Quello che gli austriaci insistono a voler ignorare imponendo continue limitazioni al traffico merci sul Brennero, gli svizzeri molto più pragmaticamente cominciano a valutare con sano realismo e cioè che il sogno di un trasporto solo su rotaia, non solo appare irrealistico, ma ormai dannoso. Reto Jaussi, segretario generale dell’associazione degli autotrasportatori svizzeri Astag, ha gettato il primo sasso nello stagno chiedendo un cambio di poitica sull’autotrasporto in occasione dell’apertura del centro di controllo sui veicoli industriali di Giornico, situato nel Canton Ticino per controllare i flussi di veicoli industriali nella galleria stradale del Gottardo:“la Svizzera – ha dichiarato – difficilmente riuscirà a realizzare il sogno di uno spostamento totale del traffico merci dalla strada alla rotaia, così come previsto dalla Convenzione delle Alpi, anche perché -ha aggiunto polemicamente Jaussi – la Germania non mantiene gli impegni sulle nuove infrastrutture ferroviarie”. Intanto il traffico delle merci aumenta e il sistema svizzero non riesce più far fronte vieppiù in previsione di un aumento dei flussi stradali del 26% che impedirà così di centrare l’obiettivo di mantenerlo sotto i 650mila transiti annuali nel territorio della Confederazione. “È l’ora di parlare chiaro e affermare onestamente che è oggi indispensabile migliorare tutta la catena di trasporto, il che significa potenziare la ferrovia ma senza indebolire la strada, rendendosi conto, al di là degli slogan, che si tratta di due vettori complementari: il traffico di transito deve passare sui binari. Ma i trasporti interni alla Svizzera, specialmente quelli brevi, dovranno sempre essere fatti su strada. Ci vogliono entrambi”. L’Astag ricorda che le grandi infrastrutture ferroviarie realizzate o in progetto sono finanziate da un’imposta sui veicoli industriali, e quindi sull’autotrasporto, che solo per il corridoio ferroviario di base del Gottardo ha prodotto 25 miliardi di franchi. “La Svizzera occupa una posizione centrale, per molti aspetti scomoda, sulla direttrice europea nord sud del traffico merci e se i Paesi confinanti, in questo caso la Germania – ha concluso Jaussi- non rispettano neppure uno degli impegni assunti spostandoli unilateralmente di oltre 15 anni, allora i rischi di un collasso del sistema si fanno davvero concreti”.
fonte Trasporto Europa