali sono imputabili a malattie del conducente, spesso di origine cardio-vascolare. Va da se dunque che occorre un maggiore quantitativo dei dati ed a questo proposito si pensa di coinvolgere i medici di famiglia che sono le figure cardine nell’individuazione dei soggetti a rischio; su di loro andrebbero centrati nuovi e più specifici programmi formativi, coordinati a livello europeo. Il loro ruolo infine potrebbe essere determinante nell’assistere i pazienti e le loro famiglie nelle scelte di riduzione o interruzione della guida di un veicolo. Il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti infine propone anche la revisione del divieto imposto dall’UE al rilascio della patente a soggetti con dipendenze dall’alcol. A questo proposito (ma il dato è da verificare meglio) un incidente su quattro è imputabile all’alcol, ma l’ETSC ritiene opportuno aprirsi alla possibilità di reintegrare i conducenti sospesi attraverso programmi di riabilitazione, in abbinamento ai sistemi di valutazione del tasso alcolemico del conducente di cui possono essere oggi dotate le automobili, con conseguente immobilizzazione del veicolo in caso di irregolarità di chi è al volante.
La Regione Friuli ha deciso di far fronte alla carenza di conducenti di mezzi pesanti stanziando 151.235 euro per contribuire alle spese occorrenti a conseguire la Carta di qualificazione del conducente. Vi possono accedere “cittadini disoccupati, inoccupati, lavoratori occasionali ovvero titolari di partita Iva a basso reddito, che siano residenti da almeno cinque anni nella Regione autonoma Friuli Venezia Giulia”, con un’età compresa tra18 e 55 anni. Il corso per la Cqc può avvenire anche congiuntamente a quelli per conseguire la patente delle categorie C, CE, D, DE, E. Il contributo copre fino all’ottanta percento del costo del corso, con un massimo di 5000 euro nel caso di corsi congiunti patente e Cqc, di 3500 euro nel caso della sola Cqc e di 1500 euro per l’estensione a merci o passeggeri di una Carta di qualificazione già ottenuta. Le domande per ottenere il contributo regionale debbono essere presentate entro il 17 maggio 2021.
Inizia questa mattina lunedi 22 marzo il primo sciopero nazionale della filiera Amazon in Italia. Lo sciopero è stato deciso dopo l’interruzione nella trattativa per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon. Sul tavolo ci sono la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti, la verifica e la contrattazione dei turni di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro dei driver, gli aumenti retributivi, la clausola sociale e la continuità occupazionale per tutti in caso di cambio appalto o cambio fornitore, la stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori somministrati ed il rispetto delle normative sulla salute e la sicurezza, l’indennità Covid.
“La Logistica rappresenta il sistema circolatorio dell’economia reale sul piano interno, e le braccia e le gambe degli interessi economici e industriali del Paese sul piano internazionale nel complesso scacchiere del mercato globale”. Questo è quanto ha dichiarato il Presidente di Confetra Guido Nicolini al termine dell’incontro con il nuovo ministro del Mims Enrico Giovannini durante il quale sono stati illustrate tutte le problematiche della logistica e dell’autotrasporto. Nicolini ha poi precisato che:” Il dialogo con il nuovo responsabile del dicastero ex-dei Trasporti, proseguirà nelle prossime settimane per affrontare le tante questioni aperte che riguardano i diversi specifici segmenti della nostra supply-chain: porti, interporti, aeroporti, spedizioni internazionali, cargo ferroviario, autotrasporto, hub logistici, infrastrutture materiali ed immateriali”. Quanto alle questioni rimaste aperte da anni, Nicolini ha sottolineato che: “È da due anni che proponiamo un pacchetto di semplificazioni per il nostro settore a costo zero ed altissimo impatto. Ora siamo noi che chiediamo allo Stato di compiere lo stesso salto di qualità che il Governo ha auspicato compiano le imprese e la cultura industriale del Paese”. Nicolini ha poi concluso ricordando che il gap delle competitività logistica italiana costa tra 70 e 90 miliardi di euro l’anno. Confetra ha infine proposto al Governo un patto per il Pnrr: “Lo Stato faccia le riforme che il settore attende da oltre un decennio e ogni euro risparmiato dalle imprese logistiche sugli assurdi oneri burocratici tutti e soli italiani sarà investito per accelerare la transizione green”.
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, dopo aver ribaltato l’impostazione del piano vaccini ponendo al primo piano la Logistica, ha però mantenuto due elementi fondamentali: il ruolo di hub nazionale svolto dall’aeroporto militare di Pratica di Mare e la posizione dominante di Sda Express (controllata da Poste Italiane) nella distribuzione ai punti d’inoculazione, affiancata da risorse dell’Esercito.
Glovo-Foodinho, Just Eat, Uber e Deliveroo, dopo la decisione del Tribunale di Milano che impone la regolarizzazione dei rider, hanno annunciato ricorso contro i verbali dell’Ispettorato del lavoro . Glovo in particolare contesta l’applicazione dell’articolo 2 del Jobs Act “che applica la disciplina del lavoro subordinato ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative ed etero-organizzate”. Glovo-Foodinho, Uber e Deliveroo si appellano al contratto nazionale firmato da Assodelivery con il sindacato di base Ugl. Just Eat, invece, nei giorni scorsi ha annunciato che assumerà come dipendenti i ciclo-fattorini. La rete Rider X i diritti, che raccoglie diverse sigle sindacali, ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale per il 16 marzo 2021, che prevede anche il fermo dell’attività. Ai consumatori, i sindacati chiedono di esprimere la loro solidarietà con i rider evitando quel giorno di ordinare dalla app di Glovo, Just Eat, Deliveroo e Uber Eats.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Assoespressi hanno annunciato che il 22 marzo si terrà in Italia il primo sciopero di tutto il personale della filiera di Amazon, quindi addetti degli hub e alle consegne. La trattativa sulla piattaforma per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon, hanno riferito le tre sigle sindacali: “si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal sindacato”. Filt, Fit e Uilt, chiedono la verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro imposti nella filiera, al corretto inquadramento professionale del personale, dalla riduzione dell’orario di lavoro dei driver all’indennità Covid per operatività in costanza di pandemia.
Il governo spagnolo, i sindacati e le organizzazioni datoriali hanno raggiunto un accordo per introdurre nel codice del lavoro una “presunzione di lavoro salariato” per i rider. Lo ha annunciato la ministra del Lavoro iberico Jolanda Diaz. Queste persone “ora sono dipendenti – ha sottolineato la ministra -e potranno beneficiare di tutte le tutele”. Il provvedimento obbliga le aziende a fornire informazioni ai comitati aziendali su “algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale” che influenzano le condizioni di lavoro. Si stabilisce poi che i distributori siano salariati delle piattaforme e non lavoratori autonomi. La nuova legge avrà un periodo di transizione di tre mesi per essere applicata. Il tempo giusto perché le aziende si adeguino alla nuova normativa. Anche le Istituzioni Comunitarie comunque si stanno muovendo in questa direzione. Il 20 Febbraio scorso infatti, la Commissione Europea ha avviato la prima fase di una consultazione delle parti sociali con cui intende affrontare il tema delle condizioni di questi nuovi lavoratori digitali. Bruxelles parte da una valutazione: oltre al fatto che in Ue il lavoro tramite piattaforme è in rapido sviluppo, a crescere è anche il numero di settori che lo utilizzano. Se da una parte, quindi, questa modalità può offrire maggiori flessibilità e opportunità di lavoro e di reddito aggiuntivo anche a chi ha difficoltà a entrare nei mercati tradizionali, dall’altra potrebbe portare anche nuova precarietà, soprattutto in quei settori dove mancano trasparenza e prevedibilità negli accordi contrattuali. La Commissione ritiene quindi che ci sia spazio per un’iniziativa dell’Ue per migliorare le loro condizioni di lavoro e promette di studiare l’intervento assieme alle parti sociali.
Bulgaria, Romania, Ungheria, Polonia, Lituania, Cipro e Malta, e da ultimo anche il Belgio, hanno presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro alcuni provvedimenti o per chiedere il loro annullamento. Nella fattispecie la contestazione riguarda l’obbligo di ritorno del veicolo industriale nel Paese dove ha sede l’impresa di autotrasporto al massimo ogni otto settimane e dell’autista ogni quattro settimane. A questo proposito c’è da sottolineare che questi ricorsi sono sostenuti anche da un recente studio della Commissione Europea secondo cui tale provvedimento aumenta le emissioni di CO2. La decisione dei giudici su tutti i ricorsi è prevista per l’inizio del 2023. Quanto in particolare al ricorso del Belgio, unico Paese del tradizionale gruppo dei Paesi fondatori della UE ad avere presentato ricorso c’è da sottolineare la vibrata protesta del sindacato degli autisti belga Ubt che contesta la decisione del suo Governo. Il presidente dell’UBT Frank Moreels ha dichiarato che: “unendosi ora ad altri sette Paesi europei, il Belgio mostra la sua brutta faccia. Anche noi, i sindacati, avremmo voluto rivedere alcuni provvedimenti del Pacchetto Mobilità. Infatti, sono stati abbandonati l’introduzione immediata del cronotachigrafo digitale e l’obbligo per tutti i veicoli di trasporto di montare il cronotachigrafo. Ma noi, a differenza dei datori di lavoro, siamo stati capaci di rassegnarci al compromesso raggiunto”.
Ieri mattina 10 marzo, la polizia ha effettuato perquisizioni nelle abitazioni di ventuno lavoratori e posto agli arresti domiciliari due coordinatori del SiCobas con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesione personale aggravata e violenza privata, tutti reati contestati in relazione allo scontro fra polizia e manifestanti avvenuti il primo Febbraio scorso davanti ai cancelli dello stabilimento TnT/Fedex di piacenza. I provvedimenti giudiziari non sono finiti qui: la polizia ha anche notificato sanzioni per violazioni della normativa anti Covid-19 per un totale di 13.200 euro, ha applicato quattro misure di prevenzione dell’avviso orale e ha avviato cinque procedimenti per revoca del permesso di soggiorno. La Procura di Piacenza “gli indaga, in una nota diffusa dopo i provvedimenti giudiziari, ha precisato che:”i sindacati hanno risposto al tentativo delle Forze dell’ordine di rimuove il blocco dei mezzi pesanti con una fitta sassaiola che ha provocato il ferimento di tre agenti della Polizia di Stato”. Il SiCobas, dal canto suo, ha risposto con un presidio sotto la Questura, sostenendo che il 1° febbraio i manifestanti sono stati vittima di una carica della polizia.
Il nuovo quadro giuridico dell’eTir, entrerà in vigore a livello globale il 25 maggio 2021. Lo ha annunciato il segretario nazionale delle Nazioni Unite, il portoghese António Guiterres, dopo aver informato l’Iru che nessun Paese che aderisce alla Convenzione Tir ha presentato obiezioni. Tradotto in termini sintetici il nuovo quadro giuridico dispone la completa digitalizzazione delle procedure Tir per l’autotrasporto internazionale, che faciliterà ulteriormente l’attraversamento delle frontiere e ridurrà i tempi di trasporto e aumenterà la sicurezza.
“Il cambio di nome corrisponde ad una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation EU . L’obiettivo è promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato dal Presidente Draghi, che ringrazio per aver sostenuto la proposta di modifica del nome del Ministero. Investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. Il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità”. Questo l’incipit di una lunga dichiarazione con la quale il nuovo Ministro Giovannini spiega perché il dicastero di Porta Pia non si chiamerà più Ministero dei Trasporti ma “Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile”“. Il Ministero– ha sottolineato il Ministro – aprirà un dialogo intenso con gli operatori economici e sociali per identificare le azioni più idonee per accelerare questo percorso, tenendo conto anche delle nuove opportunità derivanti dai recenti orientamenti del mondo finanziario e delle politiche europee in materia”. Fin qui la precisazione del nuovo responsabile del dicastero che in ogni caso non fuga le perplessità delle associazioni dell’autotrasporto già manifestata da aclune di esse all’annuncio del nuovo nome. La palla comunque passa ora al nuovo Ministro dal quale si attende quanto prima la promessa convocazione degli attori del comparto.
TT Club, dopo gli incidenti dei veicoli industriali degli ultimi anni, che hanno occupato spesso le prime pagine dei giornali e delle cronache televisive, ha pubblicato i risultati di una accurata ricerca sulle cause principali di questi eventi che spesso sono stati dei veri disastri. Il primo dato vistoso che emerge dallo studio di TT Club è che nel 65% dei casi le fiamme nascono nel gruppo ruote e freni, a causa del surriscaldamento dei freni, dei cuscinetti delle ruote o di guasti al mozzo. Altro caso è il freno che resta parzialmente inserito dopo il rilascio del pedale, fenomeno che può avvenire soprattutto nei freni del rimorchio a causa della bassa pressione dell’impianto pneumatico. Il terzo pericolo proviene dal cuscinetto che collega la ruota con l’asse: l’usura o un serraggio eccessivo, unito a una lubrificazione carente, possono creare calore che può incendiare il grasso del cuscinetto stesso o altro materiale combustibile. Ultima causa, ma non meno pericolosa è l’incendio degli pneumatici che può essere favorito da un sotto-gonfiaggio, che ne deforma la superficie, portandola a contatto con aree calde del telaio, innescando un incendio. Come dunque prevenire gli incidenti? TT Club consiglia si svolgere controlli all’inizio di ogni turno di lavoro: visivi intorno ai parafanghi (che possono anche loro prendere fuoco) e su eventuali perdite di liquidi, oltre che sul gonfiaggio degli pneumatici. Se scoppia un incendio, la prima accortezza è evitare che l’autista o altro personale si metta in una situazione di rischio. L’incendio deve essere estinto dai servizi di emergenza, che vanno chiamati immediatamente. Se possibile, bisogna creare un cordone di sicurezza introno al veicolo in fiamme. Il TT Club consiglia anche di riprendere le varie fasi dell’incendio, per aiutare a stabilire le circostanze in cui si è sviluppato.
Si aprono vie nuove e più qualificate per chi vuole lavorare nei Trasporti e nella Logistica. E’ di questi giorni infatti la notizia che Mcs ha appena assunto 17 giovani diplomati, che hanno frequentato il corso di tecnico ferroviario polifunzionale organizzato dalla Scuola nazionale trasporti e logistica della Spezia, unico ente di formazione in Liguria, e tra i pochi in Italia, ad aver ottenuto il riconoscimento da Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) che permette la realizzazione di attività formative per ottenere le abilitazioni necessarie a operare nella preparazione, verifica, manovra e conduzione dei treni. Le assunzioni sono state fatte in vista del nuovo collegamento fra l’interporto di Pordenone e i porti di Genova e La Spezia.
La Commissione Europea ha messo sotto la lente di ingrandimento il pacchetto mobilità varato lo scorso anno dopo anni di discussione, esaminando in modo particolare due provvedimenti: l’obbligo dei veicoli a tornare nel Paese dove ha sede l’azienda di autotrasporto ogni otto settimane e le modifiche al cabotaggio nazionale nell’ambito del trasporto combinato strada-rotaia. Questi due provvedimenti furono approvati dal Parlamento Europeo, ma non facevano parte della proposta originale presentata dalla Commissione Europea. E come tutti sanno furono queste due decisioni a provocare le critiche dei Paesi (est europeo soprattutto) che si erano opposti all’approvazione del Primo Pacchetto Mobilità. La stessa Commissione Europea durante la lunga e tormentata fase di approvazione del Primo Pacchetto Mobilità aveva espresso dubbi sulla compatibilità di questi due provvedimenti con la politica ambientale espressa dal Green. La verifica della Commissione si è concentrata sull’impatto dei provvedimenti sull’ambiente e sulle variazioni climatiche. Bruxelles ha commissionate la ricerca a esperti esterni e a metà febbraio ne ha diffuso i risultati. Sull’obbligo di rientro in sede dei veicoli industriali, la ricerca giunge alla conclusione che potrebbe causare un aumento delle emissioni inquinanti causate dall’autotrasporto. I ricercatori hanno valutato tre diversi scenari, con incremento della CO2 dallo 0,8% al 4,6% nell’autotrasporto internazionale fin dal 2023, con una produzione di CO2 che può raggiungere i 2,9 milioni di tonnellate. Riguardo invece alle quote di cabotaggio stabiliti per le attività di trasporto combinato internazionale, la ricerca della Commissione Europea stima che questo provvedimento potrebbe produrre 397mila tonnellate di CO2, ma anche effetti negativi a lungo termine sul trasporto ferroviario. I due provvedimenti potrebbero produrre fino a 3,3 milioni di tonnellate di CO2 in più ogni anno, ma anche fino a 704 tonnellate di Nox e 251 tonnellate di PM 2,5.
Confetra: il Presidente Nicolini fornisce al nuovo ministro la fotografia della logistica post Covid
Lo scorso anno, causa Covid, hanno chiuso i battenti cinquemila imprese del settore della logistica, mentre i miliardi di fatturato persi sono circa cinque. Lo ha comunicato al nuovo Ministro del lavoro Orlando, il Presidente di Confetra Nicolini, secondo il quale sul piano occupazionale: “Nel picco della crisi, ossia da Aprile ad Agosto 2020, circa il settanta percento delle imprese ha fatto ricorso a una qualche forma di ammortizzatori sociali”. Le maggiori sofferenze si sono registrate nell’autotrasporto e nel cargo aereo, mentre nel trasporto marittimo delle merci la pandemia ha colpito alla rinfusa. Di fronte a questa situazione: “Riproponiamo il Patto per l’occupazione avanzato anche anche all’Esecutivo precedente fin dal Decreto Legge Cura Italia: si riduca il cuneo fiscale lato imprese di almeno il 20%, si agevoli in via straordinaria la messa in quiescenza anticipata per i lavoratori over 60 impegnati in particolari mansioni, e noi ci impegniamo a salvaguardare integralmente l’occupazione nonostante la crisi. Tra l’altro le nostre professioni operative, inspiegabilmente, non sono classificate tra quelle usuranti. Con l’attuale carico fiscale sul costo del lavoro sarà impossibile non procedere a ristrutturazioni, soprattutto in quei segmenti del ciclo logistico che hanno conosciuto una più significativa contrazione dei fatturati”. Il presidente di Confetra ha chiesto anche di chiudere la stagione dei ristori e di iniziare quella delle riforme. “Non solo degli ammortizzatori sociali, ma anche delle politiche attive, della formazione permanente, del contrasto al miss-match tra domanda e offerta. Il nostro settore necessita di rinnovare continuamente le proprie competenze in materia doganale, trasportistica, digitale. Servono competenze che accompagnino le imprese verso la piena transizione green e giovani formati negli ITS appassionati di blockchain o IoT applicati a infrastrutture, flussi dati e merci. Se il Governo saprà costruire il contesto giusto, noi sapremo proiettare nel futuro il settore, anche dal punto di vista occupazionale”. Nicolini infine ha concluso sottolineando: “L’assoluta priorità che il piano vaccini deve riconoscere agli operatori della logistica e del trasporto merci affinché la piena operatività delle consegne di qualunque tipologia merceologica non sia più messa in discussione da divieti e restrizioni né sul piano interno, né nei transiti internazionali”.
Gli autotrasportatori diretti in Austria, da oggi, grazie all’iniziativa di A4 Holding, hanno a disposizione un apposito ambulatorio medico sito all’interno dell’Autoparco Brescia Est, presso il quale gli autotrasportatori poteranno usufruire di un test rapido Covid-19, ormai indispensabile per entrare in Austria e Germania. Il costo del tampone (rinofaringeo) è di trenta euro, pagati i quali gli autotrasportatori potranno ottenere dopo soli 10 minuti il rilascio dell’esito e della relativa documentazione in italiano, tedesco e inglese. Il servizio sarà operativo durante dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle ore 19.30, senza necessità di prenotazione.
La proposta di Regolamento della Commissione UE sulle proroghe di validità nella Comunità Europea di CQC, patenti di guida, revisioni e certificazioni, è stata definitivamente approvata dal Consiglio Europeo ed ora si attende soltanto la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Nel nuovo Regolamento, sono previste proroghe di validità dei documenti di cui sopra, per un periodo di 10 mesi nel caso in cui gli stessi abbiano una scadenza compresa nel periodo 1° settembre 2020 – 30 giugno 2021.