La World Bank, dopo cinque anni dalla prima edizione, ha diffuso la settima edizione del Logistics Performance Index che fotografa le capacità logistiche e di trasporto internazionale di 139 Paesi del mondo, stilando una classifica articolata in sette indicatori: il primo generale riguardante le prestazioni seguito da due che dipendono prevalentemente dalla pubblica amministrazione e dalla politica (Dogane e infrastrutture) e quattro dagli operatori: spedizioni internazionali, qualità e competenze della logistica, puntualità e tracciamento delle merci. L’indice generale generale delle prestazioni pone al primo posto Singapore (con punteggio di 4,3), seguita dalla Finlandia (4,2) e da altri quattro Paesi europei con punteggio di 4,1: Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svizzera. L’Italia si trova nel gruppo al settimo posto (dietro a 18 Paesi), a pari merito con altri sette Paesi, tutti con punteggio di 3,7: Australia, Cina, Grecia, Norvegia, Sud Africa e Gran Bretagna. Prima di loro, con punteggio di 3,8 ci sono Corea del Sud e Stati Uniti. L’indice relativo alle Dogane misura la loro efficienza e la gestione delle procedure alle frontiere. Singapore resta in cima alla classifica (con punteggio di 4,2), seguita da Danimarca e Svizzera con punteggio 4,1 e da un gruppo di tre Paesi con punteggio 4: Finlandia, Canada e Svezia. L’Italia è nel gruppo in nona posizione (ma dietro a 23 Paesi) con punteggio 3,4, in compagnia di Irlanda, Israele, Nuova Zelanda, Polonia, Malta e Slovenia. Per quanto riguarda la qualità delle infrastrutture, dopo Singapore al primo posto (con 4,6 punti) c’è la Svizzera con 4,4 punti e Canada e Germania con 4,3 punti. L’Italia è nel gruppo in ottava posizione (dietro a 18 Paesi) con 3,8 punti, allo stesso livello di Francia, Spagna, Taiwan, Nuova Zelanda e Qatar. Il capitolo sulle spedizioni internazionali misura la facilità di organizzarle a prezzi competitivi. Qua Singapore scivola in seconda posizione, con 4 punti a pari merito con Hong Kong, dietro alla Finlandia con 4,1 punti. In terza posizione troviamo quattro Paesi con 3,8 punti: Belgio, Emirati Arabi Uniti, Austria e Grecia. L’Italia è nel gruppo di dodici Paesi in settima posizione con 3,4 punti (dietro a 25 Paesi) formato anche da Svezia, Corea del Sud, Stati Uniti, Slovenia, Estonia, Lituania, Turchia, Oman, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. L’indice sulla logistica considera la qualità e la competenza e vede tornare al primo posto Singapore, con punteggio di 4,4, seguita dalla Svizzera con 4,3 e da un gruppo di sei Paesi (Finlandia, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Canada e Svezia) con punteggio di 4,2. L’Italia è nel gruppo situato in settima posizione con punteggio di 3,8, in compagnia di Grecia, Francia, Cina, Sud Africa, Israele, Corea del Sud e Norvegia. Davanti a questo gruppo ci sono diciannove Paesi. L’indice sulla puntualità valuta quante spedizioni rispettano i tempi di consegna programmati o attesi dai destinatari. Singapore condivide la prima posizione, con un punteggio di 4,3, con Finlandia e Austria. È seguita da un gruppo di sei Paesi (Svizzera, Belgio, Svezia, Emirati Arabi Uniti, Spagna e Taiwan) con 4,2 punti e uno di sette Paesi (Germania, Canada, Danimarca, Hong Kong, Francia, Estonia e Bahrein) con 4,1 punti. L’Italia è nel gruppo in quinta posizione con 3,9 punti insieme con Polonia e Filippine. L’ultimo elemento considerato dalla World Bank è la capacità di tracciare le spedizioni, dove Singapore prevale da sola con un punteggio di 4,4, seguita dalla Danimarca con 4,3 punti e da un gruppo di otto Paesi con punteggio di 4,2: Finlandia, Austria,Svizzera, Taiwan, Germania, Hong Kong, Paesi Bassi e Stati Uniti. L’Italia è nel gruppo che con un punteggio di 3,9 si trova in sesta posizione, insieme con Grecia e Oman. Oltre a queste classifiche, il rapporto della Word Bank ripercorre l’evoluzione della logistica degli ultimi sei anni, comprese le difficoltà create dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Tra gli elementi non quantificati nell’indice ma ritenuti importanti, ci sono la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale. Nel primo caso, rileva che la sua applicazione della filiera porta-porta ha ridotto i ritardi nei porti del 70% rispetto ai Paesi che non la hanno applicata. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, World Bank rileva che la domanda sta crescendo, con il 75% degli spedizionieri che cercano soluzioni sostenibili nelle esportazioni verso i Paesi per loro più importanti. Ciò comprende la semplificazione nello sdoganamento, investimenti in infrastrutture, adozione di tecnologie digitali, trasporto a bassa emissione di CO2 e magazzini più efficienti dal punto di vista energetico.
Fonte Trasporto Europa