Il cyberallarme riguarda in particolare l’industria italiana. Stando ai dati del 2022, bersaglio dei cybercriminali sono soprattutto le piccole e medie imprese, vittime del Ransomware, cioè un virus informatico che «esfiltra» o «cripta» dati riservati allo scopo di chiederne il riscatto in criptovalute. Le aziende del manufatturiero, dei servizi e gli studi professionali, da sole, assorbono il 53% delle intrusioni informatiche totali segnalate nel corso dell’ultimo anno. Tra le vittime, seguono le piccole amministrazioni locali (12%), istituzioni centrali (11%), il comparto sanitario (7%), quello bancario (4%), l’istruzione (3%), telecomunicazioni e trasporti (2%) e l’editoria (1%). Nella classifica delle regioni più colpite svetta la Lombardia, con il 22% degli attacchi, seguita dal Lazio, 19%, e Veneto, 11%. Tre regioni che da sole assorbono il 52% degli attacchi totali. Anche per questo, la Polizia di Stato e la Polizia Postale hanno avviato una riorganizzazione sul territorio dei Cosc (Centri operativi per la sicurezza cibernetica, ndr ), al fine di supportare il tessuto produttivo italiano, rappresentato dalle piccole e medie imprese, nella pianificazione delle strategie anti-hacker.