Nel corso dell’anno corrente il fatturato della ‘Contract Logistics’ in Italia crescerà ancora raggiungendo 112 miliardi di euro, anche se a un ritmo più moderato degli scorsi anni (+5,5%) e con una significativa influenza sia dell’inflazione che del costo del denaro. E’ quanto emerge dall’annuale ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico presentata ieri ieri nel corso del convegno «Logistica: Strategia e Attrattività fa(ra)nno la differenza». Analizzando i dati 2021, ultimo anno con dati disponibili a consuntivo, la ricerca evidenzia che la terziarizzazione raggiunge il 45,3% del valore delle attività logistiche in Italia (135,4 miliardi di euro), a fronte di un valore del mercato della logistica conto terzi (cioè il fatturato diretto ai soli clienti) pari a 61,3 miliardi di euro (+20,8%).
Si conferma la mancanza di almeno 60.000 lavoratori, malattia comune al resto dell’Europa, e circa il 75% dei fornitori di servizi logistici ammette di operare in condizioni di sottodimensionamento. Resta scarsa la partecipazione femminile , pari al 20,4% dei lavoratori del settore, ma comunque migliore rispetto al resto d’Europa: il Regno Unito soffre uno shortage (carenza) di 180.000 addetti, la Germania 170.000 e la Polonia 160.000, per una cifra complessiva che supera 1,1 milioni di persone nel Continente. Continua anche la diminuzione del numero di imprese del settore (82.000 nel 2021, erano 84.500 nel 2020) con l’uscita dal mercato in particolare degli operatori più piccoli e meno strutturati. Si notano inoltre i primi segnali di accorciamento della filiera di fornitura, verso una relazione più diretta tra committente e fornitore di servizi logistici. Nel 2023 nel settore della logistica nazionale si contano poi 14 operazioni di Merger and Acquisition (le operazioni di acquisizioni e/o fusioni che hanno lo scopo di modificare l’assetto di due o più aziende), confermando il trend degli scorsi anni (15 del 2022 e 24 del 2021), con un aumento progressivo di rilevanza delle singole operazioni in termini di dimensioni delle aziende acquisite degli operatori coinvolti. Il report sottolinea anche che, dopo che negli ultimi due anni il settore aveva dovuto affrontare un forte aumento dei prezzi di energia elettrica e gasolio (+59% e +23% rispettivamente nel 2022), nell’anno in corso i costi di carburante ed energia elettrica si sono ridotti (rispettivamente -1,6% e -14%), mantenendosi comunque su livelli più elevati rispetto al 2021. Il forte rialzo del costo del denaro (+163%) determina un incremento dei costi di mantenimento a scorta e la necessità di una maggiore prudenza nell’elaborazione degli investimenti. Prosegue pure la crescita dei costi per i canoni di locazione (+4,8%) e per gli adeguamenti previsti dal CCNL (+1,4%). La mancanza di manodopera ha però portato aumenti del costo del lavoro superiori agli adeguamenti previsti dal CCNL. Nel 2021, ad esempio, a fronte di un adeguamento previsto dal contratto collettivo di +1,5%, gli operatori logistici “top player” hanno registrato un aumento medio del costo per addetto del +5,3% e anche le stime per gli anni successivi prevedono adeguamenti superiori. Il “Transport Index” – l’indice elaborato dall’Osservatorio per monitorare l’andamento mensile del mercato, differenziando per modalità di acquisto (Contract, ovvero contratti di lungo periodo, e Spot, di breve) – evidenzia per l’ambito Contract un incremento del costo di trasporto. Fatto 100 il dato di gennaio 2022, la crescita quasi ininterrotta ha portato a un picco tra dicembre 2022 e gennaio 2023 (109,3 per l’indice relativo al mercato Contract e 112,5 per il mercato Spot), poi i prezzi hanno mantenuto una sostanziale stabilità, con valori tuttavia significativamente superiori a quelli di inizio 2022. Secondo Tommaso Magistrali, responsabile vendite per l’Europa Ovest di Timocom, nel corso del 2023 la domanda di trasporti spot è tornata al livello pre-pandemia, mentre per i contratti a lungo periodo si registra nell’ultimo quadrimestre di quest’anno un’intensa attività sul lato offerta. Di fronte alle criticità degli ultimi anni, le aziende hanno cercato di rispondere con scelte di livello tattico e strategico. L’Osservatorio ha identificato 6 strategie che ridefiniscono i “confini” della logistica in termini di ambito, attività, KPI (indicatore chiave di prestazione, ovvero l’indice dell’andamento di un processo aziendale) e oggetto. Le aziende stanno lavorando sulla riconfigurazione della logistica e sulla digitalizzazione dei processi e dei documenti associati, con alta attenzione al patrimonio informativo e all’introduzione di processi di Big Data Analytics. Un altro ambito di intervento è quello relativo alla transizione green, in primis la riduzione della impronta carbonica, con un passaggio dal possesso all’utilizzo. Centrali diventano infine i concetti di logistica smart, logistica sostenibile e logistica circolare.Nel mondo logistico – conclude il rapporto – si osserva un continuo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni 4.0, con forte attenzione alla sostenibilità sociale, che si accompagna a quelle economica e ambientale nello sviluppo delle tecnologie e nella loro adozione. Un numero sempre maggiore di aziende in futuro adotterà un approccio di design di processo human-centric (focalizzato sulla persona) nell’introduzione di tecnologie di logistica 4.0, valutando l’impatto sociale delle soluzioni da adottare e, in alcuni casi, nella progettazione delle soluzioni stesse. Nelle tecnologie digitali per il trasporto, ad esempio, emergono soluzioni innovative per la pianificazione, con obiettivi di efficienza e sociali, curando le preferenze e le condizioni di lavoro degli autisti. Ci sono soluzioni per il monitoraggio delle attività e l’organizzazione del lavoro: device di ultima generazione permettono di segnalare e correggere dinamiche e movimenti che possono gravare sulla salute e la sicurezza delle persone. Sono state poi sviluppate numerose piattaforme per autisti, ad esempio per verificare la disponibilità e il livello di qualità delle aree di sosta. Stanno infine emergendo soluzioni per consentire il remote working, non solo per il personale di ufficio. «Dall’aumento dei costi alla necessità di un approccio di business più sostenibile, dall’omnicanalità allo sviluppo dei mercati internazionali, fino ai nuovi equilibri delle filiere e lo shortage di persone e competenze, le aziende della logistica hanno di fronte molteplici sfide che richiedono profonde trasformazioni e importanti investimenti “ha affermato durante il convegno Marco Melacini, direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics”. Per rispondere, servono strategie chiare delle aziende committenti e dei fornitori di servizi logistici, con una direzione comune: migliorare l’attrattività delle aziende e del settore». «Il settore deve incrementare la sua attrattività con un approccio di sistema, che metta al centro la persona ” ha spiegato Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics” per affrontare la scarsità di manodopera, è necessario far comprendere quanto la logistica sia strategica per il Paese, investire sull’innovazione tecnologica e digitale, puntare l’attenzione verso il lavoratore in termini di salario, premi di produttività e work-life balance . È necessario rafforzare la presenza femminile ” ha concluso Frosi”l’integrazione di persone di nazionalità e culture diverse e puntare sulla qualità del luogo di lavoro e sul tema della competizione leale».