Roma 4 aprile: Confetra ha presentato alla ministra dei Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli e al premier Giuseppe Conte un documento per dimostrare che la pandemia economica potrebbe fare più danni di quella sanitaria-. Il Centro Studi della Confederazione, a questo proposito, prevede una contrazione dei volumi tra il 20 e il 25%. Se l’interscambio commerciale del Paese con il resto del mondo fletterà di circa 150 miliardi, in termini di merci movimentate ciò equivarrebbe a circa 90 milioni di tonnellate, tra import ed export: l’equivalente di 18 miliardi di fatturato per l’intero settore della logistica e del trasporto merci.
“Siamo la rete che regge l’economia reale – osserva il presidente di Confetra Guido Nicolini – e se essa dovesse collassare, non c’è ripresa che tenga. Noi non potevamo ‘restare a casa’, ma ora serve una massiccia iniezione di liquidità attraverso strumenti diretti ed attivabili nel giro di pochi giorni, non settimane, per tenere in piedi il settore”. Tre, sostanzialmente, le proposte avanzate dalla Confederazione al Governo: una riduzione flat del cuneo fiscale del 40% per i prossimi 20 mesi, la possibilità di incassare tramite CDP subito il 50% delle fatture inevase senza oneri, la costituzione di un Fondo nazionale per ristorare le imprese che possano dimostrare un gap di fatturato tra il periodo dell’emergenza e del lockdown 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. “Si tratta di un pacchetto di misure che necessita di coperture per circa 9 miliardi. E’ chiaro che tutto ciò ha un senso se il Governo, come ci auguriamo, vorrà davvero mettere a punto una politica urgente per la ripresa come quella evocata nei giorni scorsi da Draghi”, conclude Nicolini.
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Soltanto gli utenti registrati possono visualizzare questo contenuto.Roma 3 Aprile: Coronavirus ha fornito un ottimo alibi al blocco dei Paesi dell’est per chiedere la sospensione della procedura di approvazione del Primo Pacchetto Mobilità, le cui nuove regole del trasporto stradale internazionale, sono state avversate in nogni modo lungo il tormentato iter di approvazione in sede UE. I ministri di Romania, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Lituiania, Estonia, Polonia e Malta sostengono che le nuove regole renderebbero ancora più vulnerabili le imprese di autotrasporto dei loro Paesi. I ministri ribadiscono che l’adozione del Primo Pacchetto Mobilità, unita alle conseguenza della Covid-19, porterà alla chiusura di numerose imprese di autotrasporto. Per esempio, una delle norme contestate è l’obbligo di far rientrare nel Paese d’origine un camion dopo otto settimane di viaggio e secondo i firmatari della lettera ciò aumenterebbe i percorsi a vuoto dei veicoli. Sul Primo pacchetto mobilità, che dopo la prima approvazione ha subito uno stop causato dalla Commissione Europea che avrebbe ravvisato nelle norme uno scarso allineamento al European Green Deal, si scarica ora la tensione causata dal Covid-19, facendo presagire esiti imprevedibili.
Roma 2 Aprile: Continua in tutta Europa senza soste il calo delle nuove immatricolazioni dei veicoli commerciali. Complessivamente, nel mese di Febbraio il calo di immatricolazioni è stato pari al 6% circa, ovviamente diverso tra Stato e Stato. Per quanto riguarda le immatricolazioni di mezzi commerciali leggeri, il calo è stato più contenuto (-4,0%), sebbene a un ritmo più lento rispetto a gennaio. Sopra le 3,5 tonnellate, il decremento è stato pari al 18,2%. Sopra le 16 tonnellate il ribasso è stato pesante e cioè intorno al 19 %.
Roma 2 Aprile:Il pagamento delle rate e dei canoni di leasing che scadono prima del 30 settembre 2020 è sospeso fino al 30 settembre 2020. E’ quanto stabiisce l’art. 56 del decreto cosiddetto Cura Italia della fine del mese scorso, per venire incontro alla crisi di liquidità delle imprese di autotrasporto e logistica causata dall’emergenza Covid-19. Il testo precisa che il piano di rimborso di rate e canoni è dilazionato, insieme con gli elementi accessori, senza alcuna formalità. Sono quindi compresi anche i leasing di veicoli industriali e di attrezzature per la logistica.Tale beneficio vale per le piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti e un fatturato inferiore a 50 milioni di euro. Inoltre, l’azienda non deve avere rate scadute da oltre 90 giorni. La richiesta è piuttosto semplice e consiste dichiain una dichiarazione presentata all’istituto bancario o finanziario che ha erogato il finanziamento, dove l’impresa beneficiaria dichiara di voler applicare il provvedimento.
L’Agenzia delle Dogane con la nota in oggetto, allegata alla presente, rende noto che dal 24 marzo 2020 si può accedere, al nuovo software per presentare la dichiarazione per il recupero delle accise riferite al gasolio …
Roma 10 marzo: Le linee guida per l’autotrasporto che dovrebbero chiarire i tanti dubbi interpretativi del decreto governativo , promesse la sera stessa della promulgazione del provvedimento d’urgenza, a tutt’oggi non sono ancora state diramate, mentre di contro aumentano di giorno in giorno le difficoltà che autotrasportatori incontrano nell’assolvimento di un compito che appare sempre più irto di difficoltà e disagi. Ad esempio i veicoli industriali possono entrare e uscire liberamente, ma i conducenti devono comunque compilare l’autocertificazione prevista dal Decreto dell’8 marzo o basta la documentazione del trasporto? Di più: poiché i ristoranti debbono chiudere alle 18 dove debbono rifocillarsi i conducenti se debbono osservare gli orari di riposo nella zona di destinazione del carico? E come possono difendersi dal rischio di contagio? Molti autisti inoltre incontrano numerose fastidiose difficoltà per le più normali pratiche personali quali l’accesso ai servizi igienici dei piazzali di carico e scarico. Una cosa è certa: non basta tranquillizzare i cittadini dichiarando che tutti i rifornimenti alimentari saranno assicurati. I problemi sono tanti, compreso quello che molti conducenti che fino a ieri operavano nelle zone rosse, prima che tutto il Paese si tingesse per volontà governativa del medesimo colore, sono stati messi in quarantena perché hanno operato in quelle zone. Quelli stranieri che operano nel nostro Paese, ci hanno proprio rinunciato perché al ritorno in Patri sono stati fermati per 40 giorni. E dunque, poiché i trasportatori, dopo il personale medico, ha compiti essenziali e imprenscindibili. le garanzie dovute le debbono avere.
Roma 8 Marzo: “Il DPCM approvato questa notte dal Consiglio dei ministri non blocca né trasporti né produzioni”. Lo dichiara Guido Nicolini, Presidente della Confetra, in contatto con la Presidenza del Consiglio e con i ministri che hanno la competenza in materia di coronavirus dalla notte scorsa. ” E’ chiaro che tra le comprovate esigenze lavorative rientrano le attività di imprese non gestibili in remoto o in smart working. Vale per il trasporto merci, le attività logistiche, ma anche per la produzione manufatturiera. Tutto il Governo, da Palazzo Chigi al Mise e Mit,” ha precisato Nicolini” ci hanno dato garanzie in tal senso”. “Restiamo tuttavia convinti, ” ha continuato Nicolini” che anche per tranquillizzare i clienti internazionali, una circolare ulteriormente esplicativa ed una dichiarazione pubblica diretta della nostra Ministra o del Governo tutto,” ha concluso il Presidente Confetra” sarebbero di grande aiuto in queste ore di vero e proprio panico commerciale”.
Roma 5 Marzo: Piove sul bagnato nelle aree rosse colpite dal coronavirus: diverse aziende di autotrasporto europee hanno dichiarato esplicitamente di volersi tenere fuori dalle aree maggiormente infettate dal virus, ma la cosa più grave è che si sono registrati numerosissimi casi di rifiuto a scaricare anche in aree non a rischio; un atteggiamento quest’ultimo che pare diffuso soprattutto tra gli autisti dell’Est, che sono quelli che frequentano maggiormente le strade italiane. Su questo atteggiamento influiscono pesantemente le disposizioni del ministero della salute rumeno che ha imposto la quarantena al rientro in patria a tutti gli autisti reduci dai focolai di crisi, mentre quelli che provengono dalle aree non a rischio hanno l’obbligo dell’autoisolamento con i loro conviventi per 14 giorni. Ovvia quindi la reazione degli autisti che piuttosto che star fermi preferiscono girare alla larga. La psicosi per contro colpisce anche gli autotrasportatori italiani le cui merci vengono respinte al mittente in molti Paesi europei.
Roma 5 marzo: I danni che coronavirus sta infliggendo all’autotrasporto ha spinto ventiquattro associazioni delle imprese di trasporto e logistica e i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti (uniti in un fronte unico), a chiedere al Governo e ai ministeri competenti l’attivazione di politiche di sostegno al settore per affrontare l’emergenza causata dall’epidemia di Covid-19. In particolare, si legge in una nota comune, hanno concordato di chiedere la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali “per garantire la stabilità occupazionale in questa fase critica” e “misure di sostegno per le imprese al fine di attenuare il pesante impatto negativo che l’emergenza sanitaria sta producendo sull’intera economia del Paese e garantire il lavoro”.
Le associazioni che hanno firmato la richiesta sono quelle che hanno siglato il rinnovo del contratto nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizione del 3 dicembre 2017: Agci Servizi, Aite, Aiti, Assoespressi, Assologistica, Assotir, Cllai, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Confocooperative Lavoro e Servizi, Confetra, Conftrasporto, Fai, Fedrelogistica, Federtraslochi, Fedespedi, Fedit, Fiap Autotrasporti, Fisi, Legacoop Produzione e Servizi, Sna Casartigiani, Trasportounito Fiap e Unitai.
Roma 3 Marzo: Amazon ha annunciato che nella piattaforma di Milano Covid-19 ha colpito duro: dal primo marzo due addetti sono in quarantena perché avrebbero contratto il coronavirus. La misura sarebbe scattata domenica stessa. Il colosso dell’e-commerce, finora apparso nelle cronache del contagio per la comparsa sul suo mercato digitale di venditori che offrivano disinfettanti e misure di protezione a prezzi così elevati da spingere la Guardia di Finanza ad avviare un’inchiesta, diventa ora front runner nella lista dell’epidemia negli stabilimenti. La società ha bloccato tutti i viaggi non essenziali dei suoi dipendenti, sia all’interno degli Stati Uniti, sia fuori, e svolge le interviste per le nuove assunzioni solamente in modo telematico e non più di persona.
Roma 3 Marzo: Le pressanti richieste di un incontro urgente con il Governo del mondo dell’autotrasporto e della logistica, hanno finalmente partorito quantomeno un tavolo dove i rappresentanti del settore hanno potuto fare il punto della situazione sulla base dei dati reali in possesso degli operatori, nella speranza che ne venga fuori un intervento corposo dell’Esecutivo. “Abbiamo rappresentato alla ministra Paola De Micheli,” ha dichiarato al termine il presidente di Confetra, Guido Nicolini, “il totale caos nel quale sta vivendo il nostro settore; dai dispositivi di sicurezza obbligatori per i lavoratori, alle minacciate ordinanze di singole Regioni volte a interdire al traffico veicolare merci dei pezzi di territorio, se mai i vettori fossero transitati in Zona Rossa. Una follia”.
Nicolini ha poi illustrato anche specifiche situazioni, come il personale dell’Usmaf per i controlli alle merci in porti e aeroporti praticamente dimezzato, perché una parte consistente è stata distaccata ai controlli sui passeggeri e gli equipaggi. Grave anche la situazione della merce in giacenza negli hub che sta assumendo dimensioni da collasso operativo, con centinaia di migliaia di pratiche in giacenza. Nel trasporto ferroviario, solo il 2 marzo sono state soppresse undici coppie di treni. “Questo incontro,” ha sottolineato il Presidente della Confetra,” deve trasformarsi in una Task Force permanente di reciproco ascolto e coordinamento strutturato”. La delegazione di Conftrasporto ha poi chiesto alla ministra dei Trasporti “l’adozione di linee-guida chiare, omogenee, coordinate a livello centrale, oltre al sostegno al lavoro in termini contributivi e di ammortizzatori sociali, anche per le cooperative oltre che per le piccole e medie imprese”. In una nota, la confederazione apprezza la disponibilità e l’impegno della ministra aggiungendo che “ovviamente è necessario che alle dichiarazioni seguano presto interventi concreti”. di seguito i punti di crisi per comparto.
Autotrasporto in particolare, Conftrasporto chiede di considerare nel sostegno alle imprese anche quelle che operano fuori dalle zone rosse “perché sono già molte le aziende di autotrasporto che non riescono a lavorare, o lavorano fra mille difficoltà e senza la certezza di poter raggiungere le zone di destinazione”. In termini di provvedimenti concreti, la confederazione chiede di prolungare di almeno quattro mesi le domande per il super-ammortamento e la proroga dei corsi per la Carta di qualificazione del conducente.
Trasporto marittimo al primo posto c’è il forte calo dei traffici container da e per l’Asia: “Il quadro diventerà più nitido solo a partire dalla primavera, anche se i porti dell’Alto Adriatico, da Trieste a Venezia, già registrano un sensibile calo di arrivi dei container dalla Cina. Un’onda lunga che avrà effetti pesanti sia sul piano crocieristico che del trasporto merci, toccando il punto peggiore nel mese di maggio”, spiega Conftrasporto. Un calo che porterà conseguenze anche alle casse dello Stato, per la riduzione degli incassi sui dazi causati dal trasferimento delle rotte su porti esteri. La prima misura chiesta dalla confederazione è la riduzione della tassa di ancoraggio e dei canoni di concessione.
Logistica: crisi pesante soprattutto in Lombardia e Veneto. “Ci sono siti di stoccaggio da cui dipende il funzionamento di tutta la filiera distributiva, che si trovano all’esterno delle zone rosse, e che, in ragione di questo, dovrebbero essere operativi” ha sottolineato il segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo. “Ma in diversi casi i dipendenti risiedono nelle zone rosse, dalle quali non possono uscire per recarsi al lavoro. Stiamo parlando di centinaia di lavoratori. Dire che quei depositi stanno lavorando a ranghi ridotti è un eufemismo: il tasso di assenteismo stimato è del 30-40%”. La ministra ha raccolto le informazioni senza anticipare intenzioni o interventi, da qui qualche delusione che si è registrata al termine dell’incontro fra i rappresentanti dell’autotrasporto.
Assolombarda chiede al Governo una serie di misure per la Logistica
Roma 25 Febbraio:”Adeguatezza delle infrastrutture per favorire l’importazione e l’esportazione delle merci che per il 67% avviene via terra e per il resto via mare”. È questa la richiesta principale che Mario Castaldo, presidente del Gruppo Trasporti Logistica e Infrastrutture di Assolombarda, ha avanzato a nome degli imprenditori lombardi in occasione dell’evento Shipping orwarding & logistics meet industry, che si è svolto a Milano. “Nel 2019 l’80% dei progetti infrastrutturali in Italia è stato fermo o ripensato” ha sottolineato il rappresentante di Assolombarda” le opere andrebbero realizzate in tempi adeguati alle necessità delle imprese produttive perché oggi le inefficienze logistiche costano alle imprese italiane tredici miliardi di euro”. Le imprese lombarde, secondo il loro presidente, denunciano invece che spesso i progetti pubblici e le richieste degli operatori rimangono solo delle semplici enunciazioni cui non viene dato concreto seguito. “Nel frattempo, però, l’Italia ha perso quote di mercato sia sull’import che sull’export, nonostante nell’ultimo decennio gli interscambi commerciali siano cresciuti a livello mondiale nonostante la crisi. E questo”ha concluso Castaldo” perché alle imprese italiane servono infrastrutture competitive”.
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Confetra chiede al Ministro dei Trasporti la costituzione di una task Force per affrontare i problemi creati da corona virus nella logistica
Roma 25 Febbraio: Il focolaio di Covid-19 di Codogno, in provincia di Lodi, si trova all’interno di una fascia di pochi chilometri che si estende da nord a sud nella parte orientale di Milano e che comprende grandi hub della logistica che operano in diversi settori, dal rifornimento d’impianti produttivi alla distribuzione di prodotti per la Gdo, fino alle consegne per il commercio elettronico. Per esempio, a Somaglia, che è uno dei paesi posti in isolamento, c’è una grande piattaforma logistica della Lidl che è inattiva, costringendo la catena della Gdo a modificare rapidamente i flussi di rifornimento dei suoi punti vendita.
Un altro anello importante è il sistema portuale, dove la prevenzione deve ora operare su due fronti. Il primo riguarda i controlli su chi scende dalle navi. Non solo i passeggeri, ma anche nel trasporto merci gli equipaggi del mercantili, delle portacontainer e dei traghetti e gli autisti dei veicoli industriali che sbarcano dalle ro-ro. Il secondo riguarda l’accesso da terra dei veicoli che servono i porti e che possono avere viaggiato anche nelle aree d’Italia considerate a rischio d’epidemia. Finora ci sono iniziative locali, prese da singole Autorità portuali o terminalisti, ma manca un coordinamento centrale.
Nonostante questi esempi, non ci sono ancora segnali di un interesse delle istituzioni nei confronti delle conseguenze che i provvedimenti contro il coronavirus possono avere sul trasporto delle merci e la logistica. Qualcosa però sta cominciando a muoversi nel fronte delle associazioni degli operatori. Nel pomeriggio del 24 febbraio 2020, Confetra ha lanciato un tweet dove annuncia di avere chiesto alla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, “ l’istituzione di una Task Force presso il ministero dei Trasporti per monitorare e gestire l’impatto Coronavirus sulla logistica”. Per ora il ministero si è limitato a rilanciare le generiche norme di comportamento diffuse dal ministero della Salute. Indubbiamente utili, ma non sufficienti per risolvere i problemi che il mondo del trasporto sta affrontando (e si riflettono anche sulla produzione, il commercio e i cittadini).
Le ipotesi sul ritorno alla normalità dell’economia mondiale, fioriscono ormai tutti i giorni sulla stampa nazionale ed internazionale che riportano scenari e valutazioni finora basati su previsioni gravate da punti interrogativi legati all’andamento dell’epidemia la cui fine nessuno si azzarda a prevedere.
Roma 25 Febbraio: Tuttavia, se, come dicono gli esperti l’andamento sarà simile a quello delle classiche influenze stagionali, è ragionevole prevedere un rallentamento significativo per la fine di aprile cui dovrebbe seguire un contraccolpo positivo. Purtroppo, come rilevano molti osservatori in tutto il mondo, il blocco che hanno subito gli stabilimenti industriali, i porti, il traffico container, le quarantene e quant’altro, rendono assai problematica la possibilità di un contraccolpo positivo immediato, per optare molto più verosimilmente per una ripresa più lenta e frazionata per aree. In Europa per esempio (l’Italia purtroppo sta diventando un caso a se) molti distretti europei che si alimentano di componentistica prodotta in Cina sono fortemente in crisi. ; le attività logistiche sostenute da flussi in arrivo o in partenza dai porti cinesi sono molto rallentate. Molte merci spedite prima dell’epidemia stanno arrivando ora ma prima di essere smistate saranno sottoposte a lunghi controlli. Si cominciano anche a sentire gli effetti di una riduzione dei container indotta dal rallentamento produttivo. In più non bisogna dimenticarsi di una cosa: il coronavirus, per quanto riguarda il traffico container, già subiva le tensioni commerciali tra Usa e Cina. Quanto costi tutta questa somma di fattori di crisi è impossibile da calcolare e chi lo fa prendendo come termine di paragone sa di doversi aggrappare ad un precedente molto limitato. Stessa nebulosa per quanto riguarda il conto che pagherà l’Italia in isolamento, ma a parte le ipotesi che si fanno, se Lombardia e Veneto sono più del 30% del Pil italiano e il 40% delle aree di esportazione, di allegria ne gira poca, perché all’appello alla fine potrebbero mancare circa 40 miliardi di euro rispetto a un Pil che complessivamente ne sviluppa 2.000.
Roma 19 febbraio: Il blocco dei voli per la Cina, costringe a cercare nuove forme di trasporto merci per compensare in parte le perdite causate dalla difficile situazione internazionale del Trasporto attraverso l’aumento dei servizi charter. Ma sta emergendo oltre all’uso del Charter anche un successivo fenomeno: il gruppo russo Volga-Dnepr, sposta apparecchi dalla linea al noleggio su domanda per portare verso la Cina generi necessari per affrontare l’epidemia come maschere, disinfettanti, prodotti farmaceutici e attrezzature mediche. La situazione d’emergenza sta già influendo sulle tariffe del cargo aereo. Secondo Freight Investor Services quelle dei servizi charter dall’Europa alla Cina sono balzate del 193%, raggiungendo un valore medio di 2,78 dollari al chilo. In realtà, questi valori riguardano i viaggi verso la Cina, dove la domanda è sostenuta anche dalla necessità di portare prodotti sanitari, mentre in senso inverso la domanda di trasporto resta debole. Ma quando l’epidemia si smorzerà e il sistema produttivo cinese riprenderà a operare a ritmo normale, l’offerta di stiva non sarà sufficiente a soddisfare il picco della domanda e quindi le tariffe potranno aumentare anche in uscita dalla Cina, colpendo soprattutto i settori che usano tradizionalmente l’aereo, come l’elettronica, l’automotive e l’abbigliamento. Ovvia la conclusione che situazioni come quella attuale costringe a ripensare la strategia della delocalizazione degli stabilimenti industriali che verosimilmente non verrà più concentrata in pochi Paesi o prevalentemente in uno come nel caso della Cina.
La svolta Green decisa in sede Eu rimette in discussione il pacchetto mobilità.
Roma 19 Febbraio: l’accordo sul Primo Pacchetto Mobilità del dicembre 2019 tra Consiglio ed Europarlamento, potrebbe subire l’ennesimo slittamento per i dubbi espressi dalla Commissione Europea la quale: “Si rammarica che il Parlamento abbia incluso elementi che non sono in linea con le ambizioni dell’European Green Deal e l’approvazione da parte dell’Euco dell’obiettivo di raggiungere la neutralità dal punto di vista climatico entro il 2050”. La Commissione infatti ritiene incompatibili con il Green Deal l’obbligo dei veicoli industriali di tornare nello Stato membro dove ha sede l’impresa che lo possiede entro l’ottava settimana dalla loro uscita per un trasporto internazionale e le restrizioni imposte al trasporto combinato. Sempre su questo versante la Commissione afferma che tale disposizione: “Porterà a inefficienze nel sistema di trasporto e un aumento delle emissioni inutili, dell’inquinamento e della congestione”, mentre per le restrizioni sul combinato “ne ridurranno l’efficacia a sostegno del trasporto intermodale”. La Commissione, conseguentemente: “valuterà attentamente l’impatto sul clima, sull’ambiente e sul funzionamento del mercato unico di questi due aspetti e , se necessario, eserciterà il suo diritto di presentare una proposta legislativa mirata prima dell’entrata in vigore delle due disposizioni”.
ECONOMIA MONDIALE IN FIBRILAZIONE PER GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS
Roma 18 Febbraio:Il trasporto marittimo di container ha perso 350mila unità a far data dall’annuncio del nuovo virus ad oggi. La stima della perdita è stata calcolata dalla società di ricerca danese Sea-Intelligence. Diverse le cause: si va dalla prolungata chiusura delle fabbriche cinesi, alla riduzione del personale dell’intera filiera logistica. Tali cifre, secondo la società danese, avranno un forte impatto sui bilanci del primo trimestre di quest’anno delle compagnie marittime, ma anche sull’economia globale.
CORONA VIRUS FA SENTIRE I SUOI EFFETTI SULLE SPEDIZIONI
Roma 18 Febbraio: Deutsche Post da venerdì 14 febbraio 2020 non effettua più spedizioni destinate alla Cina, Hong Kong e Macao. Fuori dal blocco Taiwan dove non si riscontrano problemi connessi al trasporto e alla logistica. Il colosso postale tedesco ha precisato che il provvedimento è causato dai gravi problemi per la distribuzione in territorio cinese dei pacchi, a causa delle quarantene e dei limiti al transito di autoveicoli. Per ora è consentito solo l’invio di lettere. La società ha anche sospeso l’attività del suo hub nella provincia di Hubei, nella cui capitale Wuhan è iniziata l’epidemia.
Roma 30 Gennaio: le conseguenze sulla Logistica dovute all’epidemia in corso in Cina ” saranno significative”, queste le conclusioni alle quali sono giunti gli analisti di Transoprtintellicence considerando che “le reazioni al problema sono spesso più gravi del problema stesso” e che la zona di Wuhan è diventata un importante distretto industriale e un nodo del trasporto merci cinese, grazie alla sua posizione sul fiume Yangtze, per lo smistamento delle spedizioni tra la Cina centrale e il porto di Shanghai. Il suo isolamento richiede quindi il reindirizzamento d’ingenti flussi di merci, operazione complessa ma comunque non impossibile. Il problema potrà però aggravarsi molto se l’epidemia raggiungerà le metropoli costiere, dove operano i principali porti del mondo. Conseguenze pesanti sono previste anche per il trasporto aereo in considerazione del fatto che nella pancia degli aerei Resta invece ancora imprevedibile l’impatto che potrebbe essere causato da un eventuale riduzione delle esportazioni cinesi e che coinvolgerebbe l’intera filiera del trasporto.
Roma 14 gen.:“Nelle scorse settimane abbiamo rivolto una richiesta di incontro al ministro Lamorgese e al Prefetto di Milano. Da tempo stiamo chiedendo la ricostituzione del Tavolo per la Legalità: uno strumento che coinvolse Ministero degli Interni, Ministero dei Trasporti, Ministero del Welfare, Sindacati e Associazioni Datoriali e che si rivelò un’utile esperienza per la ricerca di analisi e soluzioni condivise”. Lo ha dichiarato il presidente di Confetra Nicolini al termine della riunione svoltasi alla presenza del Prefetto Matteo Piantedosi, presso il Viminale.
“Ci sono molti aspetti dei meccanismi che regolamentano l’appalto di servizio che, per noi, vanno decisamente rivisti. A tutela anzitutto della sana concorrenza e del mercato. Da tempo abbiamo messo a punto una serie di proposte che responsabilizzando maggiormente i committenti, ma anche chiedendo alle Istituzioni preposte maggiori controlli, verifiche preventive e certificazioni sugli appaltatori possono rappresentare le basi per un lavoro comune. E’ nostro obiettivo combattere e isolare forme spurie di impresa, dove si annidano fenomeni di elusione fiscale e irregolarità nei rapporti di lavoro, il tutto conservando un impianto normativo che tuttavia tuteli flessibilità e dinamicità del ciclo operativo nella logistica di magazzino e nella distribuzione urbana. Si tratta, tra l’altro, di temi al centro del confronto anche in sede di Tavolo per il rinnovo del CCNL di categoria. Abbiamo altresì chiesto al Governo di non abbassare la guardia rispetto a fenomeni di conflittualità contra legem, che niente hanno a che vedere con il diritto di sciope- ro regolamentato e con la legittima dialettica tra parti sociali”.
“Troppo spesso infatti i nostri impianti vengono bloccati da persone neanche dipendenti di quelle specifiche aziende. Se le relazioni sindacali diventano un Far West non presidiato da regole e Istituzioni, la conseguenza nefasta è che poi ognuno si acconcerà come reputa più opportuno e tutelante, anche se in spregio alle regole stesse. Dobbiamo invece, insieme, fare uno sforzo comune per ricostruire modelli moderni e normali di dialettica sindacale”.