Il Piemonte si fa promotore di una legge per la tassazione dei grandi colossi del web con l’intento di tassare i grandi per aiutare i piccoli. Una tale legge tuttavia, secondo il nostro ordinamento, potrebbe avere qualche possibilità di diventare operativa solo se venisse condivisa da altre 5 regioni. La proposta prende di mira tutte le aziende con un fatturato realizzato nel territorio nazionale superiore a 750 milioni di euro e non inferiore a 5,5 milioni.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.l 1° gennaio 2021 entrerà in vigore il Registro Europeo dell’Autotrasporto, una sorta di sistema a punti per valutare l’affidabilità delle imprese e quindi la loro legittimità a mantenere l’autorizzazione al trasporto in conto terzi. Ma l’Erru (acronimo di European register of road transport costituito dagli Albi di tutte le nazioni Ue)) registrerà le gravi violazioni alle norme sui trasporti attuate da ogni impresa sull’intero territorio comunitario, classificate secondo un punteggio basato sulla gravità dell’infrazione. Di fatto dunque ERRU svolgerà funzioni di controllo, oltre che di classificazione. IL sistema, per capirci meglio, funziona come quello della patente a punti: una dote iniziale di punti, basata sulla sua dimensione, che può essere decurtata se compie gravi violazioni. Quando il punteggio si annulla, l’impresa non può svolgere l’attività. Ogni due anni il punteggio iniziale viene ripristinato. Le infrazioni che causano una decurtazione di punti sono classificate in tre livelli di gravità e comprendono quelle sui tempi di guida e di riposo, la gestione del cronotachigrafo, il rispetto dell’orario di lavoro, i pesi e le dimensioni dei veicoli, le revisioni dei veicoli, i limitatori di velocità, la regolarità delle patenti degli autisti, le norme sulle merci pericolose, l’accesso al mercato e le regole per il trasporto degli animali. In futuro è prevista anche l’introduzione delle norme istituite dal Primo Pacchetto Mobilità. Un portale web mostrerà il punteggio di ogni azienda. Quando raggiungerà una decurtazione della metà dei punti, l’autotrasportatore riceverà una notifica e in caso di azzeramento le Autorità nazionali avvieranno un’indagine che potrà portare alla sospensione dell’autorizzazione.
Confetra, l’associazione che associa tutte le principali associazioni della Logistica e dell’autotrasporto, ha ribadito l’esigenza di istituire un tavolo di lavoro per pianificare trasporto e distribuzione del vaccino contro il Covid 19. La richiesta è stata avanzata ieri durante l’audizione dei responsabili della Confetra presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati: “Il piano vaccini non può non avere un capitolo interamente dedicato agli aspetti logistici, trasportici e infrastrutturali-hanno sottolineato i responsabili di Confetra- E’ bene porre preventivamente questioni che ad oggi ci preoccupano. Senza avere un idea del volume e dei tempi si fa fatica a capire se il sistema italiano è performante. Ad oggi dovremmo essere a 97 milioni le dosi acquistate dall’ Italia dovrebbero essere 97 milioni, ma se dovessero diventare 140-160 milioni, questi volumi impatterebbero sul mercato. I nostri magazzini e mezzi non sono vuoti, perché si continueranno a trasportare anche altri farmaci ma bisogna sedersi e costruire possibili scenari. E’ utile che si costruisca un tavolo “ad hoc”, hanno aggiunto- perché ci attende una sfida logistica e distributiva senza precedenti che, per essere affrontata, necessita di una piena integrazione pubblico-privato e di una collaborazione delle varie filiere coinvolte. E’ auspicabile definire sin da ora una strategia condivisa che eviti blocchi e rallentamenti dei flussi ordinari”, hanno spiegato i rappresentanti di Assoram, Associazione nazionale degli operatori logistici e commerciali della distribuzione farmaceutica primaria, aderente alla Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica.
Tutto l’impegno profuso dal settore per arrivare velocemente alle fasi finali della sperimentazione – hanno concluso-obbliga a essere pronti a garantire una distribuzione efficiente e capillare senza colli di bottiglia che vanificherebbero inevitabilmente gli enormi sforzi produttivi. La tempestività nella definizione di una strategia nazionale condivisa è l’unica via per garantire risposte veloci ed efficaci”.
Il Comitato Centrale nei giorni scorsi ha erogato i primi contributi alle imprese ammesse al bando “L’Autotrasporto SIcura”. Lo stanziamento complessivo è pari a 346.192 euro e ne beneficeranno le circa 140 prime imprese che hanno presentato domanda per gli indennizzi previsti per acquistare i dispostivi di protezione e sanificazione per l’emergenza Covid-19.Il massimo del beneficio, come da disposizioni, è fissato in 5.000 euro per azienda e in 200 euro per ogni dipendente. Poiché il fondo stanziato su questa voce è di 3milioni, nel prossimo mese sono previste altre erogazioni.
Il Governo britannico ha reso nota una prima versione del manuale per il trasporto merci da/per il Regno Unito con tutte le formalità che dovranno essere espletate dagli autotrasportatori a partire dal primo gennaio prossimo. Queste a seguire sono le avvertenze e le formalità da espletare: fino al 30 settembre 2021 tutti i cittadini UE, dello Spazio Economico Europeo (Norvegia, Lichtenstein e Islanda) e Svizzeri, potranno entrare in Regno Unito anche con la carta d’identità valida per l’espatrio, esattamente come avviene oggi. Nella attuale situazione, poiché i negoziati tra Gran Bretagna e Unione Europea sono ancora in corso, non è possibile sapere se si potrà continuare ad utilizzare la licenza comunitaria. Qualora questa ipotesi venisse bocciata, l’unica autorizzazione valida resterebbe esclusivamente la CEMT. Per quel che riguarda le assicurazioni dei mezzi, il Regno Unito riconosce la Green Card o altra prova di assicurazione R.c.a. La responsabilità di fare dichiarazioni doganali e fornire all’impresa di trasporto e al conducente i documenti corretti, anche tramite un intermediario, è in capo al commerciante. L’impresa di trasporto dovrà garantire che il proprio dipendente alla guida del mezzo, disponga di tutte le informazioni ed i documenti doganali necessari, alle frontiere, nei porti e alle dogane. Dal 1° gennaio 2021 le dichiarazioni di Sicurezza e Protezione (S&S), saranno richieste sia sulle importazioni, che sulle esportazioni. Quanto all’emergenza Covid, il Regno Unito ha previsto un periodo transitorio di 6 mesi per le dichiarazioni di Sicurezza e Protezione (S&S). Per gli spostamenti di merci in Gran Bretagna nell’ambito della procedura di pre-notifica, sono previsti tre distinti passaggi: Prima di lasciare l’UE, al confine dell’UE, al confine con il Regno Unito. Vediamo: al momento del ritiro della merce, l’autista deve ricevere tutte le informazioni e la documentazione doganale .Dal gennaio 2021, e per 6 mesi, ci saranno diversi requisiti doganali da soddisfare secondo che si tratti di merci controllate o merci non controllate. Per quanto riguarda in particolare le merci controllate, saranno richieste dichiarazioni doganali per tutto ciò che viene enumerato nell’elenco; di conseguenza, il trasportatore, dovrà sempre avere con se il Movement Reference Number – MRN (il numero di riferimento che accompagna le merci destinate all’esportazione fino all’uscita dal territorio doganale dell’unione Europea). Rientrano in questa categoria le merci soggette ad accise come alcol e tabacco. Quanto poi alle merci non controllate: Coloro che importano merci standard hanno tempo sei mesi per completare la dichiarazione in dogana e pagare le tariffe, in caso di differimento dovranno tenere le registrazioni delle merci importate. Di conseguenza il trasportatore dovrà avere il numero di registrazione e identificazione dell’operatore economico (EORI) del commerciante, quando sposta questa tipologia merci. Le dichiarazioni sommarie di uscita saranno richieste per le merci che escono dall’Unione Europea dal 1° gennaio 2021. Dal 1 ° luglio 2021, le dichiarazioni di Sicurezza e Protezione (S&S) (per le quali occorre il numero EORI), saranno richieste per le esportazioni dall’Unione in Regno Unito. Per le merci esportate in Gran Bretagna, i vettori avranno la responsabilità legale di fornire alle autorità doganali del Regno Unito le informazioni S&S prima dell’arrivo, tramite dichiarazioni sommarie di entrata (ENS). I dati richiesti per una dichiarazione ENS includono il mittente, il destinatario, una descrizione delle merci, trasporto (es. dettagli traghetto o Eurotunnel) e orario di arrivo. Le informazioni sono modificabili fino all’arrivo nel Regno Unito. Se si transita in Eurotunnel, le dichiarazioni di esportazione S&S devono essere presentate almeno 1 ora prima dell’arrivo. Per i viaggi marittimi brevi invece, le dichiarazioni di esportazione S&S devono essere presentate almeno 2 ore prima dell’arrivo, sia per quelle containerizzate che non containerizzate. I viaggi brevi in mare si riferiscono a viaggi anche dal canale della Manica. Il conducente dovrà avere, per ogni spedizione, la prova di dichiarazione doganale dei commercianti (in Europa e in Regno Unito) che consiste nel MRN che può essere indicato come numero di registrazione nel Regno Unito; nel numero EORI del commerciante, se l’importatore del Regno Unito effettua la dichiarazione nei propri archivi ed infine nella dichiarazione di esportazione UE MRN. Le autorità di controllo britanniche non fermeranno i veicoli che si trovano in transito nel Regno Unito, per verificare se abbiamo tutta la documentazione doganale di esportazione corretta. Nel caso però che i trasportatori fossero soggetti a controllo, gli agenti chiederanno al conducente del mezzo di presentare l’MRN e/o l’EORI per ciascuna spedizione, insieme ad altra documentazione. Dal mese di aprile 2021, saranno richiesti altri requisiti per i prodotti di origine animale, vegetale e per i prodotti vegetali regolamentati. Questi prodotti richiederanno la pre-notifica e la relativa documentazione sanitaria, ad esempio EHC. Eventuali controlli fisici su piante o prodotti vegetali, continueranno ad essere condotti nel punto di destinazione fino a luglio 2021, da lì in avanti saranno effettuati controlli completi sulle esportazioni riguardanti tutte le tipologie di merci. Le dichiarazioni S&S saranno richieste per le operazioni dall’Unione Europea in Regno Unito.I conducenti, prima di entrare in Gran Bretagna, debbono mettere in sicurezza il veicolo per impedire il trasporto di clandestini a bordo. Per coloro che contravvengono a questo obbligo sono previste sanzioni molto gravose non solo per il conducente, ma anche per il proprietario o il noleggiatore del mezzo, fino ad importo di 2.000£ per ogni clandestino. Per le importazioni di merce dalla Gran Bretagna verso l’UE, invece, quando si arriva nella contea del Kent è richiesto un permesso di accesso che si ottiene dopo aver ricevuto un semaforo verde dal servizio on line “Verifica che un camion sia pronto per attraversare il confine”. In particolare, sulla base delle informazioni auto-dichiarate, il servizio indicherà se il camionista è pronto o meno per la frontiera, mediante un “sistema a semaforo”: se è Verde: tutta la documentazione pertinente è dichiarata presente, e le merci possono essere portate al porto. Color ambra se la documentazione è dichiarata presente, ma le merci possono essere portate al porto solo dopo che l’autista si è recato presso un ufficio di partenza dell’HMRC o un mittente autorizzato di terze parti, per completare le procedure doganali e ottenere un codice a barre MRN. Rosso infine se manca una parte o tutta la documentazione e la merce non deve essere portata in porto. Il permesso di attraversamento sarà valido per le successive 24 ore e copre un singolo viaggio. Coloro che volessero informazioni ulteriori informazioni hanno la possibilità di farlo cliccando sul link https://www.gov.uk/topic/business-tax/import-export.
La Commissione Europa ha comunicato al Governo italiano che non si possono multare i veicoli industriali per superamento dei limiti di velocità usando i soli dati del cronotachigrafo: la contestazione è basata sulle norme Eu che prevedono l’uso del tachigrafo solo per i tempi di guida e di riposo, mentre nella legislazione italiana la multa ricavata dai tachigrafi è ammessa. A questo punto si apre un procedura con la Ue con i tempi che questa comporta. Il Governo italiano infatti può accettare il richiamo ed adeguarsi, oppure contestarlo ed aprire un contenzioso che, come si capisce, è lungo e complicato.
Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio hanno proclamato lo sciopero dei benzinai per il 30 novembre in risposta alle restrizioni introdotte dal Governo che stanno avendo, sostengono, un duro impatto sui benzinai..
ALIS, Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile, in collaborazione con Transitalia hanno messo a punto uno scenario provando ad immaginare quello che accadrebbe in caso di fermo dei trasporti. Lo scenario è stato presentato durante l’ultima edizione dell’evento “La due giorni di Alis ,”La ripresa per un’Italia in movimento”, tenutasi presso l’Hilton Sorrento Palace il 16 e 17 luglio 2020. Vediamo: la progressione inizia da lettere, giornali e pacchi di vario genere che non vengono spediti. I cantieri edili si fermano per mancanza di rifornimenti. Segue la raccolta e smaltimento dei rifiuti che si fermano ed alimentano i mucchi per strada. Un paio di giorni e gli alimenti freschi come frutta e verdura e carne non arrivano nei negozi presso i quali sono disponibili solo i preconfezionati già presenti sugli scaffali e i surgelati, finché ci sono.
La produzione industriale, in mancanza di materie prime, si ferma.
Gli ospedali sono costretti ad effettuare solo le prestazioni più urgenti per la scarsità dei medicinali e le forniture necessarie per tutti i casi clinici. Dopo tre giorni, scarseggiano i beni e quindi non resta che dar fondo alle scorte.
Nelle stazioni di servizio si vanno esaurendo le riserve .di gasolio, rendendo la vita impossibile ad auto private, trasporti pubblici ed autoarticolati.
I ristoranti chiudono i battenti. Qualche giorno ancora e si blocca anche la produzione dell’informazione cartacea, e quindi niente quotidiani, riviste ed altro Negli alimentari anche le scorte di surgelati spariscono dai freezer. È pressappoco il panico, inizia la corsa a cercare quel che rimane, scene da tempo di guerra. Il blocco dei dei trasporti pubblici contribuisce ad aumentare le difficoltà . Il cibo nei supermercati termina. Nel giro di poco meno di una settimana il disastro è completo: in cinque giorni l’impensabile diventa realtà. L’intelligente simulazione messa a punto da Alis e Transitalia è tesa ovviamente a dimostrare quanto le attività di logistica e trasporti siano assolutamente indispensabili a far vivere tutte le altre.
Le imprese di autotrasporto che attualmente non risultano più iscritte alle Camere di Commercio, verranno cancellate sia dall’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, che dal Registro Elettronico Nazionale. E’ quanto si apprende da una nota dell’Albo inviata alle Direzioni Generali Territoriali e alle Regioni e Provincie autonome. Il controllo riguarda tutte le imprese di autotrasporto in conto terzi che hanno veicoli con massa complessiva superiore a 1,5 tonnellate. Le imprese radiate dai due elenchi non potranno più svolgere autotrasporto in conto terzi in tutto il territorio dell’Unione Europea.
La legge di Bilancio 2021 approvata dal Consiglio dei Ministri contiene diversi stanziamenti straordinari per il trasporto delle merci trasportate via ferrovia e via mare, non compare invece alcuna misura straordinaria per l’autotrasporto, oltre a quelle strutturali.
I ministri dei Trasporti e della Salute hanno firmato un’ordinanza che consente l’apertura dei punti di ristoro nei porti e negli interporti, ma rimane ancora aperta la difficile questione dell’apertura dei servizi nella viabilità ordinaria. Una questione non da poco che attiene al decoro ed alle normali necessità la cui mancata e perdurante assenza di intervento non ha nessuna giustificazione visto le condizioni difficili nelle quali i trasportatori lavorano nell’interesse nazionale.
Il mercato della logistica, nonostante la pandemia, resta positivo ed in linea con la tendenza rilevata dal 2006. E’ quanto emerge dall’ultima edizione del Borsino immobiliare della Logistica diffuso da World Capital, realizzato in collaborazione con Nomisma. Milano e Roma sugli scudi grazie a due fattori: domanda superiore all’offerta e qualità degli immobili. Firenze, invece, si riconferma prime rent nazionale con un canone di locazione medio per il nuovo di 60 €/mq/anno e 51 €/mq/anno per l’usato. Oltre alle cifre, il Borsino considera anche le tendenze, rilevando che la pandemia sta causando una trasformazione degli immobili logistici in maniera diversa secondo l’uso del magazzino. Le strutture che sembrano conquistare spazio sono le Factory Warehouse (magazzini annessi a fabbriche), i Logistics Center (impianti di grandi dimensioni produzione/distribuzione), i Distribution Center (impianti aziende retail per rifornimento punti vendita), i Fulfillment Center (impianti operatori e-commerce) e strutture che sostengono il trasporto, come i Transit Point (centri smistamento/consolidamento merci) e Last Mile (piattaforme di trasporto/ribalte corrieri di prossimità).
Il ministero dei Trasporti ha firmato nei giorni scorsi alcuni accordi multilaterali sul regolamento Adr per il trasporto delle merci pericolose, alcuni dei quali sono redatti per affrontare la pandemia di Covid-19. Il regolamento che riguarda gli autisti di veicoli industriali che hanno il cosiddetto patentino Adr è l’M330, sottoscritto una prima volta ad aprile ed ora rinnovato, rinvia al 28 febbraio 2021 la validità dei certificati di formazione professionale che scadono tra il 1° marzo 2020 e il 1° febbraio 2021. Gli autisti con tale certificato potranno guidare in Irlanda, Slovacchia, Francia, Repubblica Ceca Germania, Gran Bretagna, oltre che in Italia. Questo accordo, e la relativa proroga, vale anche per il certificato del consulente per la sicurezza. L’Italia ha firmato anche l’accordo M329, che è la prosecuzione dell’accordo M287 firmato nel 2016 e che era scaduto il 1° agosto 2020. Il nuovo accordo riguarda alcune semplificazioni per il trasporto di rifiuti, in particolare per la classificazione, l’imballaggio, la marcatura e le informazioni sul documento di trasporto.
Poste Italiane ha annunciato di aver firmato un accordo preliminare per l’acquisto di Nexive, principale operatore postale privato operante in Italia di proprietà dell’olandese PostNL European Mail Holdings e della società tedesca Mutares Hondings. Il valore di Nexive è stato provvisoriamente stimato in 60 milioni, in attesa della due diligenze che dovrà stimare il valore d’impresa finale. L’operazione sarà chiusa entro gennaio 2021, dopo avere ottenuto l’approvazione da parte delle Autorità antitrust. Poste, nel comunicato diffuso dopo l’accordo preliminare, spiega che: “Dal punto di vista strategico, la contrazione strutturale del mercato postale, ulteriormente aggravata dagli effetti delle restrizioni assunte per fronteggiare l’emergenza sanitaria, rende urgente un consolidamento nel settore della corrispondenza e delle relative infrastrutture logistiche, a salvaguardia della sua sostenibilità, dei livelli occupazionali e della disponibilità del servizio per i clienti. L’operazione contribuirebbe alla sostenibilità del settore postale a beneficio degli azionisti, dei lavoratori del settore, dei cittadini, delle imprese, della pubblica amministrazione e dell’intero Paese”.
Problemi molto seri per il colosso americano dell’e-commerce: la Commissione Europa ha avviato due indagini su una presunta violazione delle norme antitrust riguardante la distorsione della concorrenza nei confronti degli stessi venditori indipendenti che utilizzano la stessa piattaforma di commercio elettronico, usando le informazioni che raccoglie e che non condivide; la seconda riguarda invece la fornitura da parte di Amazon di servizi logistici a questi stessi venditori indipendenti. Secondo la Commissione, Amazon fornirebbe un trattamento preferenziale ai venditori indipendenti che usano i suoi servizi logistici.
La rete del valore dell’e-commerce in Italia sta generando ricavi per circa 58,6 miliardi di euro nel corso nell’anno corrente. E’ quanto si sostiene nel report The European House – Ambrosetti, intitolato “Il ruolo e il contributo dell’e-commerce alla crescita e alla trasformazione digitale” presentato da Netcomm in collaborazione con The European House – Ambrosetti, La rete del valore dell’e-commerce è al terzo posto tra le 99 attività economiche italiane per incidenza sul fatturato del settore privato in Italia nel 2019, con un peso del 19,2% sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane. Nello stesso anno, inoltre, la rete ha inciso profondamente sulla crescita dell’occupazione delle imprese italiane, con un contributo del 6,7% sul totale, collocandosi, anche in questo caso, al terzo posto tra i settori economici per variazione dell’incidenza sull’occupazione italiana. Il settore legato agli acquisti online in Italia nel 2020 genera un incremento di ricavi per 3,5 miliardi di euro (+6,3% sul 2019, un trend decisamente più contenuto rispetto al tasso medio del +18% degli ultimi 5 anni). Quasi il 70% degli operatori del segmento, ossia i Merchant (gli operatori che offrono prodotti e servizi) e i Brand owner (distributori di prodotti di marca che hanno attivato strategie e canali di vendita diretta online) e il 60% delle aziende che forniscono servizi alla filiera (business partner) prevedono inoltre di rafforzare la propria forza lavoro per il canale e-commerce nel 2020, andando a incrementare un’occupazione di settore che già lo scorso anno, prima della pandemia, contava oltre 290mila lavoratori nel nostro Paese. Sono tante le opportunità che l’e-commerce e il digital retail possono generare ogni giorno per il nostro Paese. “L’e-commerce è tra i primi 10 settori in Italia per maggior incremento del valore di fatturato per addetto tra il 2015 e il 2019, nonché uno dei settori che ha incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo delle imprese italiane. -ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Come emerge chiaramente dalla ricerca, stiamo parlando di un settore che, nelle sue molteplici declinazioni, attiva sviluppo e occupazione e coinvolge numerosi ambiti e operatori, tanto nella fase di vendita online, quanto in ulteriori servizi pre e post-vendita a supporto di tutta la filiera. Ma per poter continuare a sostenere la crescita di questo settore è necessario colmare il gap rispetto ai principali mercati in Europa, attraverso interventi di sistema che garantiscano uno sviluppo sostenibile delle imprese nel medio-lungo termine, e ancor più alla luce della situazione contingente dettata dall’emergenza da COVID-19.”La ricerca ha ricostruito, per la prima volta in Italia, il perimetro del settore partendo dai valori di bilancio 2015-2019, evidenziando i dati relativi all’occupazione e alla distribuzione del fatturato a livello regionale. Il perimetro dell’indagine considera tanto gli attori del macro-settore formato da Marketplace, Retailer online (B2C e B2B) e Brand owner, quanto la rete di business partner che “abilitano” il settore del commercio elettronico (servizi integrati per la presenza web, piattaforme pubblicitarie online, attività di customer care, packaging e logistica), secondo relazioni di collaborazione e/o outsourcing. L’impatto dell’e-commerce sull’occupazione e sul fatturato delle aziende italiane distribuito per regioni. Tra i 290mila italiani occupati nella rete dell’e-commerce e digital retail nel 2019, 154mila lavoratori sono impiegati nel macro-settore delle vendite online (con una crescita annua del 12% tra il 2015 e il 2019) e 136mila nell’aggregato dei servizi a supporto (con un tasso di crescita media del 14,2%). L’e-commerce è stato uno dei settori che ha incrementato di più il proprio peso relativo sul fatturato complessivo delle imprese italiane con una crescita del 19,2%. Le crescite più decisive sono quelle del settore della fabbricazione dei prodotti chimici (+32,8%), del commercio al dettaglio (+18,1%), della fabbricazione di materiali e apparecchiature nca (+17,8%) e della ristorazione (+9,2%).
Le imprese della rete del valore dell’e-commerce rappresentano il 34% del totale delle imprese di capitali in Italia (1,9 milioni) e sono equamente distribuite sul territorio. Il 21% è situato in Lombardia, il 16,8% in Lazio, il 9,6% in Campania, il 7,7% in Emilia-Romagna, il 7,6% in Veneto, il 7,0% in Toscana, il 5,4% in Sicilia, il 5,0% in Puglia e il 4,6%in Piemonte. Più del 46% del fatturato di queste è concentrato nel Nord-Ovest. In testa alla classifica troviamo sempre la Lombardia con 22,2 miliardi di Euro (39%), seguita dal Lazio con 5,3, il Veneto con 4,3, l’Emilia-Romagna con 3,8, la Campania 3,7, il Piemonte con 3,3, la Toscana con 2,2, la Sicilia con 1,4 e la Puglia con 1,3 miliardi di Euro. L’e-commerce e il digital retail generano opportunità e sono orientati verso modelli più sostenibili. Quasi la metà del fatturato delle imprese della rete del valore dell’e-commerce e del digital retail nel 2019 è stato generato da imprese di grandi dimensioni (43,9%), ma anche le PMI e le microimprese hanno visto il loro fatturato aumentare: le piccole imprese contano per il 22,2% del totale, le medie imprese per il 18,8% e le microimprese per il 15,1%. Secondo i Merchant e i Brand owner intervistati per lo studio, per incrementare maggiormente questi numeri occorre promuovere un profondo cambiamento culturale, ha spiegato Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House. Attivari processi di sviluppo della digitalizzazione con un programma per l’apprendimento permanente (life-long learning) e per upskilling/reskilling degli adulti finalizzati a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze dei lavoratori sul digitale e piani formativi aziendali focalizzati sulle opportunità delle nuove tecnologie digitali e programmi di affiancamento di giovani studenti a lavoratori con seniority elevata. Gli store fisici con offerte multicanale hanno infatti guidato una buona parte della crescita delle vendite online da inizio 2020 e, una volta conclusa la pandemia, ci si aspetta che il legame tra store online e fisici si rafforzi ulteriormente. Inoltre, gli operatori, a partire da quelli di maggiori dimensioni, stanno promuovendo una graduale transizione verso modelli di business più sostenibili: per aiutare l’e-commerce a diventare nel medio-lungo termine un settore carbon neutral, vengono ad esempio utilizzati imballaggi in materiali facilmente riciclabili o riutilizzabili (come il cartone) e standard dimensionali per facilitarne il trasporto e ottimizzarne le dimensioni. Nel 2020, a fronte di una riduzione del turismo, si è verificata una perdita nel commercio da shopping tourism pari a 5,7 miliardi di Euro (il 75% del totale), a causa della forte diminuzione dei turisti stranieri (-58%). Per far fronte al calo dei consumi in corso è necessario sfruttare il canale digitale per promuovere i prodotti Made in Italy nel mondo, riducendo il gap determinato dalla crisi da COVID-19 e creando al contempo una base di interesse per i turisti stranieri che vorranno venire in Italia alla fine della pandemia. Una possibile soluzione è favorire una crescente integrazione dei siti web di promozione turistica dei territori (Comuni, Province, Regioni) e delle produzioni locali tipiche con piattaforme digitali che permettano al visitatore di effettuare l’esperienza di acquisto online
UPS trasferisce la piattaforma logistica toscana da Calenzano a Prato, in una piattaforma più grande e moderna. L’impianto copre una superficie di 8000 metri quadrati ed è il primo in Italia a applicare in modo nativo la tecnologia di scansione, smistamento e movimentazione che consente di spostare rapidamente i pacchi all’interno della struttura, offrendo una capacità di 3000 pacchi l’ora con lo stesso personale di 150 persone che lavorava a Calenzano. L’impianto ha undici ribalte, che possono servire un traffico quotidiano di 110 furgoni, più una dedicata ai container aerei. Il nuovo hub UPS di Prato è collegato via strada con gli altri impianti italiani e con l’aeroporto di Bologna, dove scala un aereo diretto allo hub di Colonia, per trasferire i pacchi sulle rotte intercontinentali. Grazie a questa rete, da prato UPS consegna in 24 ore in Europa e nella maggior parte delle destinazioni mondiali.
” La logistica ha evitato il crollo del sistema socio-economico del Paese durante l’emergenza Covid-19, svolgendo un ruolo istituzionale di pubblica utilità che dà pieno diritto di chiedere al Governo il riconoscimento di tutte le attività di logistica come “servizio pubblico essenziale” per l’intera durata dello stato di emergenza”. Questo è quanto nella sostanza ha chiesto il presidente di Assologistica Gentile nel convegno di presentazione dell’edizione 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics, Il Presidente ha avanzato anche la richiesta che venga riconosciuto un credito d’imposta del 50% su tutte le spese sostenute dalle imprese di logistica per applicare il Protocollo per il contenimento della pandemia nei luoghi di lavoro. Altra richiesta importante, in linea con la premessa di cui sopra, riguarda la proposta di inserire i contratti logistici nel Codice Civile, perché oggi l’operatore logistico non ha tutele normative previste per altri soggetti che svolgono specifiche fasi nell’attività di logistica. Gentile infine ha fatto il punto sul rinnovo del contratto nazionale del settore, le cui trattative sono recentemente riprese dopo l’interruzione causata dalla pandemia. “Nonostante l’interruzione del confronto-ha detto Gentile- le controparti non si sono mai perse di vista in questi mesi: il tema degli ammortizzatori sociali così come quello della tutela della salute con la firma dei protocolli ha tenuto vivo e incessante il confronto con uno spirito che si può definire collaborativo”.
“La pandemia è tornata a mordere pesantemente, ma il modello operativo basato sulla sicurezza degli operatori e dei destinatari che gli imprenditori della logistica e ancor più dei corrieri hanno messo a punto nella scorsa primavera, resta il modello di partenza vincente anche in questa fase della diffusione del Covid”. E’ quanto afferma Enzo Solaro, segretario Generale della Fedit a proposito degli interrogativi che molti si sono posti sul ruolo dei trasportatori in questa seconda stagione della pandemia sulle numerose problematiche che la prima fase ha posto a proposito dei mutamenti avvenuti nell’organizzazione aziendale a seguito dell’incredibile incremento del e-commerce.” Intanto-prosegue a questo proposito Solaro- in un quadro generale di progressivo incremento dei contagi, noi registriamo una sostanziale tenuta del nostro sistema operativo basato sulle procedure e i controlli che ha permesso di ottenere un bassissimo numero di contagi. Parlo delle modalità di consegna, della fornitura di dispositivi di protezione adeguati e tanto altro ancora”. In più d’uno degli stabilimenti della logistica però ci sono state diffusioni di covid , come lo spiega?
“Con una semplice battuta, il contagio non è mai stato generato dentro gli stabilimenti, ma portato sempre da fuori”
Prima ha accennato ai mutamenti importanti nell’organizzazione aziendale, a cosa si riferiva?
“La pandemia ha causato una mutazione importante per una semplice ragione. Prima della bufera di primavera il commercio cosiddetto “B to B” che tradotto significa Businness to Businnes, cioè basato sul trasporto dal produttore ai magazzini che a loro volta distribuivano ai commercianti, supermercati e così via, era prevalente e, per quanto riguarda le imprese, l’organizzazione degli addetti aveva un suo schema con un numero di addetti molto più basso di quello attuale . L’esplosione dell’e-commerce pari al 35% in soli tre mesi, che ha portato nella commercio elettronico milioni di consumatori, ha cambiato la struttura aziendale. Mi spiego: passare da un commercio “B to B” al commercio “B to C”, cioè dal produttore al consumatore senza il passaggio intermedio del grossista classico, significa che, all’improvviso, le aziende hanno dovuto far fronte alle consegne dirette al cittadino e quindi a dover aumentare gli addetti, il modello organizzativo ed il numero di mezzi impiegati e quindi un impiego di risorse che ha impoverito le imprese. Aggiungo che le molte lodi all’abnegazione dei trasportatori, che di fatto hanno svolto un ruolo si può affermare istituzionale di servizio nei giorni di crisi neri, non ha avuto il riconoscimento che gli si doveva sia dal punto di vista istituzionale che in quello del pubblico sostegno”.
-Solo questo?
“Di più: io mi chiedo e giro la domanda alle istituzioni, quali saranno le conseguenze sul piano della salute dei cittadini di un così massiccio aumento di mezzi di trasporto che invadono le città perché i corrieri invece di rifornire i magazzini, vanno casa per casa? E che fine faranno i tanti piccoli esercizi commerciali già in crisi di suo? La politica ed il Governo debbono risposte adeguate, possibilmente presto”.