Dopo una lunga e complicata gestazione amministrativa, finalmente è stato sbloccato il credito d’imposta per le imprese che investono nella Zona economica speciale unica del Mezzogiorno. Si tratta di un intervento dal valore di 1,8 miliardi di euro, stanziato con il decreto Sud dello scorso settembre. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha firmato il decreto attuativo della misura adottata dal Ministero per gli Affari Europei, il Sud, la Coesione e il Pnrr. Il Mef ha il concerto e le imprese interessate dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e quelle che intendono effettuare entro il 15 novembre, data ultima per accedere all’incentivo. Un successivo provvedimento delle Entrate definirà il modello di comunicazione. Il credito d’imposta è aperto a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e regime contabile, operanti o che si insediano nella Zona economica speciale unica, per investimenti iniziali compresi tra 200mila euro e 100 milioni, come definiti dal Regolamento Ue 651/201. Sono agevolati l’acquisto o il leasing di macchinari, impianti e attrezzature destinati a strutture nuove. È ammesso anche l’acquisto di terreni e l’acquisizione, realizzazione o l’ampliamento di immobili strumentali, ma entro il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato. I beni autonomamente destinati alla vendita, trasformati o assemblati per la vendita finale e i materiali di consumo sono esclusi. Il decreto attuativo chiarisce anche le entità del credito d’imposta differenziate per Regioni, dimensioni di impresa ed entità dell’investimento. Le percentuali variano in base al valore del progetto ammissibile. Le regioni Calabria, Campania e Puglia godono del 40% degli investimenti ammissibili, mentre in Basilicata, Molise e Sardegna è del 30%, e 15% in Abruzzo. Il credito d’imposta non sarà cumulabile con quello del programma Transizione 5.0 ma è prevista la cumulabilità con altri incentivi che non sono aiuti di Stato, con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che hanno ad oggetto i medesimi costi a condizione che il cumulo non porti al superamento dell’intensità di aiuto più elevata consentita dalle regole Ue.
Sole24ore