Poste Italiane ha annunciato di aver firmato un accordo preliminare per l’acquisto di Nexive, principale operatore postale privato operante in Italia di proprietà dell’olandese PostNL European Mail Holdings e della società tedesca Mutares Hondings. Il valore di Nexive è stato provvisoriamente stimato in 60 milioni, in attesa della due diligenze che dovrà stimare il valore d’impresa finale. L’operazione sarà chiusa entro gennaio 2021, dopo avere ottenuto l’approvazione da parte delle Autorità antitrust. Poste, nel comunicato diffuso dopo l’accordo preliminare, spiega che: “Dal punto di vista strategico, la contrazione strutturale del mercato postale, ulteriormente aggravata dagli effetti delle restrizioni assunte per fronteggiare l’emergenza sanitaria, rende urgente un consolidamento nel settore della corrispondenza e delle relative infrastrutture logistiche, a salvaguardia della sua sostenibilità, dei livelli occupazionali e della disponibilità del servizio per i clienti. L’operazione contribuirebbe alla sostenibilità del settore postale a beneficio degli azionisti, dei lavoratori del settore, dei cittadini, delle imprese, della pubblica amministrazione e dell’intero Paese”.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.Problemi molto seri per il colosso americano dell’e-commerce: la Commissione Europa ha avviato due indagini su una presunta violazione delle norme antitrust riguardante la distorsione della concorrenza nei confronti degli stessi venditori indipendenti che utilizzano la stessa piattaforma di commercio elettronico, usando le informazioni che raccoglie e che non condivide; la seconda riguarda invece la fornitura da parte di Amazon di servizi logistici a questi stessi venditori indipendenti. Secondo la Commissione, Amazon fornirebbe un trattamento preferenziale ai venditori indipendenti che usano i suoi servizi logistici.
La rete del valore dell’e-commerce in Italia sta generando ricavi per circa 58,6 miliardi di euro nel corso nell’anno corrente. E’ quanto si sostiene nel report The European House – Ambrosetti, intitolato “Il ruolo e il contributo dell’e-commerce alla crescita e alla trasformazione digitale” presentato da Netcomm in collaborazione con The European House – Ambrosetti, La rete del valore dell’e-commerce è al terzo posto tra le 99 attività economiche italiane per incidenza sul fatturato del settore privato in Italia nel 2019, con un peso del 19,2% sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane. Nello stesso anno, inoltre, la rete ha inciso profondamente sulla crescita dell’occupazione delle imprese italiane, con un contributo del 6,7% sul totale, collocandosi, anche in questo caso, al terzo posto tra i settori economici per variazione dell’incidenza sull’occupazione italiana. Il settore legato agli acquisti online in Italia nel 2020 genera un incremento di ricavi per 3,5 miliardi di euro (+6,3% sul 2019, un trend decisamente più contenuto rispetto al tasso medio del +18% degli ultimi 5 anni). Quasi il 70% degli operatori del segmento, ossia i Merchant (gli operatori che offrono prodotti e servizi) e i Brand owner (distributori di prodotti di marca che hanno attivato strategie e canali di vendita diretta online) e il 60% delle aziende che forniscono servizi alla filiera (business partner) prevedono inoltre di rafforzare la propria forza lavoro per il canale e-commerce nel 2020, andando a incrementare un’occupazione di settore che già lo scorso anno, prima della pandemia, contava oltre 290mila lavoratori nel nostro Paese. Sono tante le opportunità che l’e-commerce e il digital retail possono generare ogni giorno per il nostro Paese. “L’e-commerce è tra i primi 10 settori in Italia per maggior incremento del valore di fatturato per addetto tra il 2015 e il 2019, nonché uno dei settori che ha incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo delle imprese italiane. -ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Come emerge chiaramente dalla ricerca, stiamo parlando di un settore che, nelle sue molteplici declinazioni, attiva sviluppo e occupazione e coinvolge numerosi ambiti e operatori, tanto nella fase di vendita online, quanto in ulteriori servizi pre e post-vendita a supporto di tutta la filiera. Ma per poter continuare a sostenere la crescita di questo settore è necessario colmare il gap rispetto ai principali mercati in Europa, attraverso interventi di sistema che garantiscano uno sviluppo sostenibile delle imprese nel medio-lungo termine, e ancor più alla luce della situazione contingente dettata dall’emergenza da COVID-19.”La ricerca ha ricostruito, per la prima volta in Italia, il perimetro del settore partendo dai valori di bilancio 2015-2019, evidenziando i dati relativi all’occupazione e alla distribuzione del fatturato a livello regionale. Il perimetro dell’indagine considera tanto gli attori del macro-settore formato da Marketplace, Retailer online (B2C e B2B) e Brand owner, quanto la rete di business partner che “abilitano” il settore del commercio elettronico (servizi integrati per la presenza web, piattaforme pubblicitarie online, attività di customer care, packaging e logistica), secondo relazioni di collaborazione e/o outsourcing. L’impatto dell’e-commerce sull’occupazione e sul fatturato delle aziende italiane distribuito per regioni. Tra i 290mila italiani occupati nella rete dell’e-commerce e digital retail nel 2019, 154mila lavoratori sono impiegati nel macro-settore delle vendite online (con una crescita annua del 12% tra il 2015 e il 2019) e 136mila nell’aggregato dei servizi a supporto (con un tasso di crescita media del 14,2%). L’e-commerce è stato uno dei settori che ha incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo delle imprese italiane con una crescita del 19,2%. Le crescite più decisive sono quelle del settore della fabbricazione dei prodotti chimici (+32,8%), del commercio al dettaglio (+18,1%), della fabbricazione di materiali e apparecchiature nca (+17,8%) e della ristorazione (+9,2%).
Le imprese della rete del valore dell’e-commerce rappresentano il 34% del totale delle imprese di capitali in Italia (1,9 milioni) e sono equamente distribuite sul territorio. Il 21% è situato in Lombardia, il 16,8% in Lazio, il 9,6% in Campania, il 7,7% in Emilia-Romagna, il 7,6% in Veneto, il 7,0% in Toscana, il 5,4% in Sicilia, il 5,0% in Puglia e il 4,6%in Piemonte. Più del 46% del fatturato di queste è concentrato nel Nord-Ovest. In testa alla classifica troviamo sempre la Lombardia con 22,2 miliardi di Euro (39%), seguita dal Lazio con 5,3, il Veneto con 4,3, l’Emilia-Romagna con 3,8, la Campania 3,7, il Piemonte con 3,3, la Toscana con 2,2, la Sicilia con 1,4 e la Puglia con 1,3 miliardi di Euro. L’e-commerce e il digital retail generano opportunità e sono orientati verso modelli più sostenibili. Quasi la metà del fatturato delle imprese della rete del valore dell’e-commerce e del digital retail nel 2019 è stato generato da imprese di grandi dimensioni (43,9%), ma anche le PMI e le microimprese hanno visto il loro fatturato aumentare: le piccole imprese contano per il 22,2% del totale, le medie imprese per il 18,8% e le microimprese per il 15,1%. Secondo i Merchant e i Brand owner intervistati per lo studio, per incrementare maggiormente questi numeri occorre promuovere un profondo cambiamento culturale, ha spiegato Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House. Attivari processi di sviluppo della digitalizzazione con un programma per l’apprendimento permanente (life-long learning) e per upskilling/reskilling degli adulti finalizzati a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze dei lavoratori sul digitale e piani formativi aziendali focalizzati sulle opportunità delle nuove tecnologie digitali e programmi di affiancamento di giovani studenti a lavoratori con seniority elevata. Gli store fisici con offerte multicanale hanno infatti guidato una buona parte della crescita delle vendite online da inizio 2020 e, una volta conclusa la pandemia, ci si aspetta che il legame tra store online e fisici si rafforzi ulteriormente. Inoltre, gli operatori, a partire da quelli di maggiori dimensioni, stanno promuovendo una graduale transizione verso modelli di business più sostenibili: per aiutare l’e-commerce a diventare nel medio-lungo termine un settore carbon neutral, vengono ad esempio utilizzati imballaggi in materiali facilmente riciclabili o riutilizzabili (come il cartone) e standard dimensionali per facilitarne il trasporto e ottimizzarne le dimensioni. Nel 2020, a fronte di una riduzione del turismo, si è verificata una perdita nel commercio da shopping tourism pari a 5,7 miliardi di Euro (il 75% del totale), a causa della forte diminuzione dei turisti stranieri (-58%). Per far fronte al calo dei consumi in corso è necessario sfruttare il canale digitale per promuovere i prodotti Made in Italy nel mondo, riducendo il gap determinato dalla crisi da COVID-19 e creando al contempo una base di interesse per i turisti stranieri che vorranno venire in Italia alla fine della pandemia. Una possibile soluzione è favorire una crescente integrazione dei siti web di promozione turistica dei territori (Comuni, Province, Regioni) e delle produzioni locali tipiche con piattaforme digitali che permettano al visitatore di effettuare l’esperienza di acquisto online
UPS trasferisce la piattaforma logistica toscana da Calenzano a Prato, in una piattaforma più grande e moderna. L’impianto copre una superficie di 8000 metri quadrati ed è il primo in Italia a applicare in modo nativo la tecnologia di scansione, smistamento e movimentazione che consente di spostare rapidamente i pacchi all’interno della struttura, offrendo una capacità di 3000 pacchi l’ora con lo stesso personale di 150 persone che lavorava a Calenzano. L’impianto ha undici ribalte, che possono servire un traffico quotidiano di 110 furgoni, più una dedicata ai container aerei. Il nuovo hub UPS di Prato è collegato via strada con gli altri impianti italiani e con l’aeroporto di Bologna, dove scala un aereo diretto allo hub di Colonia, per trasferire i pacchi sulle rotte intercontinentali. Grazie a questa rete, da prato UPS consegna in 24 ore in Europa e nella maggior parte delle destinazioni mondiali.
” La logistica ha evitato il crollo del sistema socio-economico del Paese durante l’emergenza Covid-19, svolgendo un ruolo istituzionale di pubblica utilità che dà pieno diritto di chiedere al Governo il riconoscimento di tutte le attività di logistica come “servizio pubblico essenziale” per l’intera durata dello stato di emergenza”. Questo è quanto nella sostanza ha chiesto il presidente di Assologistica Gentile nel convegno di presentazione dell’edizione 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics, Il Presidente ha avanzato anche la richiesta che venga riconosciuto un credito d’imposta del 50% su tutte le spese sostenute dalle imprese di logistica per applicare il Protocollo per il contenimento della pandemia nei luoghi di lavoro. Altra richiesta importante, in linea con la premessa di cui sopra, riguarda la proposta di inserire i contratti logistici nel Codice Civile, perché oggi l’operatore logistico non ha tutele normative previste per altri soggetti che svolgono specifiche fasi nell’attività di logistica. Gentile infine ha fatto il punto sul rinnovo del contratto nazionale del settore, le cui trattative sono recentemente riprese dopo l’interruzione causata dalla pandemia. “Nonostante l’interruzione del confronto-ha detto Gentile- le controparti non si sono mai perse di vista in questi mesi: il tema degli ammortizzatori sociali così come quello della tutela della salute con la firma dei protocolli ha tenuto vivo e incessante il confronto con uno spirito che si può definire collaborativo”.
“La pandemia è tornata a mordere pesantemente, ma il modello operativo basato sulla sicurezza degli operatori e dei destinatari che gli imprenditori della logistica e ancor più dei corrieri hanno messo a punto nella scorsa primavera, resta il modello di partenza vincente anche in questa fase della diffusione del Covid”. E’ quanto afferma Enzo Solaro, segretario Generale della Fedit a proposito degli interrogativi che molti si sono posti sul ruolo dei trasportatori in questa seconda stagione della pandemia sulle numerose problematiche che la prima fase ha posto a proposito dei mutamenti avvenuti nell’organizzazione aziendale a seguito dell’incredibile incremento del e-commerce.” Intanto-prosegue a questo proposito Solaro- in un quadro generale di progressivo incremento dei contagi, noi registriamo una sostanziale tenuta del nostro sistema operativo basato sulle procedure e i controlli che ha permesso di ottenere un bassissimo numero di contagi. Parlo delle modalità di consegna, della fornitura di dispositivi di protezione adeguati e tanto altro ancora”. In più d’uno degli stabilimenti della logistica però ci sono state diffusioni di covid , come lo spiega?
“Con una semplice battuta, il contagio non è mai stato generato dentro gli stabilimenti, ma portato sempre da fuori”
Prima ha accennato ai mutamenti importanti nell’organizzazione aziendale, a cosa si riferiva?
“La pandemia ha causato una mutazione importante per una semplice ragione. Prima della bufera di primavera il commercio cosiddetto “B to B” che tradotto significa Businness to Businnes, cioè basato sul trasporto dal produttore ai magazzini che a loro volta distribuivano ai commercianti, supermercati e così via, era prevalente e, per quanto riguarda le imprese, l’organizzazione degli addetti aveva un suo schema con un numero di addetti molto più basso di quello attuale . L’esplosione dell’e-commerce pari al 35% in soli tre mesi, che ha portato nella commercio elettronico milioni di consumatori, ha cambiato la struttura aziendale. Mi spiego: passare da un commercio “B to B” al commercio “B to C”, cioè dal produttore al consumatore senza il passaggio intermedio del grossista classico, significa che, all’improvviso, le aziende hanno dovuto far fronte alle consegne dirette al cittadino e quindi a dover aumentare gli addetti, il modello organizzativo ed il numero di mezzi impiegati e quindi un impiego di risorse che ha impoverito le imprese. Aggiungo che le molte lodi all’abnegazione dei trasportatori, che di fatto hanno svolto un ruolo si può affermare istituzionale di servizio nei giorni di crisi neri, non ha avuto il riconoscimento che gli si doveva sia dal punto di vista istituzionale che in quello del pubblico sostegno”.
-Solo questo?
“Di più: io mi chiedo e giro la domanda alle istituzioni, quali saranno le conseguenze sul piano della salute dei cittadini di un così massiccio aumento di mezzi di trasporto che invadono le città perché i corrieri invece di rifornire i magazzini, vanno casa per casa? E che fine faranno i tanti piccoli esercizi commerciali già in crisi di suo? La politica ed il Governo debbono risposte adeguate, possibilmente presto”.
“A distanza di qualche mese siamo di nuovo alle prese con un ritorno serissimo del Covid-19, ma per quanto riguarda la logistica ed i trasporti, che nei primi mesi di quest’anno hanno svolto un ruolo decisivo e encomiabile per impegno e dedizione di tutti, nell’approvvigionamento merci, l’operatività non è da inventare, quello che in collaborazione con il Governo e le associazioni sindacali abbiamo predisposto all’inizio della prima ondata della pandemia, ci permette ora di essere immediatamente operativi, come del resto abbiamo continuato ad essere anche negli ultimi mesi”. Ivano Russo, Direttore Generale della Confetra, sintetizza così la situazione che vede di nuovo impegnata tutta la logistica e i trasporti, “Ma questa volta-aggiunge il Direttore Generale di Confetra- bisogna fare un passo in avanti importantissimo: il legislatore o il “decisore” deve riconoscere a questi settori un ruolo e una veste istituzionale di pubblica utilità, non sempre, ma in emergenze come queste sì e di conseguenza adeguare le risorse al ruolo medesimo. Diciamo come stanno le cose: se i trasporti si fermassero il Paese nel giro di qualche mese sarebbe in condizioni drammatiche. Facciamo un esempio: un camion o un furgone, sia che porti un pacco, sia che ne trasporti trenta deve partire sempre sostenendo gli stessi costi. Gli amici della Fedit sanno benissimo che molti operatori hanno lavorato con margini esigui se non nulli svolgendo comunque un ruolo di pubblica utilità. Il settore ha dunque bisogno di qualche certezza in più. In parole povere deve essere sostenuto con provvedimenti che il più delle volte non costano un centesimo alle casse dello Stato. Solo disponibilità- conclude Ivano Russo- lungimiranza e buona volontà”.
Il nuovo magazzino che SDA ha fatto realizzare a Villorbam nei pressi di Treviso, sarà operativo nei primi mesi del prossimo anno. La struttura, alle ultime fasi di realizzazione, si estende su circa 13mila metri quadrati, di cui oltre 6mila al coperto.
Sarà operativo all’inizio del 2021 un nuovo magazzino che SDA sta facendo realizzare a Villorba, nei pressi di Treviso. La struttura si estenderà su 15mila metri quadrati, dei quali 4mila coperti. A occuparsi della realizzazione, nelle vesti di general contractor, è Tecta Costruzioni, mentre progettazione e sviluppo sono a cura di Logiman, società che – per il corriere espresso parte del gruppo Poste Italiane – ha già seguito la realizzazione di un magazzino a Novara, anche questo pronto per la fine dell’anno.
Nel dettaglio, la nuova struttura di Villorba è costituita da una superficie fondiaria di intervento pari a 12.670 metri quadrati, di cui 6.355 di superficie coperta. Al corpo magazzino sono stati riservati 3.706 metri quadrati, mentre poco meno di 400 metri quadrati saranno dedicati agli uffici presenti in loco.
Il Consiglio europeo, in considerazione della drammatica situazione c reata dall’epidemia Covid-19, ha invitato la Commissione presieduta da Ursula Van Der Leyden a elaborare rapidamente un Piano di emergenza per il settore europeo del trasporto di merci che includa misure di coordinamento a livello dell’Unione europea e orientamenti chiari.
I punti principali che il piano di emergenza dovrebbe prendere in considerazione riguardano :mantenimento delle operazioni di trasporto transfrontaliero di merci lungo i corridoi della rete transeuropea di trasporto (TEN-T) e altri collegamenti transfrontalieri essenziali, nonché i relativi servizi ausiliari che sostengono il funzionamento di tale rete; garanzia di libera circolazione dei lavoratori del settore dei trasporti, salvaguardando nel contempo la protezione della loro salute e sicurezza; elaborazione di orientamenti e strumenti per le migliori prassi al fine di rafforzare la resilienza del settoreistituzione di un quadro normativo coerente per quanto riguarda le deroghe da applicare in caso di insorgenza di pandemie e altre situazioni di grave crisi. Il Consiglio incoraggia la Commissione a estendere, se del caso, in tutto o in parte, il piano di emergenza al trasporto passeggeri e al settore del trasporto in generale. Tra gli altri aspetti citati nelle conclusioni figurano l’impegno dell’Ue a favore della neutralità climatica entro il 2050 e la necessità di promuovere la digitalizzazione del settore dei trasporti. Il Consiglio invita infine la Commissione a sviluppare un quadro specifico concernente gli aiuti di Stato temporanei che consenta agli Stati membri di agire rapidamente per sostenere il settore dei trasporti in caso di pandemie e altre situazioni di grave crisi.
C’è tempo fino alle ore 18.00 del 27 ottobre 2020 per presentare le domande a valere sul bando l’ “Autotrasporto SIcura” ed ottenere contributi economici per le spese effettuate dalle imprese del settore in dispositivi di prevenzione e sicurezza.Le imprese, per ottenere i contributi potranno presentare domanda accedendo al sito www.lautotrasportosicura.it seguendo le istruzioni di compilazione indicate nel bando e nello stesso sito web per accedere al quale è necessario avere lo SPID. La domanda infine, andrà sottoscritta con firma digitale del legale rappresentante.
La logistica italiana, che grazie al lockdown è uscita dal cono d’ombra nel quale è stata ingiustamente relegata per anni, dimostrando di svolgere un ruolo cruciale per la tenuta del Paese e che avrebbe bisogno di una visione strategica che punti ad elevare la competitività del settore, per il momento non è presente nei progetti allegati per l’impiego dei circa 209 miliardi tra prestiti e fondo perduto in arrivo dal Recovery Fund. È quanto emerge dai lavori del Think Tank della Logistica (Ttl) che raggruppa più di 70 stakholder, tra rappresentanti del mondo imprenditoriale e scientifico che hanno aderito al progetto promosso da Ebilog (ente bilaterale del settore) e coordinato dal Freight Leaders Council. In particolare, gli esperti chiedono strategie definite per aumentare la capacità del sistema della logistica italiana, per stabilizzare la liberalizzazione del mercato, per ampliare le opportunità di business degli operatori, per aumentare il tasso di digitalizzazione e sostenibilità ambientale del settore, due aspetti che peraltro rientrano tra i criteri individuati dall’Europa per il finanziamento dei progetti nell’ambito di Next Generation Eu. Tra le azioni strategiche, anche un piano mirato a elevare la formazione nel settore, che oggi sconta una grave carenza di personale qualificato. Ma se nel piano italiano non ci fosse nulla di tutto questo, per la logistica il Recovery Fund risulterebbe una grande occasione mancata.Va chiarito che parlare di svolta digitale nella logistica significa partire da un dato di fatto: il settore, che contribuisce nel suo insieme a circa il 9% del Pil nazionale, è composto da una miriade sterminata di piccole e talvolta micro realtà imprenditoriali. Delle circa 90mila imprese logistiche italiane invece attive in ogni segmento della supply chain, oltre l’85% ha meno di 5 milioni di fatturato e meno di 10 addetti di media (fonte Confetra). L’ampliamento della sfera di competenza dell’attività logistica, spingerà quest’ultima a gestire un flusso fisico e informativo sempre maggiore, dal quale ricavare i dati necessari alla corretta ottimizzazione del lavoro. E qui entra in gioco la componente decisiva dell’intero processo: le risorse umane. La logistica del futuro sarà una continua interazione dinamica, uno scambio di informazioni bidirezionale, che metterà in connessione tutta la catena logistica. Il logistico 4.0 non potrà prescindere da conoscenze informatiche e digitali, strumenti che svolgeranno un ruolo sempre più centrale. Tutto questo determinerà la necessità di un adeguamento delle competenze dei lavoratori. L’aspetto più importante sarà possedere le skill digitali adeguate al nuovo contesto, che saranno prerequisito necessario per poter svolgere un numero sempre più ampio di mansioni.
Amazon ha dato il via nei giorni scorsi alla campagna di reclutamento di fornitori di autotrasporto per le consegne nell’ultimo miglio, destinata alle piccole imprese di autotrasporto ed anche ai suoi dipendenti per i quali il colosso dell’e-commerce americano ha destinato incentivi per avviare un’impresa di trasporto. Funziona così: Amazon fornisce ordini di consegne, l’accesso a strumenti tecnologici, la formazione e agevolazioni su beni e servizi. Quest’ultima voce, tradotta, vuol dire noleggio dei veicoli, copertura assicurativa, strumentazione necessaria per effettuare le consegne, divise per gli autisti, sistema per la gestione delle buste paga, assistenza nella fase di costituzione dell’entità legale, assistenza contabile e fiscale, supporto nella selezione degli autisti e altro. Tra i servizi forniti c’è anche la possibilità di noleggiare veicoli elettrici, grazie alla collaborazione con Mercedes-Benz, che mette a disposizione 1800 furgoni a trazione elettrica, cento dei quali saranno disponibili in Italia. Ai dipendenti che vogliono diventare autotrasportatori, la società offre fino a 15mila euro per coprire i costi d’avvio e un importo che corrisponde a tre mesi dello stipendio lordo. Ad adiuvandum clientes, Amazon dichiara che “un’azienda di consegne di successo potrà raggiungere profitti annui tra i 60.000 e i 140.000 euro, cifra con una flotta di veicoli che va da un minimo di venti a un massimo di quaranta”. Questo programma è già operativo negli Stati Uniti, in Canada, in Spagna e in Germania, ed ha reclutato 1300 imprese di autotrasporto che impiegano 85mila posti di lavoro. Per chi vuole maggiori informazioni le può trovare informazioni nel sito web logistics.amazon.it.
La validità delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali con scadenza tra il 31 gennaio e il 31 luglio 2020, che in precedenza era stata estesa ai successivi 90 giorni dalla dichiarazione di cessazione dello stato di emergenza fissata per il 31 luglio 2020; viene prorogata fino al 29 ottobre prossimo. Il chiarimento si è reso necessario a seguito della proroga dello stato di emergenza al 15 ottobre 2020 e delle conseguenti questioni interpretative sorte e riguardo. La comunicazione è stata diramata come al solito dalla Direzione Generale per la sicurezza stradale
I 22 milioni stanziati dalla Ue per l’acquisito di veicoli Euro VI a fronte di rottamazione di un veicolo più vecchio sono stati già completamente prenotati, con una percentuale del 120,3%, di conseguenza il residuo prenotabile è azzerato. E’ quanto comunica la società Ram, delegata dal ministero dei Trasporti a gestire le prenotazioni. Va meglio per i 23,2 milioni destinati all’acquisto di veicoli a trazione alternativa (gas naturale, elettrici, ibridi), che hanno una percentuale di prenotazione del 75,2% e quindi restano prenotabili ancora 5,763 milioni. Il capitolo rimorchi e semirimorchi intermodali, per cui sono stanziati circa 14,7 milioni, ha una percentuale di prenotazione del 55%, quindi è ancora prenotabile poco meno della metà (circa 6,6 milioni) e ancora migliore è la situazione per il contributo destinato alle casse mobili e ai rimorchi portacasse, che ha una percentuale di prenotazione del 9,1%, quindi è prenotabile circa 1,2 milione, su un totale di 1,322 milione. Ram precisa che la fase di prenotazione serve per accantonare l’importo astrattamente spettante alle imprese che hanno presentato la domanda sulla sola base del contratto di acquisto del bene e che quando le risorse sono esaurite (come nel caso dei veicoli Euro VI) le domande sono comunque accettate con riserva. “Gli importi risultanti dai contatori pertanto rappresentano una stima complessiva degli incentivi massimi erogabili per tipologia di investimento”. Ram aprirà un secondo periodo di presentazione delle domande alle 10.00 del 14 maggio 2021, con termine alle 8.00 del 30 giugno 2021.
La concorrenza sleale, favorita dal differenziale di costo tra la contribuzione nazionale e quella di altre nazioni dell’Est Europa a danno delle aziende di autotrasporto virtuose, deve essere contrastata con interventi concreti. Lo chiede la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani in un’interrogazione ai ministri del Lavoro e dei Trasporti. Il fenomeno del dumping, peraltro già disciplinato in questo senso dal Pacchetto Mobilità votato dal Parlamento Ue, ha bisogno di essere affrontato anche in altri modi. La Presidente della Commissione Lavoro a questo proposito, nella sua interrogazione propone che: “Vengano costituite aziende interinali nei Paesi dell’Est per impiegare in Italia lavoratori somministrati grazie allo strumento della reciprocità, che consente alle aziende interinali rumene o bulgare di operare in Italia somministrando dipendenti che già vivono in Italia, ma cui vengono applicati i contratti di lavoro esteri”. A questo proposito la deputata dem chiede che si faccia una ricognizione per quantificare il numero di aziende che operano in tale modo e che alla luce di possibili casi di dumping sociale, si valutino azioni risarcitorie per i contributi non versati.
Il sindacato di base SiCobas riprende la mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale Trasporto Merci, Logistica e Spedizioni ed annuncia una prima ripresa di scioperi a partire dal 23 ottobre prossimo. Lo annuncia un comunicato dell’organizzazione sindacaòle nel quale si precisa che: ” lo sciopero vuole dare un segnale forte a tutto il mondo della logistica per far capire che non possiamo accettare ricatti in un settore che ha risentito solo in minima parte della crisi, con situazioni che hanno visto anche un incremento della movimentazione”. Quanto al merito delle rivendicazioni, il SiCobas chiede di partecipare alla trattativa per il rinnovo del contratto nazionale; clausola di salvaguardia anche per il personale viaggiante; superamento definitivo del socio lavoratore nelle cooperative; estensione degli aspetti migliorativi ottenuti in alcune società (come Tnt, Brt, Gla o Gda) all’intero comparto; maggiore sicurezza e assicurazione per fornire un reddito al facchino non idoneo; aumenti salariali; incremento degli scatti di anzianità oltre gli attuali cinque; indennità di vacanza contrattuale; ripristino dell’articolo 18 e aumento delle tutele per riduzione o assenza di lavoro di almeno 1000 euro al mese; includere il tempo d’impiego nel tempo di lavoro e limitare l’attività al suo effettivo compito per gli autisti di veicoli industriali.
Roma 8 Ottobre: Palletways Italia attiva da questo mese un nuovo servizio denominato “Pallets to Consumers” destinato ai consumatori che si avvalgono dell’e-commerce . Il nuovo servizio (nonostante il nome) è destinato in prima battuta ai venditori online che devono inviare merci pallettizzate ai consumatori finali, integrando i loro sistemi e i loro siti di e-commerce con le piattaforme di Palletways. Due i tipi di servizio offerti : Premium ed Economy. Il primo assicura tempi di consegna a partire da 24 ore; il secondo da 48 a 72 ore. I clienti dell’Economy possono modificare la data e l’ora della consegna dopo l’ordine, se lo slot scelto non li soddisfa. Quando la pedana arriva al concessionario Palletways per la consegna, i destinatari ricevono un’email o un Sms che riposta la fascia oraria prevista.
Roma 29 settembre: Il 1° ottobre entra i vigore l’e-Das, il Documento di accompagnamento semplificato in forma elettronica che dovrebbe contrastare con maggiore efficacia l’evasione fiscale generata dal commercio di carburante importato e venduto senza pagare le imposte. Questa digitalizzazione è stata introdotta dal Decreto Legge numero 124 del 26 ottobre 2019, che la rende obbligatoria per tutte le movimentazioni di gasolio e benzina sull’intero territorio nazionale. L’obbligo di emettere il documento riguarda l’esercente e non il trasportatore, sia che gestisca un deposito fiscale, sia uno commerciale. L’Agenzia delle Dogane precisa che il documento cartaceo si potrà usare solo in caso di problemi tecnici al sistema che produce l’e-Das e con una specifica autorizzazione dell’Agenzia stessa, che non durerà più di sessanta giorni. Ciò vale solo per i prodotti destinati all’autotrazione, per gli altri resta in vigore il Das cartaceo, che sarà bollato dagli Uffici delle Dogane. Nel caso che un autista debba modificare un e-Das deve avere l’identità digitale Spid.
Roma 29 settembre: La logistica italiana ha svolto il suo ruolo nell’interesse del Paese garantendo gli approvvigionamenti ai consumatori e risultando infine il comparto produttivo più pronto, ma dietro la facciata di un successo indubbio i problemi sono stati e sono tanti. E’ quanto emerge da una ricerca diffusa nei giorni scorsi da World Capital condotta ponendo alcune domande ai principali operatori della logistica. Ben il 42,2% degli intervistati dichiara di avere subito una “criticità maggiore” nel rifornimento e mantenimento del flusso delle merci a causa della riduzione della forza lavoro causata dal confinamento e dalle quarantene, mentre il 30% ha riscontrato tale criticità a causa della chiusura dei magazzini di destinazione delle merci, alla difficoltà di trovare trasportatori oppure dal blocco delle frontiere. All’interno dei magazzini, il 43,1% degli intervistati ha subito cali di produttività a causa delle norme sul distanziamento, mentre il 27,3% non ha rilevato alcuna difficoltà.