Non si ferma il boom degli acquisti on line dopo i clamorosi picchi registrati durante il lookdown, ma il timore derivato dall’aumento dei costi di energia e trasporti, raffredda gli entusiasmi e spinge gli operatori alla prudenza per l’immediato futuro. Queste le conclusioni del report dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano-Netcomm, che oggi a Milano ha comunicato dati e andamento del settore dell’anno in corso durante il quale gli acquisti online in Italia raggiungeranno i 48,1 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021). Nel dettagio gli acquisti di prodotto continuano a crescere a un ritmo più contenuto segnando un +8% in 12 mesi rispetto a quello dello scorso anno (+18% tra 2020 e 2021) per un valore pari a 33,2 miliardi di euro. Si riprendono invece completamente gli acquisti di servizi (+59% rispetto al 2021) che raggiungono i 14,9 miliardi di euro, grazie anche alla crescita del comparto turismo e trasporti. Nonostante questi brillanti risutati le aspettative degli operatori non sono per così dire brillanti, tanto da indurre un operatore su due a rivedere le stime della chiusura del conto economico. «Dopo il cambiamento generato dalla pandemia – ha detto Dalmazio Manti CEO di BRT, azienda leader in Italia del last mile – si è generato un ‘super stretch e-commerce’, ovvero un servizio che deve soddisfare un’incredibile varietà di acquirenti, dai millennial ai baby boomer, dagli esperti ai principianti. Quindi è diventato sempre più fondamentale rispondere con tempestività e flessibilità. Oggi per il consumatore online, il sabato e la domenica sono considerati al pari degli altri giorni per ricevere il proprio ordine. Il consumatore si aspetta di riceverlo il giorno dopo, di avere un real tracking istantaneo, aggiornato in ogni momento, e di seguire il percorso dell’autista tramite mappa. In questo contesto, diventa necessario effettuare importanti investimenti tecnologici in grado di fornire in real-time visibilità sull’evasione degli ordini, sui vari touch point della supply chain e soprattutto, sulla reverse logistics». «La competizione si gioca su un servizio che sappia bilanciare performance, costi e sostenibilità, ” ha proseguito Manti” la ricerca di marginalità per i rivenditori e l’esperienza per i consumatori si riduce alla fase probabilmente più costosa della consegna, l’ultimo miglio. Negli ultimi anni vediamo come le preferenze di consegna stiano cambiando: decresce sempre più la quota dei consumatori che si fa recapitare la propria spedizione a casa, a favore di soluzioni OOH quali lockers e punti di ritiro. Questo rappresenta una soluzione al problema di capacità dell’ultimo miglio e ha un impatto positivo sull’ambiente, consentendo di ridurre il numero delle corse, coprendole al 100% e abbassando le emissioni di CO2». In questo contesto BRT ha sviluppato una nuova piattaforma tecnologica (myBRT), per gestire la consegna delle spedizioni con un ampio sistema di opzioni tra cui finestra di consegna di 2 ore, notifiche in tempo reale, tracking istantaneo della spedizione, consegna colli al piano, ricezione anche sabato e domenica o ad orari non ordinari presso uno dei punti di ritiro BRT-fermopoint. Questa rete attualmente conta oltre 6.000 punti, fatta di edicole, tabaccherie, cartolerie, bar e altri piccoli esercizi che il cliente può scegliere come luogo di ritiro e consegna. L’azienda bolognese vanta oggi su un sistema di oltre 200 filiali, 35 hub parcel, 13 hub messaggeria, 10 impianti di logistica a cui si unisce la rete sopra indicata. BRT ha consegnato oltre 227 milioni di parcel nel 2021 con un fatturato dichiarato di ca. 1.775 milioni di euro (+14% rispetto al 2020).